I quadri qui presentati, oramai
storici all’interno della storia dell’arte del secondo
novecento, vivono di grandi suggestioni visionarie, di stesure
cromatiche ardite ed irriverenti, di partecipazione colta e di
poetica naturalistica, di gestualità esplosiva e di segni di
calligrafia automatica.
Gli hand-made, termine che Marcel
Duchamp ha utilizzato nel 1960 per definire gli oggetti di
Sergio Dangelo, tracciano il racconto della sua figura di
“scrittore che dipinge”, di “poeta che raccoglie ed assembla
immagini”, come lui stesso ama definirsi, portandoci in un mondo
fatto di legno, chiodi, filo di canapa, bottoni, cartone,
plastica morbida, gres, vimini, vetro, ceramica, nero di china,
tempere, aniline, vernici alla nitrocellulosa, smalti: un mondo
di materiali infinito, privo di confini, come la sua visione
dell’arte.
La mostra è un omaggio ad uno
degli autori contemporanei più singolari e sognatori, che ha
visto la vita come un atto d’arte totale, portando a volte il
solo pensiero ad essere opera, spingendosi a definire il proprio
lavoro “le cose che faccio” o “le mie invenzioni”.
Sergio Dangelo è nato a Milano nel
1932, ha allestito più di 400 mostre personali ed ha partecipato
a circa 1.500 collettive nel mondo. La sua bibliografia conta
quasi 150 pubblicazioni monografiche. |
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