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FIOR DI CACIO
profumi e sapori d’Umbria
Fior di Cacio 2012
A metà giugno, il
borgo fortificato di Vallo di Nera ospita nelle sue strade anulari
pianeggianti, intersecate da viuzze radiali molto ripide e nelle sue
piazze dove prospettano edifici sacri dal perfetto aspetto romanico,
la manifestazione Fior di Cacio, profumi e sapori d’Umbria in cui
protagonista è il formaggio, prodotto delle greggi - transumanti e
stanziali - che in questa zona dell’Umbria sud-orientale sono
presenti in notevole quantità e di cui lo stesso paesaggio agrario,
risultato delle intense e secolari ceduazioni, è stato modificato
per favorire la loro presenza.
Tra artisti
popolari e poeti a braccio, percorrendo le vie del centro storico,
le cantine vengono aperte per alloggiare gli strumenti dei casari
utilizzati nella lavorazione del formaggio in tutte le fasi, che in
queste montagne sono rimaste, sostanzialmente, le medesime descritte
nel periodo a cavallo tra i sec. XIV e XV dall’agronomo Corniolo
della Cornia, nella sua opera “La Divina Villa”, assumendo,
però, il carattere di operazione artigianale che la sapienza
popolare ha affidato alla tradizione orale, senza lasciarne tracce
scritte.
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Si può
degustare un tipico prodotto della Valnerina:
la ricotta
salata stagionata, preparata con lo stesso procedimento di
quella fresca, con la differenza che, appena affiorata, la
massa viene avvolta in strofinacci di tela a cui si dà la
forma di imbuto ed appesa per favorirne l’indurimento con la
scolatura del siero; deve trascorrere una giornata prima di
toglierla dal suo involucro e procedere alla salatura;
infine, prima di essere messa a stagionare, viene cosparsa
di chicchi di avena o coperta con fieno maggengo.
Molte sono
le forme di cacio, -a pasta molle, dura,
semicotta, cotta, o cruda- dall’aroma inconfondibile per
la grande varietà di erbe, arbusti e gemme a disposizione
delle bestie che pascolano all’aperto e che possono essere
degustate con la parallela iniziativa “i mille matrimoni del
formaggio” smentendo gli antichi pregiudizi e prescrizioni
che accompagnavano il consumo di latticini, quali calcoli
renali, malattie al fegato ed alla milza, calo della vista
e lebbra … tutte affezioni imputabili a latte e derivati e
che si riassumono nel medievale aforisma “caseus est sanum
quem dat avara manus”.
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In
queste due giornate di giugno, dedicate al cacio,
è possibile sperimentare accostamenti, inediti e
gustosi, tra il formaggio ed altre pietanze in un
matrimonio all’insegna del gusto.

Sono,
inoltre, previste sia delle visite guidate lungo i
sentieri della transumanza, fino ai pascoli d’altura
delle montagne circostanti il territorio di Vallo di
Nera, dove risiedono i pastori che si dedicano
all’attività casearia sia degli incontri tematici di
approfondimento sui diversi aspetti dell’argomento
formaggio, ed è possibile assistere alla disfida del
ruzzolone, un tradizionale gioco dei luoghi dove era
praticata l’attività della transumanza, in cui il
formaggio di pecora – quello più duro e stagionato –
diventa anche lo strumento protagonista del lancio delle
ruzzole: belle e grosse forme di cacio duro e ben
stagionato, delle quali i pastori non erano mai
sprovvisti, in previsione di disfide.
Nata
con lo scopo di valorizzare il prodotto ed evidenziarlo
come fattore di qualità del territorio, la
manifestazione ha periodicità annuale ed è un
appuntamento in cui i casari e i produttori di formaggio
di tutta l’Umbria si ritrovano per esporre i loro
prodotti in un contesto storico altamente qualificato.
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