SEGUIRANNO ALLA STAGIONE ALTRI 3 APPUNTAMENTI PER LA
"PRIMAVERA TEATRALE" (Aprile>Maggio '13)
DIREZIONE ARTISTICA Costanza e Vicky Di Quattro
CONSULENTE ARTISTICO Carlo Ferreri
Info e contatti: Teatro Donnafugata,
Via Pietro Novelli 3, Ragusa Ibla.
Tel 3392912245
info@teatrodonnafugata.it
www.teatrodonnafugata.it
ferreri.carlo@yahoo.it
ufficio stampa MediaLive
“INFINITO GIACOMO”
Da Leopardi
Regia di Giuseppe Argirò
Con Giuseppe Pambieri
PRESENTAZIONE
La scoperta di un Leopardi inedito, di un genio
precocissimo, di un adolescente inquieto, di un’amante
appassionato, di un uomo che ha il coraggio di guardare
la realtà e accettare la verità del dolore senza
compromessi e facili giustificazioni.
L’umanità irriverente del poeta e il suo spirito
dissacrante, sono al centro di questo viaggio attraverso
le sue opere: l’Epistolario, lo Zibaldone, gli scritti
filosofici e politici, le Operette Morali e i Canti. Il
ritratto di un’artista senza tempo, aldilà di ogni
regola, creatore di eterna bellezza.
SCHEDA SPETTACOLO
“MISTERO BUFFO vol.2”
di e con Antonio Venturino
TESTO DI Dario Fo
PRESENTAZIONE
Dopo il travolgente successo dello scorso anno Antonio
Venturino ritorna per dare nuova vita alle giullarate
della celeberrima opera di Dario Fo. L'attore Antonio
Venturino presenterà "Mistero Buffo" Volume 2 di Dario
Fo in vernacolo siciliano. Venturino è l'unico attore
che ha ottenuto dal Premio Nobel per la Letteratura la
liberatoria per la messa in scena dell'opera in dialetto
isolano, in particolare in chiazzese, il vernacolo
caratteristico di Piazza Armerina. In questa versione
l'opera è stata già replicata, con grande successo, in
oltre 800 occasioni. Il testo di Fo, tra i più
significativi spettacoli degli anni Settanta, ispirato
ai racconti di derivazione popolare collocabili
temporalmente nel Medio Evo, epoca in cui nasce la
figura del giullare e del cantastorie, è sempre pungente
e sarcastico nei confronti di potenti e padroni di
qualsivoglia genere. In numerosi passaggi la gestualità
ed i contenuti divengono anche provocatori ed
irriverenti, regalando al pubblico interessanti spunti
di riflessione ma sempre accompagnati dal sorriso sulle
labbra. Temi di stretta attualità con cui Venturino,
attraverso le sfumature e le sonorità del dialetto
siciliano, quasi letterarie e dall'enorme capacità
comunicativa, rinverdisce i fasti dell'"evergreen"
commedia dell'arte. Venturino coniuga la parola (che è
stata definita “torrenziale”) ad un gesto sempre
coinvolgente, perpetuando con cognizione di causa e
soprattutto con amore l’ eterna lezione della Commedia
dell’ Arte.
SCHEDA SPETTACOLO
“NIUIORC NIUIORC "
di e con Francesco Foti
PRESENTAZIONE
In 40 giorni a New York ho scritto circa 200 pagine di
appunti, racconti e ritratti.In 7 mesi, rielaborando,
cambiando, scrivendo e provando, ho trovato la storia
che è la struttura portante dello spettacolo.E’ una
storia d’amore, una storia d’amore con una città, una
storia d’amore divertente, tormentata e a lieto fine.Il
primo, mitico viaggio da solo: New York. Un viaggio che
ogni ragazzo sogna di fare.Ma cosa succede se questo
ragazzo ha quarant’anni? Un quarantenne che vorrebbe
essere maturo e potrebbe essere un bambino.Una New York
che vorrebbe essere un mito e potrebbe essere un
equivoco.Un viaggio che vorrebbe essere un sogno e
potrebbe essere un incubo.Uno spettacolo che vorrebbe
essere un film e potrebbe essere un libro.Uno spettacolo
è un viaggio. In questo caso, un viaggio che parla di un
viaggio.Un viaggio dentro New York e dentro il
protagonista.La stanza da letto, il ristorante, Central
Park, la scuola d’inglese...In scena, soltanto uno
sgabello.E un quaderno, fedele compagno d’avventura.Un
montaggio, quasi cinematografico, coinvolge e conduce il
pubblico attraverso questa epopea.Scoperte, delusioni,
incontri, disavventure, innamoramenti, sono vissuti con
un candore e un senso di inadeguatezza che divertono,
commuovono e suscitano una imprevedibile empatia. Di
Niuiòrc Niuiòrc, che è comunque in continua evoluzione,
esistono 3 versioni: da 30’, da 55’ e da 75’ circa, e
una serie di “pillole” da 5 minuti, utilizzabili anche
come trailer.
