Partendo dalla produzione degli ultimi dieci anni, le
opere di Nadir Afonso trasmettono la forza di un segno
innovativo che travalica gli schemi dei movimenti
artistici, per esplorare un nuovo linguaggio delle
forme.
Le
città
di Nadir Afonso si presentano come l’apparizione di
un’architettura in divenire e sembrano emergere da una
realtà apparentemente cancellata e pur affiorante negli
schemi di strutture diagonali, linee rette e poi
ondulate nei differenti cromatismi, dove l’intimità
raccolta della visione si espande alla ricerca di uno
spazio nuovo, più ampio e organizzato.
Tra le
numerose opere esposte l’artista presenta il suo omaggio
a Venezia con tre dipinti realizzati nei differenti
periodi: Le Grand Canal II del 1957 dove la
prospettiva della veduta è distribuita in un gioco di
forme che evocano lo skyline veneziano; Campos de San
Zanipolo del 1965 che sviluppa il profilo delle
architetture nel fascino dei cromatismi severi del blu e
del nero e Procissão em Veneza del 2002 dove
Piazza San Marco emerge come un’apparizione dal gioco
dei vorticismi cromatici. Ed è proprio in queste opere
recenti che si rivela la forza e la determinazione
dell’artista a proseguire una ricerca personale sulla
riscoperta e l’applicazione di un nuovo linguaggio
metafisico.
La
mostra, realizzata in occasione della Biennale
Architettura, inquadra anche la figura di Nadir Afonso
architetto e mette in luce la sua collaborazione con due
grandi protagonisti dell’architettura moderna
internazionale: Le Corbusier e Oscar Niemeyer con i
quali Nadir Afonso ha lavorato nel periodo degli anni
quaranta e cinquanta, prima a Parigi e poi a Rio de
Janeiro.
nota biografica
Nadir
Afonso, pittore, architetto e filosofo portoghese nasce
a
Chaves,
il 4 dicembre 1920.
Studia
architettura all’Accademia di Belle Arti a Oporto e dopo
la laurea si trasferisce a Parigi dove diventa amico e
collaboratore di Le Corbusier, con il quale lavora dal
1946 al 1951. Si trasferisce poi a Rio de Janeiro al
seguito di Oscar Niemeyer e collabora tre anni con il
grande architetto brasiliano. In Brasile conosce
l’artista italo-brasiliano Candido Portinari con il
quale intrattiene una lunga frequentazione personale e
artistica. Nel 1954 torna a Parigi dove partecipa a
numerose mostre di pittura alla galleria Denise René,
allora tempio delle esposizioni di arte astratta, dove
conosce numerosi artisti importanti, tra i quali: Pablo
Ricasso, Max Ernst, Giorgio de Chirico, Max Jacob,
Fernand Leger che lo ospita per alcuni mesi nel suo
atelier e con il quale intrattiene una lunga amicizia.
D’ora in poi la carriera di artista e pittore ha il
sopravvento sull’architettura e dal 1965, l’attività di
Nadir Afonso si sposta prevalentemente in questa
direzione. Dopo la grande mostra personale del 1959 al
Palais des Beaux-Arts di Parigi, l’artista portoghese
realizza numerose esposizioni in gallerie e musei
internazionali.
Dopo
il periodo barocco che, partendo dall’esperienza
surrealista arriva fino alle ricerche pittoriche
dell’amico Giorgio de Chirico, Nadir Afonso intraprende
la strada dell’astrattismo e imposta la sua ricerca su
rigorose costruzioni geometriche che rimandano allo
spazialismo e al costruttivismo degli anni sessanta fino
all’esperienza di artisti quali: Victor Vasarely;
Mortensen; Herbin e Bloc.
L’interesse per le discipline estetiche e gli studi
filosofici lo avvicinano anche agli intellettuali
francesi dell’epoca suoi contemporanei: Roger Garaudy;
Paul Ricoeur; Léon Degand e Jean Paul Sartre. In quegli
anni Nadir Afonso pubblicherà anche un testo molto
importante per l’estetica dell’arte: Les Mécanismes
de la Création Artistique.
NADIR AFONSO. Dall’Estetica Surrealista alla Città
Cromatica.
Palazzo Loredan, Venezia
S.
Marco 2945
30124
Venezia
Martedi - domenica 11-19
dal 30
Agosto all’ 11 Novembre 2012 |