Scheda tecnica:
Foschini | Iacomelli
Riccardo Ruberti
doppia
personale
con un
testo critico di Alice Barontini
Opening venerdi 30 marzo, 18.30
30
marzo > 20 aprile 2012
Centro
Michon
Via
Michon 36/38
Livorno
info:
+39 3386786513
........testo critico.....
Choice
Doppia personale
Foschini | Iacomelli e Riccardo Ruberti
Tre
artisti. Anzi, due: perché
uno lavora da solo mentre gli altri sono una coppia,
nell'arte come nella vita. Si tratta di Riccardo Ruberti
e Foschini-Iacomelli (alias, Angelo Foschini e Lavinia
Iacomelli) che, al Centro Michon di
Livorno, danno vita a una doppia personale intitolata
Choice: un ampio ventaglio di temi dove le ragioni della
pittura, in generale, prevalgono su quelle dei soggetti
di volta in volta affrontati.
É
questa, del resto, la scelta (choice, appunto) della
mostra: quella di rendere la pittura la grande
protagonista, lo strumento che meglio di ogni altri puó
svelare le atmosfere e le vibrazioni che animano la
nostra società
contemporanea.
Da un
lato troviamo Ruberti, con il suo ciclo di opere
dedicate ai "samosely", auto-coloni che abitano le zone
intorno all'ex centrale nucleare di Chernobyl: negano o
comunque si sono rassegnati alle conseguenze legate al
vivere in una zona così
contaminata, professando anzi - come in una sorta di
teatro dell'assurdo - il loro impegno per la
salvaguardia della vita rurale e delle tradizioni.
L'artista, utilizzando un linguaggio figurativo, coglie
momenti della vita di tutti i giorni all'interno della
cosiddetta "zona di alienazione", dando vita a opere dal
taglio fotografico in cui l'apparente banalità
dei gesti di tutti i giorni viene proiettata in una
dimensione surreale, percorsa da una sensazione di
latente inquietudine. In particolar modo gli animali,
che in quasi tutte le opere di questo ciclo compaiono
come compagni fedeli dei contadini, sembrano stabilire
un contatto diretto con lo spettatore, chiamandolo in
causa e interrogandolo sul destino dell'umanità.
Non
hanno invece un soggetto dominante le opere in mostra
del duo Foschini-Iacomelli. I loro lavori colpiscono per
i colori acidi, talvolta stridenti, e per l'utilizzo
rapido di smalti che, oltre a rendere
l'esecuzione dell'opera libera e immediata,
conferiscono ai dipinti una particolare luminosità. Le
piccole cose di tutti i giorni - come una spiaggia
affollata, un piccione, uno scorcio della facciata di un
palazzo - nei lavori di Foschini-Iacomelli assumono un
sapore irreale e artefatto, talvolta fantastico, come se
attraverso il linguaggio della pittura si cercasse di
osservare il mondo con occhi diversi, non ancora
contaminati dallo scorrere monotono dei giorni. Forte,
in queste opere, é la volontà di sperimentare: tanto
che, in alcuni dipinti, il disegno si fa più libero,
diretto dritto oltre i confini dell'informalità.
Sono
opere silenziose, in cui la solitudine sembra avere la
meglio, anche là
dove la folla é presente, dando così
vita a un'atmosfera assorta e distaccata ma al tempo
stesso non priva di una partecipazione coinvolgente,
dovuta all'identificazione dell'osservatore con certi
stati d'animo narrati.
Due
linguaggi, insomma, molto distanti tra loro quelli di
Ruberti e Foschini-Iacomelli, accomunati peró,
oltre che dalla fedeltà verso il mezzo pittorico, anche
dalla capacità di incanalare nella loro arte le
percezioni legate all'attualità.
Di
particolare interesse sono, infatti, le liquefazioni che
troviamo in entrambe le opere degli artisti: basti
osservare un dipinto come first contact di
Foschini-Iacomelli, dove il volto del protagonista si
disfà,
fluidificandosi e scorrendo verso il basso così come
scorrono i suoi pensieri. O, ancora, iskra di Ruberti
dove, sullo sfondo dell'opera, la sagoma dell'ex
centrale di Chernobyl sembra
disciogliersi minacciosamente sulle figure dei
protagonisti.
Non puó
essere una semplice causalità: si tratta piuttosto di
una testimonianza di quanto questi artisti sentano
all'ennesima potenza il presente dove, citando il grande
pensatore polacco Zygmunt Bauman, tutto sembra aver
perso solidità, trasformandosi in una "modernità
liquida" in cui l'unica certezza é l'incertezza. Alice
Barontini
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