"La miglior prova del nostro successo è il coinvolgimento di uno
dei maggiori protagonisti della scena internazionale come Daniel Buren che ha
fatto del Parco il luogo di un progetto unico e irripetibile che solo qui si
potrà ammirare."
Come afferma Alberto Fiz, "la nuova edizione di Intersezioni è un punto
di approdo per un evento di anno in anno sempre più ambizioso. In
quest'occasione, Buren ha sviluppato un sincretismo con le vestigia antiche
annullando la distanza temporale tra il mondo antico e quello contemporaneo. Un
intervento, il suo, radicale e coraggioso dove appare evidente come sia il Parco
di Scolacium a provocare l'opera la quale esiste solo in stretta relazione con
il contesto ambientale. Si tratta di una vera e propria svolta anche rispetto
agli altri importanti progetti realizzati in questo luogo."
La mostra coinvolge i centri nevralgici del Parco con una serie d'interventi
concepiti specificatamente per la Basilica, il Foro, il Teatro romano e
l'uliveto.
La Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e blu che la
riportano ad un immaginario utopico in un'alternanza magica e imprevedibile di
luci e ombre. "Per me il colore è pensiero puro, dunque totalmente indicibile.
Tanto astratto quanto una formula matematica o un concetto filosofico", ha
scritto Buren.
Il Foro, invece, è oggetto di una fantastica ricostruzione dove Buren reinventa
un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai frammenti esistenti.
In questo caso il luogo dell'archeologia appare come l'elemento ispiratore di un
progetto architettonico che sfida il tempo e lo spazio.
Di natura del tutto eccezionale è, poi, lo spettacolare intervento ideato per il
Teatro dove Buren ha concepito una struttura specchiante di oltre 30 metri di
lunghezza e di oltre tre metri d'altezza che, collocata al centro, permette di
raddoppiare l'immagine dell'antica costruzione sviluppando un contesto visivo
del tutto straniante dove la percezione del luogo subisce una progressiva
trasformazione riflettendo e nello stesso tempo occultando lo spazio. Ci si
trova di fronte all'impermanenza dello sguardo che assorbe i dati di una realtà
virtuale.
Buren, poi, è apparso particolarmente affascinato dall'uliveto che circonda il
Parco creando una perfetta integrazione con i luoghi della storia e, per
quest'occasione, ha progettato un'installazione di oltre 20 elementi che
abbraccia gli ulivi evidenziandone le caratteristiche e la peculiarità nel
suggestivo ambiente del Parco di Scolacium.
Come afferma Buren: "Le mie installazioni permettono sia d'accentuare le linee
di forza già esistenti all'interno del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso
della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee
nello spazio, rilevare le altezze, come nel caso del Teatro, o ancora,
rintracciare delle colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro."
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell'opera di Buren un nuovo e
imprevedibile spazio visivo.
A tutto ciò si aggiunge un'altra installazione concepita specificatamente per il
Parco, Cabane éclatée aux 4 couleurs: travail in situ, di 4x4x4
metri. Si tratta di un nuovo lavoro basato sulla relazione spazio-colore che fa
parte della serie Cabane éclatée iniziata nel 1975. Sono strutture
esplose al loro interno che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le
circonda condividendone l'esistenza. Le Cabane non sono né un oggetto né
un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova
verifica. Proprio questo concetto di luogo connesso appare il punto di
riferimento dell'esposizione al MARCA dove viene proposta La cabane éclatée
aux plexiglas colorés et transparents: travail situé che in questo caso
entra in relazione con lo spazio chiuso sviluppando un nuovo approdo visivo dove
il museo diventa parte dell'opera.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da
Silvana Editoriale con testi di Maria Grazia Aisa, Daniel Buren, Bruno Corà,
Alberto Fiz e Hans-Ulrich Obrist.
Intersezioni dal 2005 ha ospitato alcuni dei maggiori esponenti della
scultura italiana e internazionale quali Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim
Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino,
Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn e Mauro Staccioli.
Nota Biografica
Artista di fama internazionale, Daniel Buren (1938) ha ricevuto nel corso
della sua lunga carriera molti riconoscimenti e premi fra i quali il Leone d'Oro
alla Biennale di Venezia del 1986 e il Premium Imperiale per la pittura della
Japan Art Foundation nel 2007.
