Menecrate, schiavo acquistato forse dai Manneii nel
bacino orientale del Mediterraneo, o giunto in possesso
della famiglia solamente al suo arrivo a Roma, dovette
ricevere la sua istruzione medica nell'Urbe, dove
probabilmente venne in contatto con Asclepiade di
Bitinia e le sue terapie rivoluzionarie.
I
Manneii lo inviarono nelle proprietà da loro possedute
nel Vallo di Diano, affinché prestasse le cure mediche
ai tanti schiavi che lavorano i campi di quella regione.
La
fattura del suo monumento sepolcrale, a cui appartiene
l’epigrafe, testimonia probabilmente un discreto
successo economico, oltre che un'aspirazione al riscatto
sociale, che lo portò a ricordare orgogliosamente in
greco, sua lingua madre, il suo vecchio nome e la sua
originaria condizione di libero cittadino di Tralles.
Il
testo dell’epigrafe rappresenta l'unico esempio di
scritto ad essere redatto in greco, nel Vallo di Diano,
nel periodo della dominazione romana; esso fa
riferimento, in appena otto righe, agli aspetti che
maggiormente hanno caratterizzato l’esistenza del
medico: da una parte la terapia a base di vino, da
questi praticata, e dall’altra l’amore per la compagna
della sua vita, Maxsuma Sadria.
Dal
testo si evince la professione di Menecrate, la medicina
appunto, e la filosofia che ispirava il suo lavoro: la
somministrazione, con finalità curativa e terapeutica
del vino, a tutti i suoi pazienti.
Probabilmente questa cosa, all’epoca, destò meno stupore
di quanto si potesse immaginare; la terapia a base di
vino, infatti, era molto ben diffusa nel mondo antico,
soprattutto presso i romani.
Oggi
il vino, a Caggiano, pur avendo dismesso questa antica
funzione, resta il segno inequivocabile di un’identità
culturale e della tradizione di un popolo. Segno di
eleganza da una parte e di cultura popolare dall’altra,
elemento cardine nella difesa della tipicità e al
contempo oggetto di un consumo senza confini.
>
La gastronomia locale
L'arte
culinaria caggianese nasce e si sviluppa parallelamente
alla sua storia subendo l'influenza di svariate culture,
in particolare di quella napoletana del 1700, del 1800 e
degli inizi del Novecento. Molte famiglie nobili e
personaggi di cultura di origine caggianese, residenti
stabilmente a Napoli, erano proprietarie di estesi
possedimenti a Caggiano ed attingevano da tale luogo i
prodotti ed il proprio personale di servizio; l'ottima
qualità degli alimenti e degli aromi si è mescolata alle
tecniche culinarie partenopee dando origine a piatti
ricchi, estremamente elaborati, che negli anni sono
diventati protagonisti di una cucina di alta qualità ed
unici per la loro particolarità.
È
sorta, così, una vera e propria scuola e tradizione
culinaria tramandata, di generazione in generazione,
grazie all'opera di maestri cuochi, l'ultimo dei quali è
Francesco Pucciarelli (1860-1936), al quale si
deve la preparazione di uno dei piatti tipici della
tradizione culinaria locale ossia il "pasticcio
caggianese". Dalla sua opera nasce la scuola delle
"cuoche della cucina caggianese", ricordate ancora oggi
per la loro abilità.
Va
ricordato – in quanto produzione tipica ed eccellente –
il carciofo bianco. Si tratta di una varietà di
carciofo dal sapore molto delicato, di colore verde
chiaro, e caratterizzato dal ricettacolo molto tenero e
dalle bratte interne di colore bianco.
Molto
diffuse – come in tutto il Cilento e begli Alburni –
le paste artigianali fresche, così come formaggi
artigianali e molti piatti a base di verdure
e di legumi.
>
L’itinerario “La strada degli antichi vini” è
organizzato in sei tappe:
1 La
casa di Menecrate
2 Il
vigneto di conservazione della biodiversità
3 La
cantina sperimentale
4
Laboratorio didattico sull'uva e la vinificazione
5
Pergolato della biodiversità
6 La
cantina del Castello Normanno del Guiscardo
> Il
programma
Venerdì 2 marzo
ore
17:30 Inaugurazione ed Apertura Banchi di assaggio
Sabato
3 marzo
ore
10:30 Laboratori di
degustazione guidate su prenotazione a cura della
sommelier AIS Nicoletta Gargiulo
-
Vini d'altura a confronto: l'unica
produzione caggianese sarà confrontata con un vino
valtellinese ed uno dell'Etna;
-
“Il Caggianese” sarà declinato in una
verticale delle annate 2008/2009/20120
ore
17:30 Apertura Banchi di
Assaggio
ore
17:30 Seminario “Alta quota,
alta qualità”
ore 19
Convegno “Sapori e tradizioni:
un'opportunità di promozione turistica del territorio”
Domenica 4 marzo
ore
10:30 Laboratori su prenotazione a cura della
degustatrice ONAF Maria Sarnataro
-
i formaggi locali ed il formaggio
ottenuto col caglio al carciofo bianco;
ore
17:30 Apertura Banchi di Assaggio
Tutte le attività sono libere e gratuite, necessitano di
prenotazione la degustazione guidata, il laboratorio ed
il percorso turistico.
Per
prenotare basta contattate la segreteria organizzativa
di Pubblyway allo 0828. 369592, oppure scrivere una
e-mail all'indirizzo
eventi@lastradadegliantichivini.it.
Per ulteriori info ed approfondimenti:
https://www.lastradadegliantichivini.it
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