Come
afferma l'artista "l'uomo moderno che contempla lo
scenario della catastrofe si deve interrogare
innanzitutto sulla forma e sul senso delle proprie
responsabilità. Ciò che traspare dal volto contemporaneo
della catastrofe non è soltanto la violenza che
scaturisce dall'energia della natura, ma la presunzione
dell'individuo convinto di poter gestire i destini
dell'universo senza rispettare l'ecosistema.""
Gli elementi creati e modellati con la tecnica digitale
del 3D sono l'equivalente di sculture virtuali che
prendono spunto da immagini nanomolecolari viste per
mezzo di potentissimi microscopi elettronici.
Ogni elemento si determina attraverso una rinnovata
percezione visiva: in un grammo di materia si può
immaginare siano contenute le forme e le energie
dell'universo.
La visione stereoscopica 3D dilata gli aspetti
enigmatici e ambigui delle forme e ci mette a confronto
con quel perturbante estetico che minaccia la coerenza
delle nostre sintesi percettiva. E' una visione che
investe interamente il corpo di chi osserva
permettendogli un viaggio immersivo ed emozionante
nell'universo naturale che si mostra in tutta la sua
dirompente energia.
La mostra viene completata da venti lavori progettuali
tra foto e disegni a cui si accompagna una serie
d'interventi plastici dove l'artista crea paradossali
macchine del tempo all'interno delle quali è possibile
ammirare, in un contesto straniante, talune animazioni.
Gli elementi plastici diventano luogo di proiezione per
un pubblico che si trova ad affrontare un universo in
continua metamorfosi.
Tra le altre novità dell'esposizione, vanno segnalati
gli occhiali-scultura, naturalmente 3D, dove l'artista
crea una serie di prototipi personalizzati per vedere i
lavori esposti. In tal modo anche lo spettatore, con la
propria maschera, diventerà parte integrante dell'opera.
Giuliana Cunéaz e il 3D
Il 3D, guardato a lungo con sospetto e scambiato come
prodotto di esclusivo consumo spettacolare, solo di
recente è stato oggetto di una più attenta analisi
grazie soprattutto all'attenzione dimostrata dai grandi
registi come Wim Wenders e Martin Scorsese.
Per Giuliana Cunéaz il 3D ha sempre rappresentato uno
strumento di analisi autonoma che le ha permesso di
accedere a quel mondo ambiguo e metamorfico che sin
dall'inizio degli anni novanta è parte integrante della
sua poetica.
L'artista lavora sul nomadismo dei linguaggi proponendo
una continua ibridazione degli elementi che dialogano
tra loro creando un universo unico e affascinante. La
pittura sullo schermo (nel 2006 ha inventato gli
screen painting intervenendo con la pittura
direttamente sullo schermo), le immagini virtuali, il
processo nanotecnologico e le sculture rappresentano
un'unica dimensione intorno alla quale è possibile
interrogare la materia in base. In tal senso,
l'animazione grafica 3D appare lo strumento ideale per
sviluppare un nuovo modello formale che non nasce dalla
manipolazione della realtà, bensì dalla creazione di un
universo parallelo con radici nel nostro inconscio e
nella nostra memoria. "Il 3D rappresenta il passaggio
dalla bidimensionalità alla tridimensionalità investendo
un processo ricco di conseguenze", afferma Giuliana
Cunéaz. "E' la dimensione spazio-temporale a subire un
profondo cambiamento e quando creo le mie immagini
dipingo e scolpisco al tempo stesso seguendo un percorso
che coinvolge direttamente la videoanimazione.
L'animazione 3D dilata gli aspetti enigmatici e ambigui
delle forme, in quanto nessuna di esse è veramente
riconducibile a una precisa entità, ma si presenta come
parte di un'architettura complessa."
Nota Biografica
Giuliana Cunéaz (Aosta, 1959) vive e lavora ad Aosta e
Milano.
Diplomata all'Accademia Belle Arti di Torino, utilizza
tutti i media artistici, dalla videoinstallazione alla
scultura, dalla fotografia alla pittura sino agli
screen painting (schermi dipinti), tecnica da lei
inventata.
Dall'inizio degli anni Novanta inizia un'indagine dove
la ricerca plastica si coniuga con le sperimentazioni
video. E' stata tra le prime artiste a lavorare sulle
immagini stereoscopiche 3D, procedimento che utilizza
sin dal 2003.
L'artista ha identificato una dimensione del tutto
innovativa dove la componente naturale viene
riattualizzata attraverso le immagini in 3D e l'uso
delle nanotecnologie che diventano lo spunto per alcuni
recenti progetti come Zona Franca (2004),
Quantum Vacuum (2005), I Mangiatori di Patate
(2005), Occulta Naturae (2006), The Growing
Garden (2007-2008), The God Particle e
Matter Waves (2009), Neither Snow nor Meteor
Showers (2010), Waterproof (2011), Zone
fuori controllo (2011-2012), Mobili in Mobilis
(2012).
Giuliana Cunéaz ha iniziato a presentare i suoi lavori
in importanti spazi pubblici e privati italiani e
internazionali dall'inizio degli anni Novanta.
Ha partecipato, tra l'altro, al Festival di
Videoformes nel 1991, 1993 e 1996. Nel 1994 ha preso
parte alla Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 2002 ha
esposto al Museo d'Arte Contemporanea di Bucarest. Le
sue opere sono state presentate nel 1995 al Museo
Revoltella di Trieste; nel 2000 al Museo Pecci di Prato
e alla Torre del Lebbroso di Aosta. Nel 2002 ha
partecipato a Exit nello spazio della Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Nel 2004 ha preso
parte, nell'ambito della Quadriennale di Roma, a
Anteprima di Torino. Nel 2008 ha partecipato a
Tina B. Festival a Praga e alla terza edizione della
Biennale di Siviglia Youniverse. Nel 2009 ha
esposto al PAV, Centro d'Arte Contemporanea di Torino e
ha partecipato alla collettiva Corpi, Automi Robot
al Museo d'Arte di Lugano. Nel 2010 ha esposto alla
Nuovissimo Arsenale di Venezia, nell'ambito del progetto
Tina B. in occasione della Biennale di
Architettura. Nel 2011 è stata invitata al Premio
Maretti nella sede del Museo Pecci di Prato e ha
partecipato alla mostra Principia Stanze e Sostanze
delle Arti Prossime in Piazza Duomo a Milano e nel
2012, sempre a Milano, ha preso parte alla mostra
Pelle di Donna, Identità e bellezza tra Arte e Scienza,
nella sede della Triennale.
Gagliardi Art System
Via Cervino 16, 10155 Torino
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