Ma la sua non è solo pittura di
verità: nell’incrociarsi dei temi pittorici affrontati, il suo
percorso artistico unisce la denuncia, l’oggettività e la fiaba.
Dopo aver deposto tavolozza e pennelli per un periodo, in tempi
recenti ha rinnovato lo slancio della sua esperienza artistica
anche attraverso nuove considerazioni sul tema dell’infanzia,
che aveva già affrontato in passato. Nell’oscurità della mente
avanza una visione, come di un incanto sospeso fra nuvole
inesistenti: è l’io bambino che irrompe con chiarezza per essere
ascoltato senza i freni inibitori di una razionalità adulta.
In un innovativo ed agile
esperimento critico, le schede raccolte in un’accattivante
custodia disponibile in mostra propongono un serrato intreccio
di considerazioni biografiche e critiche, attraverso le quali
Antonio D’Amico, curatore dell’esposizione, e Stefano Saponaro,
autore delle incursioni biografiche, conducono lo spettatore
alla scoperta delle sedici opere esposte, alcune delle quali
formano moderni trittici o polittici evocativi.
Nella poetica dell’artista
l’infanzia è un soggetto malleabile su cui è possibile
proiettare significati oggettivi e simbolici di volta in volta
nuovi, come illustrano le sedici opere in mostra, :
l’esaltazione degli affetti, la denuncia dei soprusi contro i
bambini, il gioco, l’innocenza e la purezza. |
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