C’è una continua
tensione nei suoi lavori che mira a inglobare
l’osservatore, rendendolo protagonista e soggetto
pensante, attore e non più spettatore, in un costante
confronto con l’artista che lo sfida sul terreno delle
sue modalità percettive. Davanti a queste opere ci si
deve rendere conto di essere di fronte a qualcosa, non è
concesso in alcun modo delegare ad altri l’esperienza
estetica e percettiva. Il Dialogo con l’ombra, oltre a
rappresentare un personale modo di ripensare il senso e
il ruolo dell’arte e dell’artista, è dunque un dialogo
con l’osservatore, con le sue abitudini eidetiche, con
la tradizione dell’arte come data una volta e per tutte.
Oltre che essere la proiezione tangibile di un conflitto
tra opposti (bidimensionale/tridimensionale, colore/non
colore, segno/simbolo, superficie/spazio, ombra/luce,
arte/vita). […]
(Dal
testo in catalogo di Fabio De Chirico)
[…] Attraverso
una tecnica finissima, affidata a elementi ritagliati,
applicati sulla tela, quindi rivestiti e dipinti, che il
gioco degli aggetti e degli spessori crea la rilevanza
plastica, vera e tangibile, di questo codice enigmatico
che, in tal modo, quasi miracolosamente, anche in opere
assolutamente monocrome, può staccarsi dai piani di
fondo grazie alle linee d’ombra che ne definiscono i
profili. Qui Telarico, al fine di vincere il limite
fisico della pittura, superandone la spazialità
illusoria e simbolica, sceglie la via del compromesso
con la tridimensionalità del rilievo. Ed è proprio qui,
con questa scelta di campo, che l’artista si inserisce,
con la sua personale e per certi versi “eretica”
interpretazione del problema della libera dimensione –
almeno rispetto alla necessità assolutamente aniconica
dei suoi predecessori - nel solco di quanti hanno
scommesso sull’oggettualità pura e senza racconto del
quadro che, per questa via, rimane e si conferma tale,
senza smentire, con le sue parti appena aggettanti sul
piano di fondo, la sua tradizionale bidimensionalità.
[…] L’artista è intervenuto anche sui formati dei
supporti, prima rompendone l’ordinaria ortogonalità e
poi giocando con la continuità delle superfici. Sono
nate così una serie di opere tracciate da faglie
profonde che dividono tele e tavole con una drammatica
interruzione della superficie pittorica e delle forme
che la percorrono. Quasi degli iati che tagliano la
pelle del quadro e i suoi segni, ma che sono segno e
colore essi stessi, discontinuità che non compromette
l’integrità dell’elaborato e, anzi, ne entra a far parte
come elemento connotante, ombra tra le ombre,
riferimento estremo nella scala degli scuri.
[…]
(dal testo in catalogo di
Andrea Romoli Barberini)
Notizia Biografica
Giulio Telarico
è nato a Cosenza nel 1949. Laureato al Dams, ha
insegnato Discipline Pittoriche presso il Liceo
Artistico di Cosenza. I sui esordi sono legati
all’analisi del paesaggio verso una figurazione che si
potrebbe definire paesaggistica-macroscopica. In
quest’ambito pittorico realizza, nel 1978, il Manifesto
del XIII Premio Sila. A partire dagli anni Ottanta
l’attenzione al dettaglio si focalizza sugli elementi
decorativi. Del suo lavoro si occupa il programma della
Rai “La Periferia Sperimentale”, curato da Marcello
Walter Bruno e Tonino Sicoli (1986). Con gli anni
Novanta, la sua ricerca indaga sul rapporto tra
decorazione e pittura. L’attenzione macroscopica verso
il particolare si evolve verso il segno istintivo o come
retaggio, supportato da una tecnica apparentemente
gestuale e pittorica di grande precisione. All’attività
artistica affianca quella di operatore culturale,
partecipando all’organizzazione di vari eventi, tra i
quali si segnalano: “Le Muse Inquietanti”, Museo Civico
Rende 1990; “Marasco – Anni Dieci Settanta, dal
Futurismo al Concretismo”, Museo Civico Rende 1995;
“Rotella”, Museo Civico Rende 1996; “La Banca e l’Arte –
Collezione della Cassa di Risparmio di Calabria e
Lucania”, Cosenza 1997. Nel 1995 prende parte, in
Piazzetta Toscano, al processo di rivalutazione del
centro storico di Cosenza, con l’esposizione “Biancosunero”.
