I disegni.
Uno degli aspetti tutt’ora poco conosciuti del poeta di
Castelvecchio è la passione per il disegno con il
quale immortalava i momenti quotidiani. Ritratti
dell’amato compagno a quattro zampe, della sorella, ma
anche della loro casa nei diversi progetti che
progressivamente ne definirono l’aspetto come oggi la
conosciamo, sono il cuore di questa esposizione. Se da
una parte gli schizzi sono espressione della profonda
riflessività del poeta e dell’attaccamento al suo nido,
dall’altra compaiono anche a
corredo dei suoi manoscritti e rappresentano un aspetto
ancora poco noto della sua vita artistica.
I rebus.
Giovanni Pascoli si rivela anche enigmista:
numerosi infatti i rebus in mostra che il poeta
amava inventare per sé e la sorella, “fermando” la
realtà dei luoghi e degli aspetti della vita di tutti i
giorni: un aspetto ad oggi poco conosciuto della sua
figura. Molto caro al poeta il gioco di parole
rappresentato dall’immagine di due giovani buoi al
pascolo, che adottò come simbolo del proprio nome
utilizzandola per inviare saluti agli amici.
Le foto.
Numerose anche le fotografie, di cui
Pascoli fu pioniere con la sua Kodak del 1899 che
immortalò tra gli altri l’amico Giacomo Puccini. Un
altro protagonista dei suoi scatti fu Zi’ Meo, contadino
di Castelvecchio definito dal poeta il suo “consulente
linguistico”, grazie all’aiuto del quale introdusse
nelle sue opere quei “termini volgari” che ne
caratterizzano la poetica.
Una passione, quella per
l’arte, che si nutre anche dell’amicizia con pittori e
musicisti suoi contemporanei, come ben spiega la
studiosa Gioela Massagli nella parte della mostra
dedicata proprio ai rapporti di Pascoli con Alberto
Magri, noto pittore barghigiano, con Antonio
Antony De Witt, Adolfo Tommasi e Attilio Pratella,
che illustrarono la terza edizione di Myricae del 1984,
con Adolfo De Carolis, pittore, xilografo e
illustratore anche delle opere dannunziane, con
Vittorio Corcos, curatore per breve tempo
dell’allestimento grafico dell’opera omnia del poeta, e
con Plinio Novellini, con cui si instaurò una
vivace collaborazione artistica sia per i “Poemi del
Risorgimento” che per la Cunella sul Giornalino della
Domenica.
Di particolare importanza
il legame con Alfredo Caselli, proprietario del
Caffè omonimo, oggi Caffè Di Simo a Lucca. Il ritrovo,
luogo d’incontro di musicisti e artisti tra i quali
Giacomo Puccini, Alfredo Catalani e Eugenio Luporini,
vide nascere e crescere il profondo legame tra i due, al
punto che quest’ultimo diventò un aiuto insostituibile
per il poeta che, lontano da Lucca, gli affidò i suoi
affari non solo letterari ma anche economici.
All’interno della mostra
troveranno spazio anche cartoline originali dei
luoghi cari a Pascoli, articoli di giornale
apparsi sia prima che dopo il 1912, anno della morte, e
fino alla scomparsa di Mariù, avvenuta nel 1953, oltre
alle bozze dei discorsi che Salvo Salvi,
scrisse in occasione del conferimento della cittadinanza
onoraria di Barga a Giovanni Pascoli nel 1897.
Informazioni
La mostra, ad ingresso libero,
rimarrà aperta fino a domenica 11 novembre con i
seguenti orari: il martedì dalle 9 alle 12 e dal venerdì
alla domenica, dalle 16 alle 19. I materiali esposti
saranno comunque visitabili anche oltre la data di
chiusura della mostra, su prenotazione, fino al 28
aprile 2013. Per informazioni e prenotazioni fuori
orario: Fondazione Ricci Onlus, via Roma 20, Barga;
0583/72.43.57; 340/234.86.44;
www.fondazionericcionlus.it;
fondricci@iol.it.
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