Le
loro sculture cinematografiche consentono di fondere
differenti media in un'ipotesi di arte totale e
immersiva: al di là dello stupore immediato, i loro
lavori nascono da una riflessione di carattere sociale
dove i personaggi s'interrogano su questioni filosofiche
ed esistenziali con riferimenti a Luigi Pirandello,
Samuel Beckett, così come al cinema della nouvelle
vague. A questo proposito Francesco Poli sottolinea
come Daniel Glaser e Magdalena Kunz "lavorino da anni,
con lucida e visionaria determinazione, all'invenzione
di un mondo senza più coordinate definite,
destabilizzato e inquietante, carico di tensioni
stranianti e immerso in dimensioni spaziali e temporali
sospese e sfaccettate."
Alberto Fiz, poi, evidenzia come l'indagine dei due
artisti "metta definitivamente in crisi la nostra idea
di realismo in quanto Glaser/Kunz instillano nella
finzione problematiche esistenziali e riflessioni sul
nostro stare al mondo. L'inganno, insomma, non nasconde
il trucco, ma la verità."
I talking heads si possono definire presenze allo
stesso tempo fisiche e virtuali, mobili e immobili che
creano uno sconcertante effetto per chi le guarda e le
ascolta dove l'illusione fantasmatica passa attraverso
la proiezione video ( con volti che parlano) su calchi
tridimensionali realizzati partendo da personaggi reali.
Tuttavia, la discrepanza fra realtà e finzione,
l'impatto fisico dell'esibizione, il contrappunto della
recitazione, determina una tensione che mette
radicalmente in crisi e sovverte le convenzioni.
Le "teste parlanti", insomma, innescano una situazione
che coinvolge e fa riflettere sull'ambiguità della
relazione fra astrazione dell'arte e realtà della vita.
Al MARCA sono esposte installazioni di grande impatto
come Voices III del 2008 realizzata a Città del
Capo, dove i protagonisti sono sei poeti di strada che
parlano della loro esistenza, delle loro speranze e
paure, e pongono domande senza risposta sulle più
inquietanti questioni sociali e politiche del loro
paese.
La poesia ritorna in un'altra installazione proposta al
MARCA Obsidian, Gordon & Austin del 2011 dove
compaiono tre poeti di New York che parlano della loro
esperienza di vita e ricordano i momenti straordinari
che hanno vissuto, chissà se reali o inventati. In
Jane & Will, poi, un'altra installazione con due
talking heads del 2011 è esplicito il riferimento a
Samuel Beckett e alla sua opera più nota Aspettando
Godot che fa da sfondo al dialogo straniante tra i
due personaggi. Fondamentalmente, i lavori di Glaser e
Kunz esprimono un senso di profonda precarietà che passa
attraverso un complesso processo che investe scultura,
video, letteratura, teatro e performance dove la
fascinazione non è priva di un'intensa problematicità.
Dopo una formazione nell'ambito dell'architettura, arti
applicate e cinematografia (cortometraggi e
sceneggiature), Daniel Glaser (Olten,1968) e Magdalena
Kunz (Zurigo,1972) hanno sviluppato la loro originale
ricerca estetica concentrandosi sull'interazione tra
fotografia, tecnica cinematica e installazione.
L'indagine sfrutta le potenzialità delle nuove
tecnologie e coniuga, al contempo, la forma
tridimensionale della scultura e la proiezione dinamica
del video. La coppia di artisti svizzeri ha ideato teste
parlanti (talking heads) che si animano
digitalmente attraverso la gestualità mimetica e le voci
alternate di persone reali. Le conversazioni e i
colloqui che si svolgono tra le figure proposte, mentre
siedono in macchina o stanno rannicchiate a terra,
assumono, spesso, l'aspetto di recitazioni poetiche dove
vengono ripetuti ritmicamente versi e frasi all'interno
di monologhi alternati. Con questi lavori installativi
Glaser/Kunz esplorano tematiche collettive e
individuali, interrogandosi, in particolare, su
questioni di carattere sociale.
Per i loro lavori i due artisti hanno anche coinvolto
poeti di strada e homeless incontrati durante i
loro soggiorni a Città del Capo o a New York. Tra le
mostre principali si segnalano le personali al
Kunstverein (Lipsia, 2006), White Space (Zurigo, 2006),
Blank Project (Città del Capo, 2008), Neue Sächsische
Galerie (Chemnitz, 2009) Palazzo Malipiero (Venezia,
2011) e la recente installazione nella sede della
Johanniterkirche, Zentrum für Zeitgenössische Kunst,
(Feldkirch, 2012).
Le loro opere, inoltre, sono state presentate, tra
l'altro, alla Kunsthalle di Lucerna (2008), all'Harare
International Festival of the Arts, Zimbabwe (2008), al
Zentrum für Gegenwartskunst (Nairs/Scuol, 2011) e
nell'ambito della rassegna Temps d'image presso
il Centquatre di Parigi (2012).
Nel 2006 hanno partecipato alla Biennale di Scultura di
Carrara e nel 2013 le loro opere saranno inserite
all'interno della Biennale di Scultura di Winterthur.
Glaser/Kunz, Talking Heads, Catanzaro, MARCA, a
cura di Alberto Fiz e Francesco Poli
17 novembre-9 dicembre 2012.
Progetto promosso dalla Provincia di
Catanzaro-Assessorato alla Cultura con il patrocinio
della Regione Calabria.
MARCA
Catanzaro
Via Alessandro Turco 63
da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797
info@museomarca.com
www.museomarca.com
|