I dipinti di Santaniello
intendono, per la maggior parte, rivisitare le grandi opere del
passato, con un occhio particolare a quelle del Caravaggio. La
rielaborazione dei capolavori del maestro lombardo avviene
cogliendo i momenti salienti delle azioni e caricandoli di
significato attraverso una pietrificazione in atto dei
personaggi che costituiscono la scena. In questo modo i gesti
vengono fissati, sono come l’inizio di un’immortalità di quelle
azioni, quasi a scolpirle nella pietra, come solo la scultura
sarebbe in grado di fare.
Volutamente al di fuori del mondo
dell’astrattismo, Santaniello si dedica alla figura umana, alle
forme corporee, alla lucentezza delle armature, alla vivezza dei
colori delle vesti. Nelle sue opere spicca prepotentemente la
perizia tecnica, per nulla celata, ma neanche esasperata. Spesso
ritorna il tema delle forme artistiche classiche: corpi
scultorei si stagliano su fondi scuri, a tratti infuocati.
Nettuno, Proserpina, Afrodite e la mitologia tutta rivivono
nelle tele una nuova stagione, non come foto perfette scattate
in un museo, ma come messaggeri di una tradizione che non va
rinchiusa in una teca. |
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