Ma è
anche un’operazione culturale perché vuole recuperare
insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare.
Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non
cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a
resistere”.
Il
Mistero Buffo
nella
versione pop 2.0 di Paolo Rossi è un omaggio al maestro
Dario Fo, ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si
allontana il più possibile dalla versione originale
diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e
quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel
teatro popolare. Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe?
Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e
seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli?
Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu
accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù
raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo.
Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo,
ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema
Italia”. Ogni sera diverso, recitato con il pubblico e non
per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di
registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione
con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio
corale in cui la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa
personaggio e drammaturgia, in continua interazione con
l’azione scenica.