L’artista
riporta su tela piccoli brandelli di pubblicità degli anni ’50 e
’60, epoca in cui grandi marchi, rimasti confinati per decenni a
una dimensione provinciale, si affermano e s’impongono sullo
scenario mondiale. Il marchio diviene immediatamente
riconoscibile, idea e oggetto si sovrappongono fino a diventare
una cosa unica. Ecco perché, a distanza di anni, nelle opere di
De Cuarto è sufficiente riproporre solamente il carattere del
logo o una sfumatura di colore per riconoscere all'istante il
marchio raffigurato. L’artista, nei suoi lavori, si sofferma
sulle tracce che il tempo ha depositato su quei marchi, che
possono anche assumere le sembianze di slogan, e che continuano
a far risuonare nelle menti del pubblico analogie e rimandi.
Egli decontestualizza l’immagine dal contesto originale per
trasformarla in un’opera d’arte grazie a un linguaggio creativo
e semplice, operando per sottrazione, togliendo, sgrossando e
lasciando vivere solo i tratti essenziali.
Note
biografiche
Paolo De
Cuarto (all’anagrafe Paolo Scozzafava) nasce a Catanzaro nel
1972, è il quarto di cinque figli maschi (da qui lo pseudonimo
De Cuarto). La prima tappa della sua formazione ha luogo in
Calabria, dove inizia la sua ricerca sull’utilizzo della materia
e della plasticità dell’immagine. Nel 1994 De Cuarto si
trasferisce a Milano, dove frequenta gli ambienti artistici
dell’Accademia di Brera e dello storico Bar Jamaica, e dove
inizia ad affinare la sua passione per tutte le forme artistiche
espressive che lo portano a trasferirsi, per motivi di ricerca e
studio, per tre anni in Spagna. |
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