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L'odore della luce è
quello che si espande in un campo di fieno appena tagliato, in un
giardino dove le lame del sole illuminano l'humus del sottobosco,
nell'afrore dolce del gelsomino estivo. E' la sensazione che promana da
una certa pittura a cavallo del secolo, ancora legata ai canoni
macchiaioli ma già proiettata verso il nuovo del dopoguerra.
La
luce che illumina l'olfatto è una splendida sinestesia, un caso di
intersensorialità «indotta», che gioca sull'idea che dai prati, dai
campi e dai giardini delle opere della mostra emanino luci odorose e
profumi luminosi. Tanto più splendida la sinestesia per il fatto che
quella luce odorosa illumina e avvolge figure femminili anch'esse
profumate di luce e illuminate di odori.
Una pittura, quella indagata in "L'odore della luce" (dal 4 maggio al 19
agosto a Palazzo Marra, sede della Pinacoteca De Nittis di Barletta),
che ha due co-protagoniste: la donna e la natura, ad occupare una scena
fatta di quotidiana straordinarietà, sullo sfondo di nuove certezze, in
decenni destinati a cambiare il mondo e ad assistere al nuovo ruolo che
in esso si vanno conquistando le donne. Anche in quell'universo
apparente immutabile che è la società contadina, tanto al sud quanto al
nord del nostro Paese. |
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Non a caso Emanuela Angiuli
ha scelto per questa affascinante esposizione di aprire un focus
sul "Mondo femminile nella pittura dell'Ottocento e del primo
Novecento", in Italia. Qui risalta la descrizione profondamente
evocativa ed emozionale della piccola borghesia della provincia
italiana e del mondo contadino. Lungo le quattro sezioni
tematiche: sentimenti, i lavori del giorno, prati e giardini,
confidenze, passa, come in un fil d'atmosfera, l'altra metà del
mondo, una metà che, forse per la prima volta, è veramente
consapevole del suo contare, della fine di una millenaria
subalternità.
Nelle sale della Pinacoteca De Nittis a Palazzo Marra, in quel
di Barletta, gli artisti raccontano, spesso con sensibilità
confidenziale come in un palinsesto figurativo, i loro momenti
più personali ed intimi: l'adolescenza, il lavoro, le ritualità
dei sentimenti. Mentre nuovi movimenti intellettuali, mutamenti
politici e culturali investono l'Italia che tra 1800 e 1900
portano le donne, nobili o popolane, ad assumere ruoli di primo
piano, la pittura registra immagini eloquenti della storia e
delle condizioni nelle quali si esprime il mondo della
provincia.
A partire dalle donne, l'osservazione invade inevitabilmente
vari campi di interesse storico, letterario ma anche
demo-etnoantropologico e sociale. |
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La
pittura si fa registro della conoscenza degli usi e
costumi delle tradizioni locali mediante una
molteplicità di linguaggi che interferendo col vivere
quotidiano, offrono la qualità di un complesso e
variegato territorio culturale.
Osservando questi dipinti, emerge una realtà che, dopo
l'Unità d'Italia, è fortemente legata alle società
rurali e alle tradizioni della provincia che trovano eco
alla narrativa veristica di Giovanni Verga, di Luigi
Capuana scopritore del romanzo sperimentale di Zola e
diffusore del naturalismo, al verismo di Matilde Serao,
Grazia Deledda, Mario Pratesi, Renato Fucini.
Il «fiume della vita» scorre nella pittura italiana
dell'Ottocento a volte dentro scenari immortalati nella
sensibilità di un divertissement sentimentale, oppure
attraverso una rêverie di artisti che trasformano
paesaggi e ritratti in un teatro delle emozioni, in cui
realtà e immaginazione concorrono all'espressività
pittorica dei sentimenti.
Accade che il rigido realismo cede il passo al gioco
delle impressioni per cogliere in tempo reale la
fuggevole vibrazione di una luce o di un colore, fino a
condurre l'euforia emotiva instillata nelle figure, ai
linguaggi del simbolismo. La particolarità della
rassegna, infatti, sta nella ricca stagione della
cultura figurativa italiana tra il XIX e il XX secolo,
capace di dialogare con molte correnti pittoriche, dalla
napoletana Scuola di Posillipo ai macchiaioli toscani.
Con una tecnica pittorica diversa come quella
divisionista, pittori come Pellizza e Morbelli sono
riusciti a trasfigurare la realtà, pur rappresentata con
metodo scientifico nell'analisi della luce e del colore,
unendo alla resa di particolari fenomeni luministici,
una forte suggestione sentimentale. Questa dimensione
lirica, certamente ispirata anche dalla letteratura, in
particolare di d'Annunzio e Pascoli, giunge alla visione
divisionista e poi simbolista di Plinio Nomellini con la
sua bellissima "Lucilla", dove la donna seduce con uno
sguardo intenso e fuggente mentre il corpo e il volto
appaiono vaporizzarsi nella vegetazione rigogliosa, in
una trasfigurazione dal sapore simbolista.
Un percorso nei mondi femminili che entrando nel '900 si
conclude con l'opera di Felice Carena "Bambina sulla
porta" che ci piace riportare ai versi di S. Mallarmé
"per sentire nella carne piangere il diamante".
L'ODORE DELLA LUCE. Il mondo femminile nella pittura
dell'Ottocento e del primo Novecento
Barletta, Palazzo Marra (sede della Pinacoteca
Giuseppe De Nittis, dal 4 maggio al 19 agosto. Mostra
promossa dalla Regione Puglia-Assessorato al
Mediterraneo in collaborazione con Comune di Barletta
con il patrocinio del Dipartimento per lo Studio Delle
Società Mediterranee dell'Università di Bari, curata da
Emanuela Angiuli e Anna Villari. Catalogo Silvana
Editoriale. Orario: tutti i giorni 10 - 20; chiusura
tutti i lunedì non festivi. Ingresso euro 8, ridotti
euro 4.
Info:
tel 0883538372/71
pinacotecadenittis@comune.barletta.bt.it
pinacoteca.segreteria@comune.barletta.bt.it
www.comune.barletta.ba.it
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