Dopo gli studi all'Ecole des Meteris d'Art e all'Ecole Nationale Supérieure des
Beaux-Arts di Parigi, a metà degli anni Sessanta inizia a realizzare interventi
pubblici, installazioni e mostre in tutto il mondo. Buren ha condotto una serie
di esperimenti agli inizi della sua carriera artistica sul confine tra pittura,
scultura e cinema. Alla sua prima personale alla Galleria Apollinaire di Milano
nel 1968 seguono la partecipazione alla 5th International Exhibition al
Guggenheim di New York nel 1971 e a Documenta V curata da Harald Szeemann nel
1972 che ne afferma il prestigio nell'ambito dell'arte concettuale. Innumerevoli
i lavori permanenti che testimoniano la sua ricerca: tra questi lo spettacolare
Les Deaux Plateaux (1985-86) nella Corte d'onore del Palais-Royal a
Parigi; Sens dessus Dessous (1994) al Parc des Célestins di Lione, 25
Porticos: The Color and its Reflections a Tokyo nel 1996, Puente
de la Saliva sull'omonimo ponte adiacente al Guggenhiem Museum di Bilbao nel
2007 sino a Excentrique(s) al Grand Palais di Parigi nel 2012.
Daniel Buren opera in situ, ovvero progetta e crea opere pensate su
misura per un determinato luogo e un determinato pubblico, uniche e
irripetibili. Lo fa dialogando con l'architettura di musei e gallerie, ma anche
intervenendo direttamente in spazi urbani come piazze, giardini, ponti.
Valendosi di uno "strumento visivo" invariabile - l'alternanza di strisce
verticali bianche/colorate di 8,7 centimetri - Buren indaga da oltre 35 anni i
rapporti fra l'opera d'arte, il luogo in cui prende corpo e lo spettatore. Al
centro della sua proposizione vi sono, quindi, tematiche relative alla
visibilità dell'opera e alla definizione del suo statuto, la volontà di
rovesciare i modelli dati mediante la moltiplicazione dei punti di vista, il
capovolgimento delle prospettive attraverso interferenze visive, nonché il
tentativo, di volta in volta rivisitato e aggiornato, di interagire (in osmosi o
in modo conflittuale) con lo spazio di intervento. Nei suoi lavori realizzati
in situ, pittura, tessuto, legno, metallo, specchio, vetro, carta sono
abbinati a formare opere a parete oppure complesse strutture ambientali, intese
a proporre una lettura critica dell'oggetto d'arte, con riferimento alla sua
storia disciplinare e culturale (scultura, pittura, monocromia, opera d'arte,
.), alla codificazione del contesto (museo, spazio pubblico, .), al rapporto con
il fruitore.
Nel 1975 ha realizzato la sua prima Cabane Eclatée che ha rappresentato
un punto di svolta ed accentuato l'interdipendenza tra l'opera e il luogo dov'è
situata, attraverso un sottile gioco di costruzione e decostruzione.
Intersezioni 7
Daniel Buren
Costruire sulle vestigia: impermanenze
Opere in situ
(Construire sur des vestiges, d'un éphémère à l'autre
Travaux in situ)
Parco Archeologico di Scolacium, Roccelletta di Borgia
Museo MARCA, Catanzaro
Vernice per la stampa: venerdì 27 luglio ore 18.00
Inaugurazione al Parco di Scolacium: venerdì 27 luglio ore 19,30
Inaugurazione al MARCA: sabato 28 luglio ore 11
Curatore: Alberto Fiz
Organizzazione: Provincia di Catanzaro Assessorato alla Cultura, con la
collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Calabria
Patrocinio: Regione Calabria - Assessorato alla Cultura e Sensi Contemporanei -
Ministero dello Sviluppo Economico.
Periodo: 27 luglio - 14 ottobre 2011
Sedi: Parco Archeologico di Scolacium Roccelletta di Borgia (Catanzaro)
tutti i giorni 10-21,30; ingresso libero
MARCA via Alessandro Turco 63, Catanzaro
Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16,30-20,30; chiuso lunedì Ingresso:3
euro; tel. 0961.746797.
info@museomarca.com
www.museomarca.com
www.intersezioni.org
Catalogo Silvana Editoriale con testi in italiano e inglese di Maria Grazia
Aisa, Daniel Buren, Bruno Corà, Alberto Fiz, Hans-Ulrich Obrist.
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