Il suo sguardo
sulla pittura di realtà, intesa nella sua epidermica evidenza,
mostra tutta la miseria e lo splendore della vita. La preferenza
verso temi protesi all'esaltazione delle domande ultime - le
Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di
Gaudenzio Ferrari e del Sacro Monte di Varallo, le figure di
Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti - ne segnalano la
personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi,
l'affermazione prepotente e tutta organica, e dunque
corruttibile, della carne.
Il percorso della mostra si articolerà in diverse sezioni
dedicate ai vari periodi della storia dell'arte studiati dal
critico milanese e agli artisti da lui amati, a partire dai suoi
primi scritti su Manzù, Matisse, Morlotti, poi i francesi
Courbet e Géricault; dagli approfondimenti e le
riscoperte sulla linea della pittura di realtà in
Lombardia del '500 (Gaudenzio Ferrari, Foppa, Savoldo, Romanino,
Moretto) e del '600 (Moroni, Ceresa, Fra Galgario, Ceruti), i
"manieristi" lombardo piemontesi (Cerano, Morazzone, Tanzio da
Varallo, Daniele Crespi, Cairo) accompagnati da
Caravaggio, sua grande passione dichiarata, passando
attraverso l'attenzione a figure della Nuova Oggettività (Dix,
Grosz, Radzwill), Nuovi Selvaggi (Fetting, Hodicke, Zimmer,
Salomè) e Nuovi Ordinatori (Albert, Chevalier, Schindler,
Merkens), e artisti come Bacon, Giacometti, Sutherland,
Sironi, Guttuso, Gruber, Marini, Vacchi, Varlin, Jardiel,
Vallorz, Rainer - per citare alcuni nomi - per
giungere fino a Cucchi e Paladino. |
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