Loretta Strong
è un racconto su quella particolare condizione di
solitudine psicoattiva, capace di creare sentimenti,
motivazioni, obiettivi, mondi. La protagonista è una
creatura che vive su un’astronave in missione nello
spazio alla quale succede di tutto (o quasi!) ma che
possiede una capacità disperata di tendersi fino a
spezzarsi nella ricerca di sé, degli altri, del
raggiungimento di un fine, ancorché immaginario. Il suo
isolamento non è infatti mai statico, Loretta è in
costante comunicazione con entità indefinite che
accoglie, respinge, seduce o raggira, continuamente
invasa ed eroicamente disponibile al procedere o
trascendere delle cose. Basti pensare che pur esplodendo
a metà spettacolo essa continua la sua missione assurda
di esistere, resistere al tempo, seminare il suo oro su
un pianeta che non esiste.
Questa
particolare visione dell’uomo in frammenti e della
necessità di comunicare fino ad inventare
l’interlocutore sono temi attuali e valori cardini della
cultura postmoderna e delle sue derive. Copi è infatti
un autore che in tutti i suoi lavori presenta personaggi
completamente aperti, in una prossimità esasperata con
tutto ciò che li circonda, in costante fusione,
ibridazione, scambio con gli altri e con il mondo,
colpiti, esplosi nell’identità. Questo spettacolo veniva
realizzato alla fine degli anni Settanta da Copi stesso
en travesti, che si aggirava tra il pubblico
ripetendo ossessivamente “Pronto, Linda?”, frase che da
il ritmo a tutto il testo e che ci sembra oggi
paradossalmente normale quasi come se l’uomo esploso di
Copi si fosse avverato.
Tutte
le scelte del regista Giuseppe Isgrò sono direzionate a
rivelare quanto questo testo ci riguardi tutti,
direttamente.
La scena è semplicissima e tutto
l’hardware del teatro -luci e amplificatori- costituisce
l’hardware dell’astronave di Loretta. Non c’è altro se
non un triangolo argentato a terra che è insieme
confine, spazio, scena, tempo.
Loretta è a livello degli spettatori, gli va incontro,
perché è così che lo stesso Copi vedeva il teatro: “quel
che amo è avere il pubblico di fronte, poterlo spaccare
come una barca. Si va avanti e il pubblico è sempre di
fronte, come un’illusione ottica. Restare in scena come
si resta su una barca. Bene in equilibrio”. Loretta
Strong è una barca in piena tempesta tenuta puntata
dritta sul pubblico dall’interpretazione incredibile di
Margherita Ortolani. Quest’attrice sa alzare onde
altissime: la sua interpretazione mantiene un equilibrio
leggero poggiato con grazia su tutti i disequilibri
possibili; realizza, con il suo corpo, tutta la scena,
frulla e divora le prime file del pubblico. Occorre
infatti sapere che questa Loretta non è affatto innocua:
l’energia cannibale dell’interpretazione e tutta la
realizzazione di questo spettacolo sono affilate su
questo obiettivo: seminare l’oro di Loretta in ciascuno
di noi.
PhoebeZeitgeistTeatro
(www.pzteatro.org)
è un gruppo teatrale con base a
Milano che tra i suoi obiettivi principali ha la
produzione di spettacoli; non volendosi però chiudere a
operare in un ambito di ricerca esclusivamente teatrale
si occupa anche della creazione di eventi performativi
(musica, video, performance) ed espositivi (in stretta
collaborazione con artisti visivi).
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