La società raccontata da
Horvàth (che non nomina mai
il nazismo in modo esplicito)
somiglia alla nostra: cinica, insicura, esposta ai facili
slogan dei media e del potere.
Gli adolescenti di Horvàth
somigliano ai nostri: fragili e disorientati, abitati da
pulsioni che, se inascoltate, possono tradursi in
indifferenza, incapacità di relazione, disprezzo di sé e
dell’altro da sé. È per questo che Gioventù senza Dio
diventa uno Spettacolo politico, nell’intento di mettere il
racconto di Horvàth in rapporto con l’Italia di oggi.
Nella trama del romanzo la
società odierna irrompe con il suo volto cialtronesco: un’Italietta
televisiva cede al carisma dell’uomo forte, le cui pose
istrioniche nascondono la violenza di
un pensiero unico,
totalitario.