Primo amore è una storia di bambini. Primo
amore è una storia per grandi. È la storia di Emma e
di sua madre che decide di non parlarle per un anno; è
la storia di Emma e di Sandrino, il suo fratellino più
piccolo, di suo padre, delle sue sorelle, di una
governante contadina e manesca, dei segreti che si
nascondono fra le mura di una casa perbene, dove tutto
deve sembrare perfetto.
Sullo sfondo di una Puglia visionaria, Primo amore
racconta l’infanzia dal punto di vista di Emma, e la
voce adulta dell’autrice rimane appena in sottofondo,
senza mai sovrapporsi a quella della protagonista, ma
veicolando elementi che vanno oltre la sensibilità
infantile.
L’infanzia diventa la metafora di un percorso comune, in cui
tutti possono riconoscersi, non solo perché riportati a una
memoria spesso perduta, ma soprattutto perché possono
immedesimarsi nello stesso tentativo di superamento del dolore,
nella stessa ricerca di risposte, che il più delle volte, per
Emma come per tanti, rimane inevitabilmente sospesa.
«Alla fine – osserva De Cataldo nella Prefazione – il grande
mistero di una madre fredda sino al limite dell’anaffettività
non sarà sciolto: al lettore l’interpretazione, al suo cuore
decidere se la pietas sarà destinata a prevalere, nel futuro di
Emma, o se, non più bambina, si porterà sempre dentro i segni
della ferita. Come troppo spesso accade a chi è stato non amato,
o amato male».