Al
fascino della scoperta che si fa suggestiva visione di
mondi "altri" soggiacquero Eugenio Zampighi,
Pompeo Mariani, Augusto Valli, Giulio
Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni,
a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta
la penisola di un'affascinante attrazione.
Dall'Orientalismo non sfuggì certo il Mezzogiorno
d'Italia. Ne fu testimonianza, a Napoli, Domenico
Morelli che, senza mai aver messo piede nei
territori d'oltremare, descrisse magistralmente velate
odalische, figure di arabi, mistiche atmosfere di
preghiere a Maometto. Visioni esotiche soffuse di
raffinato erotismo si ritrovano anche negli olii
scenografici di Fabio Fabbi, del siciliano
Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti.
Quest'ultimo in particolare, di ritorno da un viaggio in
Turchia, si dedicò alla produzione di opere orientaliste
di tono intimista, come per esempio Le ricamatrici
levantine, venate dallo stesso "garbo mediterraneo",
presente nelle odalische di Morelli
Una attenzione peculiare la mostra riserva, anche per
ragioni di nascita reggiana, a Antonio Fontanesi.
Egli, tra il 1876 e il 1878, venne chiamato, insieme al
altri artisti italiani, ad insegnare alla neo-fondata
Accademia di Belle Arti d Tokyo, restituendo immagini
disegnate e dipinte del Giappone interpretate dal suo
squisito linguaggio lirico. Nella ricca produzione
pittorica di questo artista le opere di soggetto
orientale non sono che poche unità: tre dipinti, tra cui
uno non ultimato e alcuni disegni a matita. Preziose e
rare testimonianze raccolte per la prima volta in una
mostra.
Diversa critica ha voluto, nel tempo, attribuire
all'esperienza in Giappone di Fontanesi uno scarso
valore in termini di ricaduta sulle sue modalità
espressive e stilistiche e per certi versi ciò
corrisponde a verità. Ma un altro aspetto va sicuramente
sottolineato. Nessun pittore dell'Ottocento europeo ha
mostrato di possedere meglio di Fontanesi una intensa
consonanza con alcuni elementi della poetica e
dell'estetica orientale, giapponese nello specifico, per
quanto attiene, ad esempio, all'interpretazione del
rapporto uomo/natura e a una visione profonda del mondo.
Questa affinità elettiva tra Fontanesi e l'Oriente,
sebbene forse non del tutto meditata e consapevole,
emerge in modo evidente se si analizza la vicenda
artistica del pittore dalla sua formazione alla
maturità, con uno sguardo attendo alla sua esperienza in
Giappone. Un soggiorno che lo vide protagonista nella
Tokyo del periodo Meiji che mostrava una crescente
apertura nei confronti dell'Occidente, proprio nel
momento in cui in Europa si poteva assistere all'ampia
diffusione in arte del gusto "orientalista" in
particolare in pittura.
L'attenzione dell'arte italiana per lo stile e le
atmosfere naturalistiche estremo orientali era, sul
finire del secolo, davvero notevole. Si innestava sulla
"moda" del giapponismo che ha affascinato nel corso
dell'Ottocento tutta Europa grazie in particolare alla
diffusione delle raffinate stampe giapponesi ukiyo-e di
artisti quali Utamaro, Hiroshige e Hokusai, che vengono
avidamente collezionate da intellettuali, mercanti
d'arte e, naturalmente, artisti.
Ma i contatti tra l'arte italiana con l'estremo oriente
saranno nella seconda metà dell'Ottocento più articolati
e profondi, grazie alla progressiva apertura commerciale
e politica di questi paesi verso l'Occidente. Molti
artisti italiani compirono viaggi di lavoro, chiamati
dai governi locali a portare la loro arte in quelle
"remote contrade" e ebbero modo di comprenderne a fondo
la cultura, i valori coloristici e le atmosfere che
restituiranno in modo intenso nei loro schizzi e
dipinti, con una capacità di penetrazione e racconto
molto lontane dall'approccio "in stile" che aveva
caratterizzato la moda europea.
Così Fontanesi in Giappone. Così Galileo Chini,
nel favoloso Siam dove si recò insieme all'architetto
torinese Annibale Rigotti, tra il 1911 e il 1914, per
partecipare alla fastosa decorazione del Palazzo del
Trono a Bangkok. E con Chini, Salvino Tafanari
che con lui aveva già lavorato a Firenze e che qui venne
incantato dalla flessuose danzatrici dell'isola di
Giava, esempio fra i molti di artisti italiani stregati
dal mal d'Oriente, malia che trasmisero in patria, in
una meravigliosa contaminazione di cui la mostra
reggiana è superba testimonianza.
SCHEDA DELLA MOSTRA
INCANTI DI TERRE LONTANE.
HAYEZ, FONTANESI e la pittura italiana tra otto e
novecento
Palazzo Magnani - Reggio Emilia
4 febbraio - 29 aprile 2012
Mostra a cura di Emanuela Angiuli e Anna Villari
Promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani
Catalogo Silvana editoriale
Orari: dal martedì al venerdì 10.00 -13.00 /
15.30 - 19.00
Sabato, Domenica e Festivi 10.00 - 19.00
Chiuso lunedì
Ingressi: Intero 9 euro; Ridotto 7 euro; Studenti
4 euro
Visite Guidate
- per gruppi fino a 20 persone: 60,00 euro +
ingresso ridotto
- per gruppi fino massimo 40 persone: 3,00 a persona +
ingresso ridotto
- per classi di studenti: 1,00 euro + ingresso studenti
- visita guidata in lingua: 100 euro + ingresso ridotto
Visite guidate in programma:
ogni sabato e domenica ore 16.00
(3,00 euro + ingresso ridotto - necessaria la
prenotazione)
Visite riservate ed eventi in mostra:
Per Associazioni, gruppi ed aziende è possibile
prenotare visite riservate alla mostra
Per informazioni e prenotazioni:
Palazzo Magnani, Corso Garibaldi 29
Biglietteria Tel. 0522 454437
Email.
info@palazzomagnani.it
Direzione e Organizzazione:
Fondazione Palazzo Magnani, Corso Garibaldi 29/31
Tel. 0522 444446 - 408 - 415
Email.
info@palazzomagnani.it
Ufficio Stampa nazionale:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049.663499
info@studioesseci.net
www.palazzomagnani.it
Fondazione Palazzo Magnani
Atto costitutivo, 11 novembre 2010
Riconoscimento della Regione Emilia-Romagna, 7 febbraio
2011
Fondatore Originario Istituzionale
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
Partecipante Istituzionale
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Fondatori
IREN Emilia
CNA Reggio Emilia
Studio Legale Sutich-Barbieri-Sutich
Rovacchi Intagliata & Associati Studio legale
Consiglio d'Amministrazione
Avde Iris Giglioli
Presidente
Coriano Ferrari
Vicepresidente
Silvia Canepari - Tiziana Conti - Laura Sassi
Consiglieri
Collegio dei revisori
Aspro Mondadori
Marco Borghi
Tatiana Merlini
Comitato Scientifico
Stefano Casciu - Soprintendente per i Beni
Artistici di Modena e Reggio Emilia
Pier Giovanni Castagnoli - Critico d'arte
Walter Guadagnini - Docente presso Accademia di
Belle Arti di Bologna, Storico della Fotografia
Piergiorgio Odifreddi - Logico Matematico
Giorgio Van Straten - Scrittore
Elena Zanichelli - Docente ricercatrice Humboldt
University, Berlino
Direzione artistica - Organizzazione
Federica Franceschini
Silvia Cavalchi
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