Con
il Patrocinio
Ambasciata d’Italia a Washington
Istituto Italiano di Cultura a Washington
Provincia di Verona
Provincia di Milano
Comune
di Saronno
Inaugurazione 5 luglio 2012 ore 12,30, conferenza stampa
ore 11,30
Sede:
Palazzo Zuckermann – Padova, Corso Garibaldi, 33
Orario
d’apertura: martedì / domenica 10-19. Chiuso lunedì.
Ingresso libero alla mostra
Catalogo in mostra con interventi di Claudio Strinati,
Antonio D’Amico, Cinzia Tesio e Alessandro Delpriori
Ufficio stampa: Elisabetta Bernardini -
cinemadipinto.over-blog.com -
ilcinemadipinto@mail.com
Ufficio stampa del Comune di Padova: Donatella Gasperi -
tel.049 8205059 -5266 -ufficiostampa@comune.padova.it
www.ipadovaoggi.it
Per
info: Musei Civici di Padova tel. 0498204513
musei@comune.padova.it;
https://padovacultura.padovanet.it
Eventuale visita a Museo, Cappella degli Scrovegni *,
Sala Multimediale, Palazzo Zuckermann intero euro 13.00;
solo Museo, Sala Multimediale, Palazzo Zuckermann euro
10.00; ridotto euro 8.00; ridotto speciale euro 6.00;
gratuito bambini fino ai 6 anni, disabili, possessori di
Padovacard (carta nominativa prepagata che consente
l’accesso agevolato ad un pacchetto integrato di servizi
turistici, museali e di ospitalità in tutto il
territorio padovano,
www.padovacard.it).
*
visite solo su prenotazione: Telerete Nordest +39 049
2010020 da lunedì a venerdì 09:00-19:00, sabato
09:00-18:00; oppure on
line:https://www.cappelladegliscrovegni.it
GIUSEPPE FLANGINI - LA BIOGRAFIA E LE MOSTRE
Colto,
bello, elegante, dotato di grande fascino, Giuseppe
Flangini sentì fortissimo il desiderio di darsi
totalmente all’arte e all’arte dedicò tutta la sua
esistenza e probabilmente anche la vita, se morì come si
suppone per avvelenamento da colore.
Giuseppe Flangini, primo di cinque figli, nacque a
Verona il 12 ottobre 1898.
Conseguito il diploma alla Scuola Normale “A. Manzoni”
di Verona il 27 giugno 1916, iniziò presto la
professione di insegnante elementare che continuò anche
dopo il suo trasferimento a Milano, avvenuto nel 1944.
Fino a quel momento
Flangini fu “per così dire, polivalente: pedagogo o
insegnante, commediografo, pittore, disegnatore, dotato
di uno strano potere in ogni campo si cimentasse. Poi la
pittura prevalse, ma rimasero svegli in lui, non
separati né addormentati, gli interessi multipli, la
cultura indeterminata. E tutto ciò con l’umiltà di
un’apparente bonomia dialettale, di un esprimersi che
smorza la grandezza del tono”. (Gilberto Altichieri).
Disegnò manifesti e copertine di libri., si dedicò alla
pittura e al teatro, collaborando con la rivista
teatrale “Controcorrente”. Il mondo del palcoscenico gli
permise di stringere amicizie durature con attori
( Nico Pepe, Sarah
Ferrati,Tino Carraro) e registi ( Carlo Terron,
Diego Fabbri).
Tra
gli artisti contemporanei annoverò amici quali
Pigato, Vitturi, Semeghini, Oliboni, Arturo Martini,
che lo ritrasse in un famoso busto,
Sassu, Migneco, Carlo Carrà, Aldo Carpi,
Consadori
La sua
prima esposizione fu quella, significativa per il clima
culturale del periodo, organizzata dalla Società di
Belle Arti a Verona nel 1921. Da quell’anno partecipò,
tranne qualche breve interruzione, a tutte le biennali
nazionali fino al 1963 (postuma)
Varie
e importanti le manifestazioni artistiche alle quali
prese parte. Tra le più prestigiose le esposizioni
all’Opera Bevilacqua La Masa di Venezia, alla
Quadriennale d’Arte di Roma e le mostre tenute al
Palazzo della Permanente di Milano, ininterrottamente
dal 1948 al 1961 Numerosi i premi e i riconoscimenti
anche stranieri (Bucarest, Premio Suzzara, Premio
Dalmine, Premio Gallarate, Premio Marzotto) e le
personali a scadenza quasi annuale in Italia, a Milano,
Bergamo, Como, Gallarate, Piacenza, Rovereto, Riva,
Venezia, Forlì., e all’estero: Bucarest, Dusseldorf,
Bonn, Vienna, Monaco, Charleroi, Bruxelles, S Paolo del
Brasile, tra le tante.
A
Milano, dove si era trasferito nel 1944 e dove ritornava
dopo lunghi soggiorni all’estero, si dedicò quasi
esclusivamente alla pittura, avviando scambi epistolari
e animate discussioni, al Centro Artistico San Babila
di Corso Venezia, con Lilloni, De Rocchi, Labò,
Bartolini, Contardo Barbieri, e ancora Lanaro e
Speranza, e a Forte dei Marmi con Carlo Carrà.
I
viaggi all’estero erano iniziati 1922: in quell’anno
si era recato in Belgio per conoscere i parenti della
giovane moglie, la pittrice Gina Zandavalli Flangini,
emigrati per ragioni politiche. Divennero presto
annuali “pellegrinaggi” nei luoghi che avevano ispirato
gli impressionisti e successivamente una sorta di
Wanderung nei musei di Parigi, Bruxelles, Bruges,
Amsterdam, Monaco alla ricerca dei maestri ideali.
