Il suo
percorso di ricerca, dai primi anni Sessanta a oggi, sarà
scandito da due linee guida distinte ma complementari,
preannunciate dal doppio senso insito nel sottotitolo della
mostra: “Sui generi/s”. L’esposizione illustrerà, infatti, da un
lato il lavoro di un artista “sui generis” dal momento che ha
scelto una tecnica antica, come quella della pittura su lino,
per fare ricerca estetica nella nostra contemporaneità
ipertecnologica, nella quale le arti sono sempre più contaminate
con le tecno-scienze.
Dall’altro
lato, oltre a dimostrare le vitalità della pittura, Ventrone,
autore colto e sensibile e dal gusto estremamente raffinato, è
stato capace di reinventarne i generi – natura morta, paesaggio,
ritratto di figura – in una scrittura pittorica assolutamente
nuova, iperbolica, esagerata, barocca, metafisica, tutt’altro
che iperrealista. Ventrone, infatti, “[...] esagera, perfeziona
il reale, – ha scritto Vittorio Sgarbi – anche nelle sue
imperfezioni. E ci costringe a fare i conti con immagini che non
ci avrebbero, al di fuori della sua interpretazione,
interessato”. |
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