SCHEDA SPETTACOLO
“ SEMU SULI, SEMU TUTTU”
di e con Alfio Antico
PRESENTAZIONE
Lo spettacolo "Semu suli semu tuttu", che ha riscosso un
grande successo a Roma, Palermo e Catania , ripercorre
la straordinaria storia umana e artistica di Alfio
Antico, attraverso la sua voce e le infinite sfumature
sonore e ritmiche dei suoi tamburi. L’esibizione di
quest’artista rappresenta un viaggio per il suo
pubblico, la cui meta è da ritrovarsi nelle
incontaminate valli dell’entroterra siculo: il ritmo
delle vibrazioni della pelle del suo Tamburo sono un
prolungamento di questo paesaggio. Nei silenzi e nelle
vibranti sonorità segue così la propria anima, cercando
il volto e gli sguardi degli antichissimi abitatori
della sua terra. Attraverso il ritmo ed il canto,
scolpisce le mille figure del tempo. "Io sono il
tamburo", sussurra in perfetta simbiosi col suo
strumento, volendo significare una mistica unità fra la
viva pelle della sua mano e quella morta e antica che,
fissata ad un setaccio da grano, torna a nuova vita
cantandoci storie d’amore e poesia. Antichi miti,
vecchie leggende e storie fantastiche prendono forma
attraverso questo strumento caratteristico che Alfio
Antico riesce a far parlare. L’artista ha oltre settanta
tamburi , tutti fabbricati da sé e meravigliosamente
intarsiati con immagini di divinità agresti, segni
antichi che racchiudono saggezza eterna.
Il nome di Alfio Antico racchiude in sé un genere nato
vivendo in stretta simbiosi con la natura e con il
paesaggio agreste: l’artista ha infatti vissuto fino
all’età di 18 anni facendo il pastore fra le montagne
dell’entroterra siracusano respirando, in una vita non
certo priva di durezze, le favole, le storie, i miti
della cultura contadina e pastorale. Il musicista di
Lentini dai numerosi successi e dalla chiara fama,
diviene sempre più mitico testimone del mondo vivo della
natura, che lotta per continuare a essere la terra dei
buoni prodotti, delle sane emozioni, della fantastica
musica.
SCHEDA SPETTACOLO
“PIRANDELLO MON AMOUR”
tre atti unici tra vita e morte
L’uomo dal fiore in bocca – Sogno (ma forse no) – La
patente
Regia di Giancarlo Gori
con Giancarlo Gori, Anna Alegiani, Gabriele Tuccimei,
Maria Grazia Bordone
PRESENTAZIONE
Trasfigurati in una parabola da camera, i tre atti unici
di Pirandello «Sogno (ma forse no)» del 1928, «L' uomo
dal fiore in bocca» (1922) e “La patente” ( 1918) vanno
a comporre uno spettacolo intitolato «PIRANDELLO MON
AMOUR”». Lo firma per la regia Giancarlo Gori (mentre
gli interpreti principali sono lo stesso Giancarlo Gori,
Anna Alegiani e Gabriele Tuccimei). Il filo rosso che
tiene unito il trittico è il coesistere di più
dimensioni dell’ esistenza, con cui Pirandello deve
confrontarsi e dialogare: La vita reale, fatta dalla
follia della moglie Antonietta Portulano e quella
immaginaria dei suoi personaggi che spesso lo vanno a
trovare nel suo studio e dialogano con lui. Da queste
due dimensioni nasce a poco a poco la poetica di
Pirandello il dualismo tra persona e personaggio, il
gioco delle parti tra vita e forma.
SCHEDA SPETTACOLO
“LIBERO AMLETO”
-Tinturia ‘u to nomu è fimmina”-
Da W. Shakespeare
Regia di Carlo Ferreri Con Saro Minardi
Produzione Marco Tringali
PRESENTAZIONE
L'intrigante traduzione e adattamento in dialetto
ragusano della celebre opera di W. Shakespeare, curata e
interpretata sulla scena dall'attore Saro Minardi,
incarna la disperazione di un carcerato che, detenuto in
totale isolamento, interpreta nel suo linguaggio
popolare l'"Amleto". Il testo gli darà la forza per
sopravvivere e non impazzire, attraverso tutti i
personaggi della storia, sublimando l'irreversibilità
della follia in un allucinato soliloquio.
Amleto è una sfida giocata con un avversario più forte
di noi. Come tutti i grandi classici nel passaggio dalla
parola alla scrittura di scena bisogna creare uno scarto
creativo e in un certo senso tradire in parte
l’originale per recuperare la profondità del testo. Noi
abbiamo scelto un’insolita e affascinante riscrittura in
dialetto ragusano per evidenziare la carnalità del
linguaggio shakespeariano. Il nostro Amleto, il
detenuto-attore (Saro Minardi), sfoglia e rivive le
pagine della tragicommedia e vuole vincere
l’irreversibilità della follia attraverso il gioco del
teatro. Amleto cerca “vie d’uscite” ma trova solo “vie
d’entrate”. Il nostro protagonista mantiene salda
l’unità corpo-anima e vuole fuggire, scavare, vivere,
vendicarsi. È la vendetta il punto in comune tra il
detenuto e Amleto e nel nome di essa i due personaggi
stringono un patto per ricreare “la vita dalla vita”.
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