Nel 1996 con “Laboratorio di un artista nel museo”,
svoltosi nel Museo Civico di Rende (Cs) coinvolge gli
alunni di diverse scuole ai quali viene data la
possibilità di assistere alla genesi di un’opera
dell’artista, che per l’occasione ha trasformato la
pinacoteca nel suo studio. Tale iniziativa viene curata
da Fiorella Sicilia, Direttore del Museo Civico, Maria
Brunetti e Domenico Pisani della Scuola di
Specializzazione dell’Università di Siena. Nello stesso
anno, con”Moto a luogo, dal Museo al Territorio”, curata
da Massimo di Stefano, l’installazione diventa un
autentico intervento sul territorio del centro storico
di Rende; operazione riproposta nel 1997 con “Le favole
nel bosco”, installazioni nel boschetto della Riforma a
Bocchigliero (Cs). Nel 1998 partecipa all’iniziativa
“Summertime una stagione dell’arte”, curata da Paolo
Aita e Ludovico Pratesi, presso la Casa delle Culture di
Cosenza, con una mostra monografica nella quale presenta
anche una serie di lavori su carta che costituiscono
l’inizio di un nuovo ciclo di opere nelle quali il
“segno” diventa volume. Nel 2004 è presente alla mostra
“Arte in Calabria 1960 – 2000, prime acquisizioni”, MAON
(Museo d’Arte dell’Otto e Novecento, Rende) e riceve uno
dei premi per la pittura del Premio “Paolo VI”
nell’ambito della “III Triennale d’arte Sacra
Contemporanea” di Lecce. Nel 2007 è invitato da Cristoph
Bertsh alla mostra “Zona Ovest - Austria Occidentale in
dialogo”, presso la Biblioteca Nazionale Universitaria
di Torino. Nello stesso anno tiene la personale “Marilyn
e altre storie”, con presentazione di Andrea Romoli
Barberini. Nel 2009 è invitato da Mimma Pasqua e Franco
Gordano alla mostra “Tornare @ Itaca”, presso il Museo
civico dei Brettii e degli Enotri di Cosenza.
L’esposizione è riproposta nel 2010 a Milano presso la
fondazione MUDIMA. Sempre nel 2010, in occasione della
Notte dei Musei, organizzata dalla Soprintendenza per i
beni storici artistici ed etnoantropologici della
Calabria, presenta la personale “Il silenzio delle
ombre”, presso la Galleria d’arte LB di Cosenza. Nello
stesso anno è presente alla mostra “Viaggio nella parola
di Alda Merini” (Auditorium Fondazione Cariplo e
Biblioteca Sormani di Milano). Nel 2011 partecipa alla
mostra “Un bisbiglio lungo il cammino -Omaggio a Lorenzo
Calogero” a cura di Franco Gordano, Mimma Pasqua e
Angelo Sanna, presso il Museo Civico dei Brettii e degli
Enotri di Cosenza. Inoltre, negli spazi della fondazione
VOLUME a Roma, espone i lavori della serie “Sempre e
comunque bianco” e, curata dalla stessa Fondazione
VOLUME, propone il suo lavoro nei locali del “Pantheon
Royal Suite” di Roma. Risiede e opera tra Cosenza e
Roma.
L’evento è organizzato
da:
Direzione PaBAAC
(Paesaggio, Belle Arti, Architettura e Arte
Contemporanea);
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Calabria;
Soprintendenza per i Beni Storici
Artistici ed Etnoantropologici della Calabria;
Galleria Nazionale di Cosenza;
Conservatorio di Musica Cosenza
In collaborazione con:
Fondazione VOLUME!
Con il patrocinio di:
Regione Calabria
Provincia di Cosenza
Città di Cosenza
Sponsor:
Le Georgiche
Info:
06+39.0984.795639
www.articalabria.it
Orario:
da martedì a domenica; dalle 10.00 alle 18.00.
La mostra
rimarrà chiusa nei giorni 27 maggio e 24 giugno.
Ingresso libero. |