Intervista a Luca De Bei:
Come
nasce questo nuovo testo?
“Di
notte che non c’è nessuno” è in realtà una ideale
prosecuzione di “Le mattine dieci alle quattro” (premio
Le Maschere del Teatro 2011 – Migliore autore di
novità italiana), o meglio è un suo
completamento. È la faccia opposta della medaglia. Non è
un caso che nel primo titolo ci fosse la parola
“Mattina” e qui il suo opposto, la “Notte”. Nel primo
testo i tre personaggi si ergevano in qualche modo al di
sopra del disagio sociale, erano anime “pure” che
cercavano, e in qualche caso trovavano, il coraggio per
andare avanti, per resistere, per credere nella forza
dei sentimenti. Erano personaggi positivi, in cerca di
valori. Infatti il tema portante, nonostante l’argomento
“tematico” fosse quello delle morti sul lavoro, era una
storia d’amore e anche di amicizia e solidarietà. Qui,
in “Di notte che non c’è nessuno” i personaggi sono
invece immersi nel disagio, ne fanno parte, addirittura
ne sono i responsabili.
Chi
sono i protagonisti della vicenda?
Il
ragazzo e la ragazza sono dei delinquenti, anche se di
piccolo calibro (ma mettono in atto il rapimento di un
neonato), il terzo uomo, un avvocato, viene dalla
borghesia e “scende” nell’inferno di una notte fatta di
violenza e se ne rivela, sorprendentemente attratto e
complice. In tutti e tre è palese un vuoto di valori, di
ideali. E’ il “non esserci nessuno” del titolo. Le loro
anime sono un pozzo vuoto, un gorgo che risucchia
l’ambiente esterno, lo vuole possedere, fagocitare,
digerire (come il serpente di cui parla il ragazzo, che
si nutre solo di prede vive).
Il
giovane avvocato rappresenta qui l’ipocrisia di una
società che si fonda sulla menzogna, sull’apparenza. Nel
corso della storia rischierà di pagar a caro prezzo la
sua condotta, e il compromesso fatto per ottenere un
lavoro di prestigio (anche se sarà in realtà
sbeffeggiato dal suo “dominus”, il suocero). Proviene da
una famiglia modesta e crede di poter realizzare un
avanzamento sociale sposando la figlia di un noto
avvocato. Pur di essere accettato nel mondo che agogna,
accetta di diventare padre e di dare al suocero un
nipote. La sua natura omosessuale lo spinge perciò a
cercare sesso fuori dal nucleo familiare con giovani
ragazzi che si prostituiscono (è risaputo peraltro che
la maggioranza dei clienti dei giovani prostituti sono
proprio padri di famiglia). Ma questo personaggio è
anche una vittima di un sistema che rende i neo-laureati
in giurisprudenza schiavi degli studi di avvocatura, che
il sottopongono a trattamenti umilianti per il
praticantato necessario all’esame di abilitazione alla
professione. È’ insomma,un personaggio che sia nel
privato che nel pubblico, è sottoposto a pressioni e
richieste che rischiamo di farlo “esplodere”.
C’è un
filo conduttore che lega i suoi personaggi?
Nei
miei testi i personaggi sono in genere ai margini della
società: dimenticati, smarriti, manchevoli, orfani,
impreparati. Per questo osservano dall’esterno le regole
del vivere sociale, e ne possono mettere anche se spesso
inconsapevolmente, alla berlina le ipocrisie, le falle,
i soprusi. La famiglia non è, a mio avviso, mai stata un
vero valore per la società occidentale contemporanea, ma
solo un mezzo di controllo, di consumo, di demagogia
politica e sociale. La famiglia dell’accezione
patriarcale e contadina (ricca di valori e di
insegnamenti per i giovani) ha lasciato il posto a un
goffo simulacro di nucleo familiare. Eppure, nonostante
all’interno delle famiglie avvengano la stragrande
maggioranza di violenze fisiche e psicologiche, stupri,
delitti, tutti i rappresentanti del consesso civile
fanno a gara per elogiare il concetto di famiglia,
approvano leggi per la sua tutela, disconoscono ogni
altro tipo di unione, di legame, di nucleo familiare.
Ritengo invece che l’amicizia, gli affetti, e in primo
luogo la solidarietà e l’empatia siano la nostra unica
possibilità per un riscatto, per un progresso reale e
anche l’unica chance che abbiamo per salvare noi stessi
e gli altri dalla catastrofe sociale e ambientale verso
cui l’umanità intera (sette miliardi di individui) si
sta dirigendo con colpevole indifferenza.
