Lo
stesso Nucci disse: "il nudo perché è luce". Nudo scevro
di sovrastrutture culturali, sociali ed inconsce. Nudi femminili
come stilemi che non cadono mai nella leziosità, ma piuttosto,
con i loro colori, sembrano sollecitare la nostra e, forse, la
comune memoria. C'è sempre un velato senso, una vibrazione che
ci suggerisce il passato, non inteso in senso storico, ma come
vita già vissuta, come azioni, esperienze, accadimenti, che ci
fanno assurgere nella realtà delle opere. E così nei suoi
paesaggi, come scrive Achille Pace: "Nucci dipinge Roma
immaginandola immersa in una luce di esotica e fiabesca
allegoria pittorica, con un più di natura". Le piante ed i
fiori di Nucci sovrastano i monumenti, inondano lo spazio della
tela. Piante demiurghe, piante salubri e medicamentose in senso
spirituale. Fiori come aneliti di anima. "Il 27 Settembre, nel
ventennale della sua morte, alzeremo insieme i calici in memoria
di Giuliano Nucci e in omaggio alla sua arte sempiterna."
(Giovanna Foresio)
Fra le mostre più importanti:
1965 Agosto Corcianese, Perugia 1966 Galleria "Stagni", Roma
Premio Purgi, Santa Severa, Roma 1967 Galleria "Il Babuino",
Roma 1968 VI Biennale di Roma e Lazio, Roma 1970 Galleria
"L'Ancora", Roma 1971 Galleria "Mariross", Roma 1974 Rassegna
"Ai Frari", Viareggio1976 Galleria "L'Ariete", Roma 1977 Via
dei Querceti, Roma 1978 |
|