Nel
1942 espone nella galleria newyorkese di Peggy Art of
This Century, luogo-simbolo del debutto americano della
collezione d'arte europea contemporanea della mecenate,
accanto ai gradi esponenti del Surrealismo, come Jean
Arp, Max Ernst, René Magritte. "Il grande pittore che
riesce a costruire un dipinto con pochi tratti scuri,
con pochi toni squillanti, anche in assenza di ogni
pretesto figurativo e di ogni compiacimento
caricaturale", così Gillo Dorfles scrive dell'artista
spagnolo nel 1954, quando gli viene conferito il premio
per la grafica alla Biennale di Venezia. Tra liquide
campiture e personaggi fluttuanti, il suo linguaggio
diviene da subito il punto di riferimento per le
generazioni successive, portandolo ad essere considerato
oggi anche dal grande pubblico uno dei protagonisti
indiscussi del XX secolo. La mostra di Vercelli
rappresenta inoltre un'occasione unica che vede riunite
tutte insieme, per la prima volta al di fuori delle
"mura veneziane", le preziose opere dell'artista
spagnolo, amate e collezionate da Peggy.
L'astrazione nell'arte figurativa, che tanto influenzò
sia Miró che Calder, è strettamente legata al nome di
Piet Mondrian (1872-1944), nato ad Amersfoort, in
Olanda. Membro fondatore del movimento del De Stijl nel
1917, Mondrian è tra massimi protagonisti e pensatori
delle ricerche astratte della prima metà del XX secolo.
Di lui Solomon e Peggy acquisirono diverse opere
ripercorrendone il percorso artistico, dalla figurazione
all'estremo astrattismo. Se condivide con Kandinsky
l'idea di un fondamento spirituale e metafisico della
creazione artistica, Mondrian persegue la costruzione di
un linguaggio che traduce l'espressione lirica
soggettiva nella griglia di un ordine cosmico, nel
tentativo di rendere visibile questa relazione tra
libertà dell'individuo e determinazione dell'universo.
Dà così origine ad un personalissimo stile astratto
neoplastico, in cui ciascun elemento figurativo è
ridotto alle direttrici verticali e orizzontali a cui è
possibile ricondurre ogni struttura naturale. In questa
griglia sono inserite campiture riempite dai colori
primari blu, giallo e rosso. Ne nasce un mondo pittorico
rigoroso e libero insieme, che dà immagine alle
dinamiche dell'universo, dal micro al macrocosmo.
Mondrian trascorre la sua esistenza tra l'Olanda,
Parigi, Londra e New York, dove si trasferisce nel 1940,
aderendo al gruppo degli American Abstract Artists, e
dove il ritmo e l'euforia della vita cittadina hanno un
impatto significativo sulla sua tarda produzione. Peggy
e Mondrian si conoscono in Inghilterra nel 1938 e
rimarranno amici fino alla scomparsa dell'artista nel
1944. Nel 1971 il museo Solomon R. Guggenheim di New
York gli ha dedicato un'importante retrospettiva per
celebrarne il centenario della nascita, confermando il
ruolo centrale svolto dall'artista nella storia
dell'astrazione.
Alexander Calder (1898-1976), nato a Lawnton, in
Pennsylvania, è stato "il primo americano del XX secolo
a guadagnarsi una reputazione europea" (George Heard
Hamilton). Nel 1926 si trova a Parigi e qui diventa
presto amico di Miró, con cui condivide il suo formale
senso dell'umorismo, la predisposizione per le forme di
carattere vegetale, e per linee espressive che creano
forme ricorrenti nello spazio. Una sua visita nello
studio di Mondrian suscita un forte impatto sulla sua
arte, come l'artista olandese anche Calder si limita
all'utilizzo dei colori primari e compone utilizzando
linee e piani. Calder sviluppa questo linguaggio visivo
in tre dimensioni, e dai primi anni '30, con i suoi "mobiles",
permette alle sue sculture sospese di muoversi nello
spazio. I suoi primi ritratti e le sue sculture sospese
vengono chiamati mobiles da Marcel Duchamp per il loro
lento e costante movimento. La mostra di Vercelli
presenta l'intero repertorio artistico di Calder:
Mobiles e Stabiles (sculture che poggiano a terra),
sculture da tavolo costituite da parti mobili, ritratti
realizzati con il fil di ferro, opere da parete (Costellazioni,
titolo che rimanda all'opera di Miró), gioielli e
dipinti su carta. Peggy e Solomon instaurarono una
duratura amicizia con Calder, riconoscendo la carica
innovatrice della sua concezione del fare scultura.
Peggy indossa un orecchino creato da Calder in occasione
dell'apertura della sua galleria-museo Art of This
Century nel 1942, e successivamente gli commissiona la
testiera del letto. Scrive la collezionista nella sua
autobiografia: "Non solo sono l'unica donna al mondo a
dormire in un letto di Calder, ma anche l'unica donna ad
indossare i suoi enormi orecchini mobiles". Entrambe i
lavori saranno esposti a Vercelli. La padronanza della
meccanica (Calder fece studi di ingegneria), lo stupore
per il movimento dei corpi celesti, l'infantile amore
per il mondo circense sono tra i principali elementi che
hanno dato vita alle imprevedibili e fluttuanti sculture
sospese di Calder.
I giganti dell'avanguardia: Miró, Mondrian, Calder e
le collezioni Guggenheim. Arca, Chiesa di San Marco,
Vercelli, 3 marzo - 10 giugno 2012. Mostra a cura di
Luca Massimo Barbero promossa da Regione Piemonte -
Città di Vercelli In collaborazione con Peggy Guggenheim
Collection con il contributo di Fondazione Cassa di
Risparmio di Vercelli. Organizzazione e produzione
Sistema Museo. Orari: 8 - 19, sabato e festivi: 8 - 20.
Informazioni e prenotazioni: tel 199.151.123 -
callcenter@sistemamuseo.it
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