Dopo
la metà del secolo, la fortuna di generi come il
ritratto, la veduta e il paesaggio è spesso legata a
personalità attive anche fuori Ferrara, quali Giuseppe
Chittò Barucchi e Pagliarini o, ancora, a Giovanni
Boldini, che sarà figura di spicco del rinnovamento
della pittura italiana e internazionale della seconda
metà del secolo, prima nella Firenze macchiaiola e poi
nella Parigi degli impressionisti. Un ampio nucleo di
capolavori di Boldini testimonierà il suo ruolo di
indiscusso protagonista della Belle Époque e, al tempo
stesso, la nascita del museo a lui dedicato che fu
istituito nel 1935: icone della sua ritrattistica come
il Ritratto del piccolo Subercaseaux, Fuoco
d'artificio, la Passeggiata al Bois de Boulogne
o La signora in rosa, ma anche interni d'atelier,
nature morte e vedute.
Nel corso del Novecento le collezioni si arricchirono di
opere di altri maestri locali che raggiunsero la fama
fuori Ferrara: dal Ponte di Charing Cross di
Alberto Pisa, alla Pace di Giuseppe Mentessi,
fino al Trafugamento del corpo di Cristo di
Gaetano Previati. Un capolavoro simbolista di Previati
come Paolo e Francesca ed altri suoi dipinti
divisionisti saranno presentati assieme ad opere di
ispirazione secessionista e futurista di Arrigo Minerbi,
Aroldo Bonzagni, Umberto Boccioni, Roberto Melli e
Annibale Zucchini, a sottolineare il ruolo anticipatore
del pittore e l'importanza della sua lezione per la
generazione successiva. L'animato clima artistico
italiano tra le due guerre sarà poi evocato da un lato
dalla pittura tonale di Roberto Melli, legata alla vena
espressionista della "Scuola Romana", dall'altro dal
moderno classicismo di uno dei massimi esponenti di
"Novecento", Achille Funi, che verrà accostato a
pionieri del "ritorno all'ordine" e delle poetiche
arcaiste, quali Carlo Carrà e Mario Sironi. In un ambito
internazionale s'iscrive invece la vicenda artistica di
Filippo de Pisis, cui sono intitolate le raccolte del
Novecento. Grazie soprattutto all'attività della
Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e
Franca Malabotta è possibile ripercorrere l'intera
parabola creativa del ferrarese, dalle nature morte
marine di ispirazione metafisica (Le cipolle di
Socrate) agli esiti della sua "stenografia
pittorica" che caratterizzano, ad esempio, le vedute
parigine, dalle penetranti effigi maschili come il
Ritratto di Allegro ai lirici, commoventi capolavori
della maturità quali La rosa nella bottiglia e
Natura morta con calamaio.
Come già accaduto per altre importanti rassegne, la
mostra Boldini, Previati e De Pisis. Due secoli di
grande arte nei musei ferraresi sarà accompagnata da
un progetto didattico rivolto al mondo delle scuole e
alle famiglie, che prevede anche la pubblicazione di un
libro per bambini, realizzato da Ferrara Arte grazie al
sostegno di ENI. Il progetto, ideato al fine di
avvicinare i ragazzi al patrimonio artistico della
propria città e all'arte dell'Otto e del Novecento, è
particolarmente significativo per Ferrara che in questo
momento di grande difficoltà intende dare un forte
segnale, sottolineando come la "ricostruzione" debba
partire proprio dall'educazione dei più giovani.
Boldini, Previati e De Pisis. Due secoli
di grande arte nei musei ferraresi
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 13 ottobre
2012 - 13 gennaio 2013
Mostra a cura di Maria Luisa Pacelli,
Barbara Guidi e Chiara Vorrasi, organizzata da Ferrara
Arte e dalle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di
Ferrara
Informazioni
Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
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Ufficio stampa
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