«Dedicare
una giornata ad Adriano Olivetti e alla sua fabbrica
– spiegano gli ideatori del convegno Caterina Bottari
Lattes e Paolo Mauri – significa
innanzitutto ribadire che un progetto originale e
articolato come il suo è ancora perfettamente attuale,
soprattutto se si riflette sulla portata di quel
progetto, teso a incidere sul territorio, sui servizi,
sull’urbanistica, sulla cultura in generale e sulla
tutela materiale e psicologica degli individui
coinvolti. Il convegno vuole sottolineare il valore
umanistico dell’iniziativa e promuovere la difesa di un
patrimonio inalienabile, raggiunto a prezzo di lotte
ormai secolari e oggi da molte parti minacciato: la
dignità del lavoro».
Il
programma della giornata prenderà il via alle ore
9,30 con i saluti di Caterina Bottari Lattes e Paolo
Mauri, che apriranno il convegno La
Fabbrica ai tempi di Adriano Olivetti,
coordinato da Bruno Quaranta.
Piero Fassino
parlerà di Fabbrica come comunità; Giuseppe
Lupo presenterà l’intervento dal titolo Memorie
di Adriano. La letteratura olivettiana fra utopia e
disincanto;
Carlo
Cerrato
ripercorrerà la figura di Olivetti con
filmati dall’archivio Rai con il suo
Immagini di Adriano, memoria
di una vita in anticipo;
Luciano Gallino
rifletterà su Attualità della ‘fabbrica’ di Adriano
Olivetti;
Enrico Loccioni
tratterà il tema Dal ‘metalmezzadro’ all’impresa
della conoscenza; Laura Olivetti
illustrerà La cultura della comunità: fabbrica,
territorio e servizi culturali.
Nel
pomeriggio la tavola rotonda Per una nuova
cultura del lavoro, coordinata da Paolo Mauri,
si aprirà alle ore 14,30 con la proiezione dell’ultima
intervista video rilasciata da Adriano Olivetti
al giornalista Rai Emilio Garroni, poco prima della
scomparsa nel 1960. A discutere di cultura e dignità del
lavoro: Piero Bevilacqua, Valerio Castronovo,
Furio Colombo e Miguel Gotor.
Adriano Olivetti
Adriano Olivetti nasce a Ivrea nel 1901. Figlio di
Camillo Olivetti, fu un industriale e un uomo politico
di grande rilievo nella storia italiana del secondo
Dopoguerra, mosso dalla ricerca su come si potessero
armonizzare sviluppo industriale, affermazione dei
diritti umani e democrazia partecipativa dentro e fuori
la fabbrica. Muore improvvisamente nel 1960, lasciando
un’azienda presente sui maggiori mercati internazionali,
con circa 36.000 dipendenti, e un progetto culturale,
sociale e politico, dove fabbrica e territorio sono
integrati in un disegno comunitario.
Dopo
la laurea in Chimica industriale, nel 1924 Olivetti
inizia l’apprendistato come operaio nella fabbrica di
macchine per scrivere fondata dal padre Camillo nel 1908
a Ivrea. L’anno successivo inizia a proporre un
programma per modernizzare l’attività:
dall’organizzazione decentrata del personale alla
direzione per funzioni, dalla razionalizzazione dei
tempi e metodi di montaggio allo sviluppo della rete
commerciale in Italia e all’estero. Sin da subito
concepisce innovative intuizioni di prodotto: la prima
di queste è la prima macchina per scrivere portatile, la
Mp1. Nel 1932 è nominato Direttore Generale dell’azienda
e nel 1938 ne diventa Presidente, subentrando al padre.
Guida così l’Olivetti verso obiettivi di eccellenza
tecnologica, innovazione e apertura verso i mercati
internazionali, con particolare cura per il design
industriale e il miglioramento delle condizioni di vita
dei dipendenti. Nel 1948 costituisce il Consiglio di
Gestione, primo esempio in Italia di organismo
paritetico con poteri consultivi sui finanziamenti per i
servizi sociali e l’assistenza. Nel 1956 riduce l’orario
di lavoro da 48 a 45 ore settimanali a parità di
salario, in anticipo di diversi anni sui contratti
nazionali di lavoro. Tra la fine degli anni Quaranta e
gli anni Cinquanta introduce nel mercato alcuni prodotti
destinati a diventare oggetti di culto, tra cui la
macchina per scrivere
Lexikon 80
(1948), la macchina per scrivere portatile
Lettera 22
(1950), la calcolatrice
Divisumma 24 (1956). Intanto la gamma dei prodotti viene
ampliata, la capacità produttiva della fabbrica si
espande e l’attenzione della Olivetti si concentra anche
sull’emergente tecnologia elettronica.
La
fabbrica diventa inoltre cenacolo di intellettuali che
si uniscono attorno a Olivetti: sociologi, architetti,
scrittori, scienziati della politica e
dell’organizzazione industriale, psicologi del lavoro,
come Paolo Volponi, Luciano Gallino, Franco Fortini,
Luciano Foà, Furio Colombo, Tiziano Terzani, Franco
Momigliano.
La
poliedrica personalità di Olivetti lo porta a occuparsi
anche di problemi di urbanistica, architettura, cultura,
oltre che di riforme sociali e politiche. A Ivrea
promuove la costruzione di nuovi edifici industriali,
uffici, case per dipendenti, mense, asili, progettati da
grandi architetti, dando origine a un sistema di servizi
sociali per i dipendenti Olivetti, accessibili
all’intera comunità eporediese. Nel 1951 collabora con
il Comune di Ivrea per l’avvio di un nuovo Piano
Regolatore della città.
Durante l’esilio in Svizzera (1944-1945) completa la
stesura della sua opera più importante: L’ordine
politico delle comunità, pubblicato alla fine del
1945. Nel libro sono espresse le idee che costituiscono
la base programmatica del Movimento Comunità, movimento
politico di orientamento liberalsocialista che fonda nel
1947 e di cui la rivista Comunità diventa il
punto di riferimento culturale. Nel 1956 il Movimento
Comunità si presenta alle elezioni amministrative e
Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea.
Fondazione Bottari Lattes
La
Fondazione Bottari Lattes (www.fondazionebottarilattes.it),
situata a Monforte d’Alba (Cn), è nata nel 2009 e ha
come finalità la promozione della cultura e
l’ampliamento della conoscenza del nome e della figura
di Mario Lattes. Tra le principali attività organizzate:
il Premio Bottari Lattes Grinzane (i vincitori
dell’edizione 2012 Patrick Modiano, Laura Pariani,
Romana Petri e Jón Kalman Stefánsson saranno premiati a
Torino il 13 ottobre), le mostre di arte e fotografia (Freud-Rembrandt.
Incisioni fino al 17 giugno), il Festival
internazionale di musica Cambi di Stagione (con i
prossimi concerti del 16 e 17 giugno), i convegni
tematici e i progetti per le scuole (come Il Villaggio
di Marco Polo).
Info:
www.fondazionebottarilattes.it – 0173.789282 -
segreteria@fondazionebottarilattes.it
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