Dalle opere di Carlo Proverbio traspaiono le profonde emozioni
create dalle suggestioni dei paesaggi, ed in particolare degli alberi,
elementi naturali semplici che diventano poesia, versi mutevoli scanditi
dal trascorrere delle stagioni e dai diversi momenti della giornata.
Dimostrando un notevole e appassionato sperimentalismo, negli anni si è
cimentato con le tecniche più diverse, dal disegno all'acquerello,
all'acrilico e all'olio, lavorando per cicli tematici che si sono
succeduti con coerenza e naturalezza. Sorretto dalla volontà di portare
alla luce esperienze e riflessioni sulla condizione umana, raffigura
scene e soggetti di grande armonia e piacevolezza estetica che, ad uno
sguardo più attento, talvolta rivelano inquietudini esistenziali,
solitudini e silenzi in cui è necessario perdersi per ritrovare se
stessi. Nelle opere di Proverbio il tempo è dilatato tanto da apparire
quasi assente, tutto appare sospeso in un'atmosfera metafisica che
affascina per la sua irrealtà e per la sensazione, che riesce a
trasmettere, di valicare i confini della realtà per accedere al mondo
dell'Ideale e del Meraviglioso. Di pura fantasia sono i disegni a
sanguigna che saranno esposti accanto ai paesaggi; ispirati a raffinate
similitudini tra l'uomo e la natura (“Cuore di castagno”, “Smorfia di
larice”, “Calma di tiglio”) riprendono un tema caro all'artista, già
affrontato negli anni Settanta e Ottanta nel corso del suo periodo
“surrealista”: l'antropomorfismo. Fantasia, delicatezza dell'animo e una
sottile ironia danno vita a personaggi curiosi e accattivanti, descritti
in chiaroscuro con cura e dovizia di particolari, che svelano virtù e
sentimenti tipicamente umani. “Il letto di Ulisse”, ispirato al
poema omerico, racchiude in sé molti dei temi cari all'artista: il
piacere provato al cospetto del corpo femminile e delle forme
dell'albero, l'amore, l'inquietudine dell'attesa e il senso di
solitudine di chi attende risposte e certezze.
La
ricerca di Bruno Beccaria appare diametralmente opposta: nelle
sue ampie tele tutto è un'esuberanza di colori, di gesti, di emozioni
non stemperate dal ricordo e dalla loro valutazione razionale. Il
disegno scompare per lasciare la materia pittorica libera di esprimersi
autonomamente. La scena a cui assistiamo è qui, è ora, e porta con sé
sensazioni fisiche, tattili, visive e sonore, perchè la vivacità dei
contrasti è tale da riportare alla mente ricordi vividi, come il fruscio
dei rami mossi dal vento o dei nostri passi su un sentiero nel bosco.
Anche il suo percorso è strettamente legato alla Natura e sarebbe
riduttivo inserirlo tra le tante correnti informali e gestuali. Dei suoi
inizi figurativi rimangono la grande attenzione per la luce, il senso
della prospettiva e della profondità di campo, oltre alla cura per una
costruzione compositiva equilibrata; su questi principi Beccaria ha
impostato un discorso autonomo e originale focalizzando l'attenzione su
un dettaglio, infinitamente piccolo, dello spazio che intendeva
rappresentare e intervenendo su di esso con estrema libertà
immaginativa. Un filo d'erba, un intreccio di rami o il riflesso di un
raggio di sole sul ghiaccio, ma anche il colore dei fiori o delle
foglie, diventano così lo spunto per una ricerca che, certamente, è
materica e gestuale, ma trae dichiaratamente spunto da uno spazio
fisico, conosciuto e amato, non da un'idea o dalla pura sperimentazione
tecnica.
I
suoi quadri comunicano un'energia dirompente, in continuo movimento, che
porta l'occhio a percorrere una linea leggera tracciata dal pennello, a
sostare su un'increspatura di colore, ad accarezzare una stratificazione
stesa pazientemente dall'artista, per poi osservare i segni e i graffi
scalfiti nell'acrilico ancora fresco.
Un
racconto appassionato, a tratti concitato ma non per questo privo di
intensità poetica, della suggestione che la Natura è da sempre capace di
esercitare sull'animo umano.
Bruno Beccaria
Nato a Varese nel 1961
ebbe in dono il suo primo cavalletto a soli 10 anni. Autodidatta, ama
definirsi “Accademico dell'Immaginario”.
I primi anni presenta
opere figurative di stile accademico, soggetti immediati e di facile
lettura, ma la risposta che cerca non è ancora arrivata; nel 1984 la
svolta decisiva: abbandonato l'accademismo per uno stile unico e
personale, decide di esprimere nei dipinti i propri stati d'animo solo
con i colori. Nasce così NATURAMOSSA, il progetto di Beccaria che prende
a soggetto l'immagine più vitale del paesaggio prealpino in cui
l'artista ama perdersi, ovvero l'erba mossa dal vento.
La sua speranza è che
con le grandi tele colorate libere da ogni vincolo e regola pittorica ,
possa arrivare a tutti l'augurio per un futuro senza confini.
Numerose le
esposizioni personali e collettive.
Sito personale:
www.naturamossa.it
Carlo Proverbio
Nato a Cerro Maggiore
(Mi) nel 1948, diplomatosi geometra trascorre la vita lavorativa alla "F.Tosi
" di Legnano; dal 1979 risiede ed opera ad Arcisate (VA).
L'amore e la passione
per il disegno e la pittura lo conducono sedicenne ad iscriversi ad un
Corso dell'"Accademia Artisti Associati", diventando poi allievo delle
scultore A. Frattini.
Una delle sue prime
realizzazioni è una pala raffigurante la "Crocefissione" per
l'altare maggiore della Chiesa dei Frati Cappuccini di Varese.
Nel suo percorso
artistico è protagonista di numerose mostre personali, collettive ed
estemporanee.
Aderisce al gruppo degli Artisti della "Pro Loco Varese" e a quello
degli “Artisti del Sacro Monte”, coi quali collabora attivamente.
Due sono gli esempi di
opere pubbliche realizzate: la prima è composta da due pannelli
"Crocefissione" e "Cristo in Gloria" eseguita in acrilico,
collocata nella cappella ai piedi della salita per la Collegiata di San
Vittore ad Arcisate; l'altra, una "Madonna con Bambino" posta in una
nicchia sulla parete di una casa all'angolo tra via Verdi e via
Matteotti, proprio nel centro di Arcisate.
Attualmente insegna
disegno presso le sedi del S.O.M.S di Brenno Useria e Viggiù.
“Il
poetico senso della natura”
Mostra di pittura degli artisti Bruno Beccaria e Carlo Proverbio
a
cura di Emanuela Rindi
Dal
28 aprile al 6 maggio 2012
INAUGURAZIONE: sabato 28 aprile, ore 17.00
SALA POLIFUNZIONALE
della Biblioteca Comunale
Piazzale Luraschi – Porto Ceresio (VA)
Orari:
SABATO, DOMENICA E 1 MAGGIO: 10.00 – 12.30 / 14.00 – 20.30
DA
LUNEDÌ A VENERDÌ: 14.00 – 20.30
INGRESSO LIBERO
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