e lo sguardo
fotografico – muto e raccolto – sui luoghi di una
provincia, Agrigento e alcuni suoi piccoli centri,
terre di
storia, di pensiero e di scrittura, frammenti di una
Sicilia letteraria dove le trame si disegnano sui
paesaggi e le
luci, le piazze e gli interni che il fotografo
agrigentino Angelo PITRONE scruta quasi in punta
di piedi:
ovunque gli attori pare abbiano abbandonato da
tempo la scena o, al contrario, sembra attendano il
momento
propizio per entrarvi; nessuno abita, anima o taglia
diagonalmente quelle strade; non ci sono
bambini a
contendersi i vicoli né contadini al lavoro nei campi;
solo il silenzio dialoga con il vento, le onde e
gli arredi e
il pulviscolo danza sugli echi di coloro – PIRANDELLO,
TOMASI DI LAMPEDUSA e SCIASCIA –
che hanno reso
immortale questa terra in bilico sul mare d’Africa.
Una mostra e
quattro luoghi – Agrigento, Santa Margherita
Belìce, Palma di Montechiaro e Racalmuto
– per
tre scrittori;
quattro scenari dove il teatro dell’esistenza ha
vissuto, raccontato, scritto e messo in opera i
drammi, i
contrasti, le eccentricità e le idiosincrasie dei
siciliani. Una selezione di scatti, in un drammatico e
silente bianco
e nero, che, accompagnata da un profondo testo di Matteo
COLLURA – un altro scrittore,
anch’esso
agrigentino –, è un volume omonimo edito nel 2004
dall’editore nisseno Salvatore SCIASCIA.
Pagina dopo
pagina, scatto dopo scatto Angelo PITRONE ci prende
candidamente per mano per condurci là
dove parte
della grande letteratura ha visto la luce o ha attinto:
ci sembra quasi di sentirle in azione quelle
fedeli
macchine da scrivere; ci pare di spiarne i tasti,
cadenzati e nervosi, picchiettare sulla carta pronta a
trattenere
trame di racconti e romanzi che si dipanano mentre echi
lontani di vita urbana animano vicoli e
strade o venti
africani spazzano la costa deserta e le mura sbrecciate.
E intanto non è difficile intravedere
sguardi e mani
che si fermano, volute di fumo che disegnano frattali
nell’aria, pensieri che si avvicendano
per rapire una
penna pronta a segnare, inquieta, gli errori e i
ripensamenti di Luigi, Giuseppe o Leonardo.
Lo sfondo
letterario, domestico, quotidiano e spudoratamente
provinciale di Girgenti è anche questo.
Angelo PITRONE,
il fotografo, lo percorre e scruta … e noi pazientemente
con lui.
Sebastiano
FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria
Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone,
luglio 2012
Sai cos'è la
nostra vita? La tua e la mia?
Un sogno fatto
in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando.
Leonardo
SCIASCIA, Candido ovvero un sogno fatto in
Sicilia, 1977
P.S.
Anche questa
mostra, a vent’anni dalla morte di Luigi GHIRRI
(Scandiano RE, 1943 - Roncocesi RE, 1992)
– il grande
fotografo italiano del Novecento al quale, nel
1999, viene intitolata l’associazione culturale e
l’omonimo
spazio espositivo denominato pertanto