A far la parte del leone, e non pareva essere
altrimenti, è la pittura veneta con protagonisti e
comprimari: tra i nomi citiamo Tintoretto, Strozzi, i Da
Ponte, Marco Liberi, Pellegrini e Pagani, Marco Ricci,
Giovan Battista Pittoni, Rosalba Carriera, Giambattista
Piazzetta, Zais e Bison, Zanchi, e poi ancora Oreste Da
Molin, Giovanni Manzoni, Cesare Laurenti e Mario
Cavaglieri, gloria rodigina. Il Futurismo è ben
rappresentato da Tullio Crali, mentre il secondo
dopoguerra offre una sequenza di opere, a ricordare
l'importanza del gruppo N e dell'optical, con Biasi,
Castellani e gli altri protagonisti.
Da notare come l'allestimento di questa mostra apra per
la prima volta tutti gli spazi di Palazzo del Monte,
storica sede del Monte di Pietà. La scelta di
allestimento ha privilegiato la dimensione "domestica",
ambientando le opere anche in alcune sale che
richiamano, per decori e arredi, le stanze di una dimora
di classe, evocando in questo modo la loro primitiva
collocazione.
"Ciò che presentiamo in questa mostra è solo una parte
della nostra collezione" - chiarisce il Presidente della
Fondazione Antonio Finotti. - "Complessivamente la
Fondazione ha un patrimonio di quattrocento opere di
pittura, insieme a diversi nuclei di sculture (solo in
minima parte qui esposti) e a incisioni, disegni,
manoscritti".
L'intero patrimonio della Fondazione è oggetto
attualmente di un puntuale intervento di studio,
documentazione e, naturalmente, restauro.
Un patrimonio che esce finalmente dai forzieri per farsi
conoscere da tutti.
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