La Società di Belle
Arti presenta, dal 7 aprile al 3 giugno, nella sede di Viareggio, una
preziosa selezione di circa quaranta dipinti toscani tra otto e
novecento, provenienti da una nota raccolta costituitasi nel secondo
dopoguerra.
Con questa mostra, curata da Francesco Palminteri, la storia della
pittura in Toscana all'alba del Novecento, si dipana attraverso alcune
tappe fondamentali: dalla dirompente lezione fattoriana, magnificamente
riassunta nella Strada bianca, al divisionismo di Nomellini e
all'ardita sperimentazione di Ghiglia al tempo della rivista "Il
Leonardo", fino all'Avanguardia futurista di Rosai e al "richiamo
all'ordine" di Soffici, per giungere, infine, all'espressionismo di
Viani e alla moderna ed eclettica classicità di Ram.
Per i pittori toscani di estrazione macchiaiola, nascere nell'ultimo
quarto del secolo, quando l'unificazione del Paese è oramai un fatto
compiuto, ha significato trovarsi in bilico tra un passato vissuto
all'insegna del nuovo e un futuro che, proprio da quel passato, avrebbe
tratto le premesse per l'affermazione di un'originale identità
culturale. Per questa generazione di artisti, le idee si sono definite
in un momento di transizione, di profondi mutamenti estetici oltre che
sociali. |
|