Nel ritrarre il paesaggio,
forte fu l’attrazione per l’ambiente caratterizzato
dall’acqua, sia esso fluviale, marino o lacustre (quello
montano è quasi esclusivamente trentino, ricordo della
prima guerra mondiale, del campo di prigionia e di due
estati particolarmente felici, quella del 1959 e del
1960); per il paesaggio urbano e industriale, per la
rappresentazione del lavoro dei minatori, dei pescatori,
degli scaricatori, degli allevatori, dei sabbionai,
degli agricoltori: infatti il tema del lavoro, della
fatica e dell’emigrazione sono tra i temi fondanti della
sua poetica.
A
partire dal 1950 approfondì la matrice espressionista
della sua pittura. Nel 1955 a Wasmes, in Belgio, durante
la lavorazione del film di Vincente Minelli su
Van Gogh “Brama di vivere” disegnò e ritrasse attori,
comparse e ambienti vangoghiani componendo lo storyboard
del film.
Durante una delle permanenze estive a Ostenda,
probabilmente nel 1933, aveva stretto amicizia con
Ensor con il quale, in numerose occasioni, si trovò
a discutere d’arte. Ma la “lezione di Ensor fu più
tematica che formale” (Elena Pontiggia): quadri come
Kermesse, cioè la rappresentazione delle feste popolari
mascherate, sono una sorta di omaggio a Ensor, ma
soprattutto approfondimento di un tema, cioè la
maschera, molto caro a Flangini, uomo di teatro.
“Gli
ultimi anni di Flangini, dal 1959 al 1961, furono
caratterizzati dalla nascita di un nuovo e felice
cromatismo riconducibile alle esperienze dei fauves e di
Vlaminck in particolare. In opere come “Campagna a
Charleroi” (1961), “Mulino a vento a Hetchel” ( (1960).
“Paesaggio a Gilly” (1961) traspare una visione più
serena della vita, che si esprime oltre che nei temi
anche nei toni gialli, ocra rossastri e bruni, vivaci e
accesi in un’atmosfera tersa e pulita. “Faro di
Ostenda” (1961) e soprattutto “Mulino a Bruges, ultima
opera dell’artista rimasta incompiuta sul cavalletto del
suo studio alla sua morte, restano come testimonianza
del perdurare di una ricerca ancora aperta e vitale” (
A. Di Lieto).
Nell‘agosto del 1961 Flangini morì improvvisamente a
Verona per avvelenamento da colore.
La
città di Milano ha realizzato due importanti
retrospettive: la prima nel 1967 a Palazzo Reale,
promossa da un gruppo di artisti e critici tra i quali
Carlo Carrà, Achille Funi, Ernesto Treccani, Aldo
Carpi, Leonardo Borgese, la seconda nel 1970 all’Arengario.
Il Comune di Verona alla Casa di Giulietta
e a Castelvecchio.
Negli anni successivi sono
state allestite circa settanta esposizioni, in Italia e
all’estero, per ricordare la figura e l’opera del
Maestro. Le più recenti in ordine di tempo e di
importanza sono state quelle realizzate presso la
Fondazione Stelline di Milano, al Complesso del
Vittoriano a Roma, al Cercle Municipal a
Lussemburgo, a Palazzo Imperiale a Innsbruck, al
Centre Historique di Lille in Francia, a Le
Bois du Cazier a Charleroi in Belgio, alla Chiesa
di Sant’Agostino a Pietrasanta, a Santa Maria
Gualtieri a Pavia, a Palazzo Te a
Mantova., alla Galleria Sironi - Istituto Italiano a
Lima, all’Auditorium dell’Ambasciata d’Italia
a Washington DC.
Nel 2003 il Ministero
degli Affari Esteri, in collaborazione con
Fondation Europalia International ha dedicato
un’esposizione, nell’ambito delle manifestazioni
Europalia 2003 Italia per l’arte e la cultura italiane,
a “questo artista appartato, quasi un outsider della
pittura del ‘900”....spinto dall’idea di un inquieto
viaggio, di un ininterrotto spostamento esperienziale
che trova paradossalmente la propria stabilità nella
continua trasformazione. In quell’occasione il
Presidente, Barone Von Nothomb, definì la mostra
“ un colpo al cuore” per la forte suggestione e
l’impatto emotivo.
Nel
2006 le opere di Flangini hanno corredato il volume
“Marcinelle. Cinquant'anni dopo” per il 50° delle
tragedia mineraria, su proposta di Franco Danieli,
Viceministro agli Affari Esteri.
Nel
2009 il Consolato Italiano a Nizza ha inaugurato “Il
maggio italiano” con una mostra a lui dedicata,
“Giuseppe Flangini.
Entre l’Europe et l’Italie".
Nel
2012 la mostra “Flangini & Minnelli. Il cinema dipinto”
posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, è stata presentata in
anteprima mondiale a Washington DC presso la sede
dell’Ambasciata d’Italia dal 15 marzo al 15 aprile 2012
L’Associazione Giuseppe e Gina Flangini opera ai fini
della valorizzazione dei beni culturali, soprattutto
veneti, promovendo mostre, manifestazioni culturali,
attività didattiche di cui cura l’intero processo,
dall’ideazione alla produzione. Ha collaborato con il
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il
Ministero degli Affari Esteri, con Ambasciate, Istituti
Italiani di Cultura all’estero e con le maggiori realtà
culturali italiane.
www.associazioneflangini.eu
www.giuseppeflangini.com
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