PRESENTAZIONE e RECENSIONE
ARTISTA e MOSTRA
(Presentazione a cura di
ELEONORA BUTTAFARRI, Artista e Titolare de "La Saletta
dell'Arte" di Taranto; Recensione della Dott.ssa KATIANA
SPINELLI, storica e critica d'Arte Contemporanea)
La donna
protagonista e ingrediente sovrana delle sue opere, con
la sua purezza che si congela negli occhi dilatati e
celestini. La timida innocenza che si plasma nella
bellezza acerba ed eterea dei corpi infantili, adagiati
nella poesia candida di una natura incontaminata. La
figura maschile adulta si affaccia con discrezione
nell'armonia sacrale della scena muliebre.
La maschera, elemento
volutamente dissonante in molte sue opere, è il triste
confine tra il sogno dell'eterna innocenza e la certezza
palpabile della polvere. E, purtroppo, siamo diventati
ormai tutti abili fabbricanti e mercanti di
maschere: artistiche armi sopraffine plasmate per
inscenare i nostri duelli contro il duro inesorabile
destino.
L'imponente matericità dei
suoi dipinti si contrappone alla delicatezza dei volti
raffinatamente ritratti, ma sostiene magistralmente il
ruvido messaggio che l'artista intende far trasudare dai
suoi eterei simulacri della coscienza primordiale.
Eleonora Buttafarri
Elio de Luca, in chiave
“anti-moderna”, intraprende un percorso impegnativo nel
panorama artistico contemporaneo, imponendosi grazie
alla sua riconoscibile cifra stilistica.
Evidentemente affascinato
dalla lezione primitivista, l’artista attraverso le sue
poetiche figure delineate da forme geometriche, comunica
con mezzi esigui e linguaggio arcaico, al di là delle
convenzioni formali.
I suoi personaggi, che
rimandano dunque ad un passato primordiale, si
caratterizzano per i grandi occhi cerulei e sgranati,
che rappresentano ciò che è stato e che sarà: il
passato, l’incertezza del futuro e il suo inesorabile
arrivo. Quegli occhi però così fissi e immutati
esprimono un silenzio che grida e rapiscono chi guarda
con la forza della loro carica emotiva, rintracciabile
in opere come L’abbraccio e La stanza della
solitudine.
Si tratta di emozioni che
si acuiscono quando si affrontano temi più personali e
familiari, come ne La famiglia, dove il bambino
dallo sguardo mesto, stretto in un abbraccio con i
genitori, spera che quell’attimo di tenerezza possa
rimanere immutato nel tempo.
Personaggi isolati,
accolti in un ambiente spoglio ed incontaminato,
recitano con un certo distacco un copione perfettamente
studiato. Ognuno è obbligato ad avere una sua parte nel
palcoscenico della vita; tutti indossiamo una maschera
precostruita che ci imponiamo o che ci è imposta, e che
impedisce l’emergere del nostro vero io. Tutto ciò
avviene, però, con naturalezza e disinvoltura, come ne
il Mercante di emozioni, dove il personaggio
baratta e propone “maschere”, senza che il volto lo
tradisca, come se fosse una normale consuetudine
consolidata nel tempo.
Nelle sue opere l’artista
manifesta la malinconia e l’inquietudine del tortuoso e
contraddittorio percorso umano e, spinto da un’esigenza
etica, comunica agli altri la sofferenza e
l’imperfezione del mondo attraverso immagini sospese nel
tempo.
Dott.ssa Katiana
Spinelli
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