I due
documenti, d’importanza fondamentale per la conoscenza del
principato di Augusto soprattutto negli aspetti riguardanti il
consenso al nuovo regime, non scrivono soltanto un capitolo,
seppure molto importante e significativo, della storia di Pisa.
Richiamati sistematicamente negli studi dedicati alla prima età
imperiale, essi costituiscono un fondamentale punto di
riferimento per la conoscenza di aspetti, politici, ideologici,
religiosi, ma anche amministrativi di quest’epoca.
Oggi per
merito di Simonetta Segenni, studiosa formatasi nell’Ateneo
pisano e ora docente di Storia Romana nell’Università Statale di
Milano, i due testi vengono riproposti in una nuova edizione con
un’approfondita riflessione sui problemi dell’adesione alle
linee ideologiche del principato di Augusto, sulla vita
amministrativa della città in quegli anni e sulle trasformazioni
del volto di Pisa con la costruzione di monumenti dell’ideologia
imperiale (Augusteum, ara, arco).
Si tratta due
decreti emanati dal senato locale (ordo decurionum) per
onorare la memoria di Lucio e Gaio Cesare, giovani nipoti e
figli adottivi di Augusto, destinati alla successione, morti
prematuramente e patroni della città. Al lutto, da privato
trasformatosi in pubblico, aderì Pisa, colonia Opsequens
Iulia, decretando – alla morte di Lucio, nel 2 d.C. – la
costruzione di un’ara e lo svolgimento annuale di un sacrificio
in sua memoria. |
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