Così infatti commentava sui giornali di quei giorni lo
scrittore libanese Salah Stetié: “E’ una pittura che
suscita un’appassionante adesione o repulsione. Eccita,
indispettisce, stuzzica, per alcuni apre una nuova
dimensione dell’universo, spalanca la porta della nostra
prigione.”
Nella sua poetica il segno precede il significato e
diviene il mezzo di connessione fra l’inconscio e il
mondo reale, lo si percepisce in Petit engorgement
clandestin n.7 (1956) opera di pregnante simbolismo.
Il gesto di Mathieu, apparentemente incontrollato
traduce la dimensione di un pensiero profondo e
complesso che riflette e indaga sul passato, sul
presente, sulla storia dell’arte, sulla pittura e sul
proprio vissuto.
L’artista, partecipe della realtà culturale e politica
contemporanea, è molto attratto dalla storia e in
particolare dal Medioevo, come si vede nell’opera
Potencé, Contre-Potencé (1965) che caratterizza il
periodo araldico dell’artista, in cui studia e
approfondisce la conoscenza di armi e stemmi che traduce
e reinventa con personali segni metaforici in cui domina
il simbolo della Croce Potenziata (una croce con tutti i
bracci uguali), tradizionalmente riprodotta sugli scudi
dei crociati.
Alle Crociate e ai Templari l’artista francese dedica
diverse esposizioni “storiche” tra il 1947 e il 1951,
chiamando artisti internazionali a partecipare a
‘battaglie’ estetiche contro tutte le astrazioni
geometriche in nome dell’Astrazione Lirica.
Nel 840° anniversario della fondazione dell’Ordine dei
Templari da parte di Ugo de’ Pagani (Hugues de Payens) e
di Goffredo di Buttiglione (primo re di Gerusalemme, che
Mathieu annoverava tra i propri antenati), Georges
Mathieu dipinge sei grandi tele commemorative - tra cui
La retraite de Hugues de Payens esposto in
mostra - in una sorta di minimalismo in cui
l’ampia stesura del colore contrasta con il dinamismo
delle linee.
Anche la tela Le Bassin de l’Ile d’Amour ou Adelbert
Comte de Namur (1962) segue la stessa tecnica ed
rievoca l’ossessione di Mathieu per la storia dell’Alto
Medioevo. L’importante lavoro è rappresentativo di un
momento di transizione del percorso artistico di Mathieu
fra minimalismo e linguaggio esplosivo; la composizione
riassume in sé armonia e allo stesso tempo forza
irruente e spontanea che esplode nello sprazzo giallo e
nero. Quest’opera fu esposta al Museo di Arte Moderna di
Parigi nel 1963 nell’importante retrospettiva dedicata a
Mathieu che comprendeva ben 120 dipinti e gouache.
Una curiosità dell’evento espositivo alla galleria
Agnellini è certamente l’armadio-frigorifero
marca “Frigidaire” decorato nel 1958 da Mathieu ad olio
su porta e fianchi con una piccola serie calligrafica di
segni neri e rosa che donano ad un oggetto quotidiano
inaspettata grazia ed eleganza, forse ancora influenzato
dal suo soggiorno in Giappone dell’anno precedente.
La mostra è
realizzata con la partecipazione dell’Assessorato alla
Cultura e Turismo del Comune di Brescia e del
Centre Cultural Français de
Milan ed è accompagnata da un
catalogo con testi in italiano e francese del
gallerista Roberto Agnellini, Dominique Stella, Gérard
Xuriguera, Francesca Zappia, Giampietro Guiotto e la
biografia curata da Daniel Abadie.
Coordinate della mostra
Titolo
Georges
Mathieu 1948-1969
A cura
di
Dominique Stella
Sede
Agnellini Arte Moderna, Via Soldini
6/A - Brescia
Date
18 ottobre 2011 –
14 aprile 2012
Orari
da martedì a sabato 10.00/12.30 e
15.30/19.30
Chiuso domenica e lunedì
Catalogo
edito da Agnellini Arte Moderna con testi di Roberto
Agnellini, Dominique Stella, Gérard Xuriguera,
Giampietro Guiotto, Francesca Zappia e biografia di
Daniel Abadie
Informazioni
al pubblico
Agnellini Arte Moderna
tel 030.2944181 fax 030.247880
info@agnelliniartemoderna.it
www.agnelliniartemoderna.it