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La Gipsoteca Museo
Canova di Possagno dedica una fantastica mostra alle danzatrici.
A quelle creature, bellissime, che Canova creava, diremmo oggi, come
antidepressivo o come antidoto al male di vivere. Nel senso che si
affidava alla loro vitalità, alla "forza della gioventù più vigorosa"
che da esse prorompeva, quando sentiva avvicinarsi quello stato di
prostrazione fisica e morale che lui stesso attribuiva al "male di
qualche amico o alle vicende del mondo". La loro bellezza, lievità,
forza scacciava ogni melanconia e ridava al maestro la joie de vivre di
cui aveva bisogno.
Tre le traspose in marmo che sembrano lottare con la legge di gravità,
molte altre si limitò ad abbozzarle, a disegnarle o a dipingerle nelle
sue coloratissime tempere.
L'idea per questa affascinante mostra, destinata a bissare il successo
davvero clamoroso di quella recentemente dedicata alla bellezza imberbe
del Principe Lubomisky, è legata ad un risarcimento artistico e storico. |
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Tra i
capolavori del Museo e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, si
conserva il gesso originale (quello su cui effettivamente lavorò
Canova, affidandone poi la trasposizione in marmo ad abili
collaboratori e su cui interveniva alla fine nell'intento di
rappresentare "la vera carne") della Danzatrice con i
cembali, eseguita per l'ambasciatore russo a Vienna
Andrei Razumovskij, ora patrimonio inamovibile del Bode Musum di
Berlino.
Le sensuali braccia tornite ed i cembali della Danzatrice
vennero polverizzate da una granata austroungarica durante i
cannoneggiamenti che colpirono Possagno, a ridosso del Monte
Grappa, nel corso della Grande Guerra. Da allora l'opera
protende al cielo i suoi candidi moncherini.
In questi mesi, ottenuti tutti i permessi del caso, con le
cautele necessarie, la Danzatrice sta tornando a suonare i suoi
cembali. Il Bode Museum ha, infatti, concesso di realizzare una
scansione in 3D dell'opera in marmo. E, con un procedimento
inverso a quello tradizionale, sarà ricorrendo al marmo finale
che si completerà il gesso originale (REVERSE ENGINEERING).
L'opera berlinese, coinvolta da un incendio già nel Palazzo di
Vienna, mostra delle pericolose fessurazioni e non potrà
ovviamente muoversi dalla sua attuale sede. |
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Va
annotato come l'incendio del marmo e il danneggiamento
del gesso originale non siano le uniche avversità che
hanno colpito o contornato queste magiche creature
canoviane. Intorno a queste meraviglie vi sono storie di
grandi innamoramenti, come quello dell'Imperatrice
Josephine de Behaurnais che volle per se la
Danzatrice con le mani sui fianchi, la stessa
che al Salone parigino del 1813 "fa impazzir tutti" o
l'altra delle tre la Danzatrice con dito al mento
commissionata dal Conte Manzoni che non riuscì mai a
godersela perché nel frattempo venne assassinato.
Le Danzatrici trasmettevano, evidentemente, positività,
forza, giovinezza e ammaliavano non solo Canova. Tant'è
che l'artista fu costretto a farne diverse repliche e
molte altre vennero realizzate negli anni successivi,
issate a trasmettere bellezza e grazia in luoghi, i più
diversi, dalla Stazione Centrale dei Telefoni di San
Pietroburgo sino al Messico o a Cuba o al Canada.
Nessuno degli originali delle tre Danzatrice sarà a
Possagno. Di quella con i cembali si è detto: è a
Berlino ma non può essere spostata dalla sua sede perché
fessurata; La Danzatrice voluta da Giuseppina Bonaparte
venne acquistata da Alessandro I di Russia e giunse a
San Pietroburgo proprio nei più tragici momenti del
1818, trovando poi collocazione definitiva e inamovibile
nel nuovo Ermitage. Della terza si è perduta ogni
traccia, anche se talvolta copie vengono riproposte come
l'originale, purtroppo senza seguito scientifico alcuno.
Va chiarito che il tema della danza in scultura non
venne limitato da Canova alle tre Danzatrici oggetto di
questa mostra. Egli rappresentò infatti altre figure che
danzano, ma si trattava di dee o muse, quindi figure
mitologiche, concettualmente ben diverse da queste,
ragazze reali, impegnate in danze contemporanee,
lontanissime dalle pur superbe rappresentazione di Ebe o
di Tersicore. Queste, omaggi alla classicità, quelle
iniezioni di ottimismo e forza per i momenti bui.
Regina della mostra sarà la danzatrice restaurata,
affiancata, come in una grande festa da ballo a corte,
da un nugolo di 50 meravigliose fanciulle danzanti.
Catalogo della mostra: Terra Ferma Edizioni |
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