BIO DEGLI ATTORI
David Sebasti
Nato a
Buenos Aires, si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte
Drammatica Silvio D'Amico. Al cinema ha lavorato in: “Il
Compagno” dal romanzo di Pavese regia di F. Maselli,
“Il quaderno della spesa” per la regia di Tonino Cervi,
“Eleonora D'Arborea” regia di Claver Salizzato,
“Cocapop” regia di P. Pozzessere.
Televisione: "LE RAGIONI DEL CUORE” di L. Manfredi, A.
di Francisca e A. Simone, "CUORE" di M. Zaccaro, "La
dama delle camelie" di L. Gasparini, "La provinciale"
nel ruolo di Paolo Genzano regia di P. Pozzessere,
"Nati ieri" nel ruolo di Marco Captano per la regia di
L. Miniero e P. Genovese, "I RIS 3" nel ruolo di
Giovanni Verdelli per la regia di P. Belloni e A. Sweet,
"Un medico in famiglia 5" Protagonista nel ruolo di
Emilio per la regia di I. Leoni, E. Marchetti e F.
Giordani , "Il bene e il male" regia di G. Serafini.
In
teatro lavora per moltissimi spettacoli diretti da
Giancarlo Cobelli. Tra gli altri ha lavorato come
protagonista in:"EVA PERON"di Copi - regia Massimo
Belli, “PEER GYNT" OPERAdi Ibsen - regia Alvaro
Piccardi, "LA BOTTEGA DEL CAFFE'" di Goldoni - regia
Gigi Dall'Aglio, "ANDREAS O I RICONGIUNTI" di
Hofmannsthal - regia Giancarlo Cobelli, "L'IDIOTA" di
Dovstojevski - regia Gigi dall'Aglio, "RITORNO A CASA"
di H. Pinter - regia G. De Monticelli, “FRAMMENTI DI UN
DISCORSO AMOROSO” - regia P. Maccarinelli, “MEDEA LA
LUNGA NOTTE” di C. Alvaro, - regia G. Gleijeses,
“FEDRA” 3° Edizione - regia M. Sciaccaluga, “COL
PASSARE DEGLI ANNI” di D. Vallatico - regia M. Maltauro,
“LA COSCIENZA DI ZENO” - regia P. Maccarinelli, "The
priest and the clown" (La Mama - New York) - regia D.
Ruspoli, “MARLENE”di G. Manfridi - regia.Maurizio
Panici, “L’APPUNTAMenTO A LONDRA” - regia.Maurizio
Panici, “MEDEA” di Euripide - regia Maurizio Panici.
Azzurra Antonacci
Attrice formatasi fin da bambina come doppiatrice, passa
nel giro di pochissimo tempo davanti alla macchina da
presa e sopra al palcoscenico. Ha girato come
coprotagonista note fiction e film tv tra cui "Le ali
della vita" di Stefano Reali, "Il bello delle donne",
"Distretto di polizia", lavorando anche nel cinema
("Aria" di V. D'Annunzio, "Il Cielo Cade" dei fratelli
Frazzi). In teatro è scritturata in diversi spettacoli,
ed è diretta tra gli altri dai registi Valerio Binasco
("L'Intervista"), Lluis Pasqual ("La Casa di Bernarda
Alba").
Gabriele Granito
A
quattordici anni debutta come attore lavorando con
compagnie teatrali pugliesi. Trasferitosi a Roma dopo il
diploma scientifico, prende lezioni private dall’attrice
Angela Cavo. Si iscrive a lettere e filosofia e,
parallelamente, inizia a frequentare i laboratori
teatrali diretti da Caterina Costantini e con lei
arrivano anche le prime scritture teatrali. Ha
conseguito la laurea in “Letteratura, Musica e
Spettacolo” presso la facoltà di lettere e filosofia de
“La Sapienza”. Ha frequentato i corsi dell’ “Atelier
Albertazzi” tenuti dal Maestro Giorgio Albertazzi. In
teatro ha lavorato con: Valeria Valeri, Milena Vukotic,
Caterina Costantini, Luca De Bei, Marco Carniti, Giorgio
Albertazzi, Mario Prosperi, Marco Maltauro. In
televisione ha preso parte a spot pubblicitari. E’
protagonista del cortometraggio “Dobbiamo rubare la
ricotta” diretto da Francesca Mazzoleni e presentato nel
2011 al “Festival Internazionale del Film di Roma”.
Durata
Spettacolo: 1ora e 20min
Teatro
Lo Spazio - Via Locri 43 - Rome, Italy
Dal
martedì al sabato ore Ore 21,00 – domenica ore 18,30
Biglietto: Ingresso 12 Euro, ridotto 7 Euro, tessera
associativa trimestrale 3 Euro
Prenotazioni per il pubblico: tel: 06 77076486 -
0677204149
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