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VISITE AL MASCHIO ANGIOINO E ALLA GROTTA DI DRAGONARA - Napoli

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sabato 10 marzo 2012

 

alla corte degli angioni e aragonesi

chiesa dell’incoronata e castel nuovo

 

Un nuovo appuntamento per soci e simpatizzanti del Distretto Culturale dei Siti Reali, promosso dall’omonima Associazione ed organizzato in collaborazione con la Cooperativa SIRE: la visita, prevista per sabato 10 marzo, avrà inizio dalla chiesa di Santa Maria Incoronata. Edificata nel 1364, è ubicata sull'attuale via Medina ma risulta interrata rispetto al piano stradale in quanto, in epoca posteriore, l'area fu colmata, per volere di Carlo V, da sterri utilizzati per sistemare il fossato di Castel Nuovo. Il tempio era destinato ad ospitare una preziosa reliquia, una spina della corona di Cristo, che la sovrana Giovanna I d’Angiò aveva richiesto espressamente in dono dal re di Francia, raffigurata nel portale d'ingresso. L’edificazione di questa particolare "cappella palatina" esterna al Castello, subito dopo la morte del marito della Regina, doveva avere la funzione di rivendicare davanti al popolo napoletano la legittima sovranità di Giovanna.

 

 


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Riaperta al culto nel XVIII secolo, dopo un periodo di totale abbandono, ha subito una serie lunghissima di restauri. Frammenti di affreschi trecenteschi attribuiti a Roberto Oderisi sono visibili nella prima campata, così come le pitture presenti nelle lunette, gravemente danneggiate. In fondo, a sinistra dell'altare maggiore settecentesco, vi è la Cappella del Crocifisso, un tempo affrescata con opere di inizio quattrocento i cui frammenti sono esposti nella navata maggiore, attribuiti ad un ignoto pittore di origine marchigiana. Sulle volte della cappella sono dipinte le Storie della Vergine, della stessa mano.

A poca distanza dalla chiesa visiteremo un’altra testimonianza della Napoli angioina: il Maschio Angioino, la cui costruzione iniziò nel 1279 sotto il regno di Carlo I d'Angiò, su progetto dell'architetto francese Pierre de Chaule. Chiamato anche "Castrum Novum" per distinguerlo da quelli più antichi dell'Ovo e Capuano, durante il regno di Roberto d'Angiò divenne un centro di cultura dove soggiornarono artisti, medici e letterati fra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio. Con gli Aragonesi si assiste al passaggio dal medioevale castello-palazzo alla fortezza di età moderna, adeguata alle nuove esigenze belliche e la zona intorno al Castello perse il carattere residenziale che aveva con gli Angioini.

 

Oltre alla visita degli esterni, con il grandioso Arco di Trionfo costruito in età aragonese per celebrare l’ingresso trionfante di Alfonso I nella città, sarà possibile visitare la Sala dei Baroni e il Museo Civico, che si articola tra la Sala dell'Armeria, la Cappella Palatina o di Santa Barbara, il primo ed il secondo piano della cortina meridionale. La visita riguarderà anche l’area archeologica: durante alcuni lavori di restauro del cortile del castello, sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici di epoca romana, del I secolo a.C. e del V secolo, oggi visitabili grazie ad un pavimento in vetro trasparente sotto al quale sono conservati i resti. Oltre a resti di una villa suburbana sono state rinvenute diverse decine di sepolture, risalenti sempre all'epoca romana, con corredi funerari minimi e con alcuni oggetti personali, quali: anelli, orecchini ed una coppia di speroni in bronzo decorati da un felino.

 

L’appuntamento con gli operatori Siti Reali è alle ore 15.45 presso l’ ingresso del Maschio Angioino, Napoli.

E’ previsto un contributo organizzativo.

 

E’OBBLIGATORIO PRENOTARE ENTRO IL GIORNO PRIMA DELLA VISITA: PER MOTIVI ORGANIZZATIVI E’IMPORTANTE ATTENERSI A QUESTA REGOLA.

 

info e prenotazioni  081/6336763 - 392 2863436 - cultura@sitireali.it


miseno e la grotta della dragonara: l’antico insediamento romano

passeggiata tra sacro e profano

 

domenica 11 marzo 2012

 

Un nuovo appuntamento per soci e simpatizzanti del Distretto Culturale dei Siti Reali, promosso dall’omonima Associazione ed organizzato dalla Cooperativa SIRE, è previsto per domenica 11 marzo.

 Il percorso guidato porterà i visitatori alla scoperta della famosa grotta della Dragonara, una grande cisterna che alimentava la villa romana, ora non più visibile, dove venne ucciso l’imperatore Tiberio.

La suggestiva e vasta cavità deve il suo nome al termine tracon, roccioso ma era conosciuta in età medievale come il Bagno del Finocchio, per le abbondanti coltivazioni di quest’ortaggio. Si tratta, in realtà, dell’ingresso a una grande cisterna. Costruita in età augustea, è interamente scavata nel tufo, rivestita di cocciopesto idraulico.

La presenza di una fonte d’acqua dolce nota in età medievale fa pensare che questa alimentasse in parte il grande invaso.
La cisterna è divisa in
cinque navate da dodici imponenti pilastri che ne sostenevano la volta a botte.

Originariamente l’ingresso era possibile dall’alto attraverso tre aperture; le grandi vasche impermeabilizzate, che permettevano la decantazione delle acque piovane prima che entrassero nella cisterna, sono state in seguito utilizzate come sepolture.

Questa struttura idraulica era forse anch’essa al servizio della flotta o dell’adiacente villa di Lucullo, che una fonte antica ricorda posta sul colle a guardare «da un lato il mare di Sicilia e dall’altro il Tirreno». In seguito sarebbe stata inglobata nella villa, come testimoniano i resti di peschiere e ninfei, perché la Piscina Mirabilis, l’altra grande cisterna collocata non lontano, era già sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei marinai.

La passeggiata proseguirà verso l’antico porto militare della Flotta Imperiale romana, passando per i luoghi di culto come la piccola chiesetta di San Sossio. L’itinerario sarà dunque un vero e proprio viaggio tra mito e  storia, tra sacro e profano, in una area, quella di Miseno, che in età augustea divenne base navale per la rinnovata potenza romana.

La scelta di Miseno col suo doppio bacino e le acque profonde, fu quasi obbligata: intorno alle sponde del “mare morto”, la laguna interna, furono sistemati gli arsenali e sul promontorio venne costruita la cittadina. Miseno divenne sede della principale flotta romana; qui risiedeva l’ammiraglio, il praefectus classis: il più famoso è Plinio il Vecchio, il celebre naturalista morto soffocato dai vapori velenosi durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., a Stabia, dove era accorso con alcune navi per portare aiuto.

 

L’appuntamento con gli operatori Siti Reali è alle ore 10.30 presso lo Chalet Giona, Via Dragonara, 8 (Capo Miseno) - Bacoli (Napoli) . La prenotazione è obbligatoria e va effettuata entro il giorno precedente la visita.

E’ previsto un contributo organizzativo.

 

info e prenotazioni  081/6336763 - 392 2863436 - cultura@sitireali.it

 

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