Il risultato si concretizza in
un’immagine confusa ma altrettanto ricca di
significato”. L’artista ama la luce, il colore, la sua
presenza materica e il loro reciproco influenzarsi.
Quadri, istallazioni, opere realizzate con tante
tecniche, poesie, ne vengono invase. Da qui scaturisce
anche la pittura sul vetro e l’impiego del vetro nei
suoi lavori, così come la serie che sperimenta gli
effetti provocati da pochi colori della stessa gamma
cromatica ma di tonalità diversa, combinati insieme e
uniti a una cascata di materiale brillante che talvolta
copre solo parte della superficie dipinta talvolta
totalmente. “Il modo di procedere è simile al dripping e
più in generale al gesto automatico surrealista, poiché
si fonda sul principio di casualità, improvvisazione e
il rifiuto di ogni costruzione formale a favore della
gestualità e del dinamismo del corpo. Come nel dripping,
la tela viene posta a terra e lavorata da tutti e
quattro i lati, ripetendo gli stessi gesti. Qui, però,
ogni tela cambia per il modo in cui è steso il colore e
per il materiale impiegato”. Differente è anche il modo
di operare che nel dripping richiede la sgocciolatura
del colore sulla tela, mentre in questa serie l’artista
lavora a contatto con essa, servendosi di diversi mezzi
(spugna, pennelli o direttamente con le mani). Il
risultato è un gioco di colori e di luci che,
richiamando Rothko, vuole suscitare emozioni
nell’osservatore, scavando nell’interiorità. A partire
dal 2012, Catini ha iniziato ad avvicinare l’idea, ossia
il processo analitico, alla sperimentazione. Infatti, se
da un lato è chiaramente apprezzata l’arte concettuale,
tuttavia ciò non la limita a sfruttare le componenti
manuali e materiali. Nel suo lavoro cerca di unire il
concetto con la bellezza dell’effetto del materiale, di
cui si serve per esprimerlo, perché crede che il
materiale debba parlare da se’, come se spiegasse lui
stesso il significato del lavoro finale. “L’uno non è
subordinato all’altro.”
Arte povera. Suggestioni da Pistoletto.
Rivelazione di spontaneità combinata con le proprietà
energetiche, fisiche e metamorfiche del materiale puro,
primo, incontaminato o del materiale industriale come il
vetro, gli specchi, la gomma, la stoffa; preleva questi
materiali dalla realtà e giocando con l’odore, la
temperatura, il suono e vuole risvegliare i cinque
sensi, ma anche tentando una ribellione all’ideologia
politica dominante e alla logica commerciale del sistema
dell’arte e i suoi spazi espositivi.
La mostra è dedicata a una zia della
giovane “artista” a cui è anche omaggiata una piccola
retrospettiva; oltre che a uno zio che ne ha sempre
apprezzato le doti.
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