E ha saputo cogliere con occhio moderno e
anticonformista il tempo che scorre sull’uomo, senza mai
negare dignità alla senilità. È il trionfo del
particolare, della tecnica e di un raffinato linguaggio
figurativo e incisorio innovativo, portatore di
intensità emozionale e rivoluzionaria.
Circa
trecento le acqueforti da lui realizzate. In esposizione a Monforte
esemplari particolarmente pregevoli per la qualità della stampa. «Negli
ultimi anni della sua esistenza – spiega il curatore Vincenzo
Gatti – Rembrandt si trova veramente in una dimensione artistica
al di fuori del tempo. Le forme si sfaldano sotto i colpi della luce,
l'umanità potente e dolente dei ritratti tocca i vertici assoluti
dell'introspezione psicologica. Di lui rimane un corpus di oltre
trecento acqueforti che eguagliano e compendiano, per l'originalità,
l'invenzione, l'abbagliante modernità, la sua opera pittorica».
Tra le
incisioni in esposizione: Studio di nudo maschile (1646,
acquaforte); Ritratto di Clement de Jonghe (1651, acquaforte,
puntasecca e bulino);Nudo di schiena disteso in ombra (1658,
acquaforte, puntasecca e bulino).
Il più
grande pittore figurativo vivente:
così era considerato da molte parti Freud, scomparso lo scorso
anno all’età di ottantotto anni. Molto apprezzato dal mercato, anche nei
ritratti di personaggi ricchi e famosi (come la Regina Elisabetta II o
la modella Kate Moss) indaga il corpo e il volto con occhio feroce e
morbosamente indagatore, svelando il disfacimento della carne,
evidenziano i segni che l’esistenza lascia sui corpi umani e cercando di
esprimere tutta la fisicità della materia di cui è fatto l’essere umano.
«
Freud torna all'incisione nel 1982 – spiega Gatti –, dopo
oltre trent'anni dai primi lavori: ora l'acquaforte è vista come
prolungamento della pittura. In essa trasferisce molta della potenza
espressiva dei dipinti, spesso precedendo in essa la stesura del quadro
di analogo soggetto».
Le
acqueforti esposte includono: Ragazza bionda (1985); Ragazza
che si regge il piede (1985); La madre (1982).
La mostra è realizzata
con il contributo della Galleria Ceribelli di Bergamo.
Gli artisti
Lucian Freud,
nato a Berlino nel 1922, è stato tra i pittori più influenti degli
ultimi anni.
Nipote del padre della
psicanalisi Sigmund Freud, nel 1933 si trasferisce nel Regno Unito con
la famiglia di origini ebraiche per sfuggire alle persecuzioni del
nazismo. Nel 1939 ottiene la cittadinanza inglese.
Tiene la sua prima
personale nel 1944 e dieci anni dopo rappresenta la Gran Bretagna alla
Biennale di Venezia insieme con Francis Bacon e Ben Nicholson. Dopo aver
subito in gioventù l’influenza del Surrealismo, la sua evoluzione
stilistica lo porta e diventare, insieme a Fedor Kosloff, Frank Auerbach
e lo stesso Bacon, uno dei maggiori esponenti britannici figurativi
dalle forti tendenze espressive. La sua ricerca si concentra sulla
rappresentazione ossessiva della figura umana nei suoi aspetti più crudi
e fragili, arrivando a essere sfrontata e impietosa, per evidenziare i
segni che l’esistenza lascia sui corpi umani. I nudi, sensuali e tragici
al tempo stesso, mettono in luce appieno questo trionfo di una fisicità
spesso eccessiva e debordante.
Tra i personaggi noti
ritratti da Freud anche la regina Elisabetta e Kate Moss, raffigurate
senza alcun tipo di concessione estetizzante, cercando di far affiorare
le ansie e le angosce dei suoi soggetti, a discapito dell’esteriorità.
Rembrandt Harmenszoon
van Rijn
(Leida, 1606; Amsterdam, ottobre 1669), considerato uno
dei più grandi pittori della storia dell'arte, attivo nel periodo dell'età
dell'oro olandese, sbalordì i contemporanei per la sua libertà
rappresentativa e per l’approccio tecnico fuori dal comune, per la
capacità con cui seppe combinare padronanza dei mezzi tecnici, inventiva
e ricerca espressiva.
Durante gli anni della
giovinezza trascorsi a Leida (1625-1631), i suoi dipinti sono di
dimensioni piuttosto ridotte, presentano grande ricchezza di dettagli (i
vestiti, i gioielli) e affrontano principalmente temi religiosi e
allegorici. Nei primi anni ad Amsterdam (1632-1636) Rembrandt inizia a
dipingere scene drammatiche di grande formato e dai colori molto
contrastati, tratte dalla Bibbia o dalla mitologia. Inizia anche a
eseguire ritratti su commissione. Uno dei lavori più importanti
commissionati in questo periodo è La lezione di anatomia del Dr. Tulp.
Verso la fine del 1630
realizza quadri e stampe di argomento paesaggistico, dove accentua la
forza drammatica della natura, rappresentando alberi sradicati e cieli
tetri e minacciosi. Dal 1640 lo stile diventa meno esuberante e adotta
toni più sobri, come riflesso delle tragedie personali che Rembrandt
attraversa. Le scene bibliche sono soprattutto tratte dal Nuovo
Testamento. Un'eccezione è rappresentata dall'enorme La ronda di
notte, l’opera di maggiori dimensioni, vigorosa e di forte impatto.
I paesaggi sono principalmente realizzati a stampa anziché dipinti.
Nel decennio
successivo lo stile di Rembrandt cambia nuovamente: i dipinti acquistano
maggiori dimensioni, il colore si fa più ricco e intenso e i colpi di
pennello più evidenti e pronunciati. Nel corso degli anni, pur
continuando a eseguire quadri ispirati a temi biblici, sposta la sua
attenzione dalle scene di gruppo ad alta intensità drammatica a singole
figure più delicate e simili a ritratti. Nei suoi ultimi anni Rembrandt
dipinge i suoi autoritratti più riflessivi e introspettivi. Tra i più
grandi capolavori dell’ultimo periodo si annoverano Sindaci dei
drappieri (1662) e La sposa ebrea (1666).
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Fondazione Bottari Lattes
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