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CELEBRAZIONI RITIANE
Cascia dal 12 al 22 maggio
La festa che Cascia
tributa a Santa Rita è particolarmente articolata e momenti puramente
celebrativi si alternano ad ampi spazi di riflessione e ad una liturgia
che ormai conta secoli di storia.
È il caso dei “giovedì
di Santa Rita”, una particolare devozione nata quasi trecento anni fa e
mai interrotta: per i 15 giovedì antecedenti la festa del 22 maggio, si
svolgono in diverse ore della giornata, incontri di fede in preparazione
della festa.
Le funzioni religiose
della novena vedono partecipare per ogni giorno i comuni della Valnerina,
che organizzano specifici, affollati, pellegrinaggi. Insomma, nel nome
di Rita, aderendo a quel messaggio di pacificazione che la Santa ha
lanciato nel sec. XV, c’è un’ampia mobilitazione, e per l’occasione
cadono tutti quei particolari campanilismi, quasi fisiologici fra le
genti della vallata. |
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Questa autentica
esigenza di fratellanza viene manifestata anche con il gemellaggio che,
annualmente, Cascia intrattiene, con una diversa città italiana o
europea: per una buona parte dell’anno avvengono periodici incontri con
la città gemellata, vengono organizzate manifestazioni, reciprocamente
svolte, il tutto per creare saldi legami fra le due realtà urbane.
Dalla città gemellata,
ogni anno, nei giorni precedenti la festa di Santa Rita – solitamente
una settimana prima – parte la fiaccola che gli atleti del gruppo
sportivo più rappresentativo della città, portano, con lunghissime
staffette, fino a Cascia. Maratoneti, ciclisti, pattinatori, calciatori
… tutti sono giunti puntuali la sera del 21 maggio di fronte al sagrato
della Basilica di Santa Rita a consegnare, dopo aver percorso centinaia
di chilometri, la fiaccola al Sindaco della propria città. Ed è proprio
il Sindaco ospitato che, alla presenza del primo cittadino di Cascia e
di tutti i Sindaci della Valnerina, accende la fiamma sul monumentale
tripode, a suggello di un’amicizia duratura, atto che dà il via
all’accensione delle migliaia di fiaccole che per tutta la notte
arderanno a Cascia e nelle colline circostanti: è l’incendio di fede,
suggestivo rito di fuoco in onore della Santa. |
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Le fiaccole
rischiarano una notte frenetica per l’incessante arrivo dei pellegrini.
Per tutta la notte una colonna interminabile di pullman ha come meta
Cascia. L’indomani i pellegrini, a migliaia, attenderanno lungo i bordi
delle strade lo snodarsi della processione.
La sfilata del Corteo,
che si unisce alle porte di Cascia, alla processione proveniente da
Roccaporena, è il momento più atteso da chi, giunto a Cascia affrontando
impegnativi viaggi, vuole vivere le emozioni che la vita di Rita sa
rendere ancora nell’animo dei fedeli. La sfilata è anche particolarmente
attesa dai numerosi turisti che apprezzano il rigore storico con il
quale, in quadri viventi, viene riproposta la vicenda umana della Santa.
Ed è una vicenda che del Medioevo coglie gli aspetti più forti: nella
vita di Rita si parla di amore ed odi, di vita e di morte, di guelfi e
ghibellini, in una inconsueta prospettiva tutta al femminile. E mentre
altrove a dominare questi eventi ci sono re, condottieri, capitani di
ventura, eserciti, qui, a Cascia, protagonista è un’umile donna, piccola
di statura, ma incrollabile nella sua fede e determinata nel proporre
ideali di pace: il suo esercito è la sua gente, la gente normale, i
contadini, i pastori, gli artigiani, i mendicanti, le consorelle del
Monastero, quella parte di umanità che la storia la subisce e che ne
porta drammaticamente i segni. Il Corteo Storico si fa ammirare lungo
tutto l’itinerario urbano, per giungere poi al Sagrato della Basilica di
Santa Rita, ove viene impartita la benedizione. I ruoli si invertono:
protagonisti diventano gli spettatori, i fedeli che a migliaia levano
alti, rivolti al cielo, mazzi di rose, il fiore amato da Rita, il suo
simbolo. Un gesto poetico che rinnova un miracolo del sec. XV.
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