Curata da
Raffaella Ferrari e Daria Jorioz, l’esposizione propone 36
fotografie “vintage print” in bianco e nero e 12 a colori che
descrivono la vita attraverso il suo gesto più conosciuto e
abitudinario, il bacio, un’azione che, a volte, racconta molto
più di mille parole.
I baci protagonisti delle foto sono attimi di vita che De Biasi
ha colto, nel corso della sua carriera, in giro per il mondo, da
New York a Rio, passando per Milano, Firenze, Parigi, Vienna,
Londra.
I primi scatti risalgono all’inizio degli anni ’50 - tra questi
una delle
fotografie più rappresentative della mostra,
Budapest, 1956,
in cui una coppia di profughi si bacia appassionatamente dopo
aver varcato il confine, lasciandosi alle spalle militari
sconsolati e dittatori - fino ad arrivare ai giorni nostri.
Mario De Biasi
è nato nel 1923 a Sois (Belluno) e inizia a fotografare nel 1945
con un apparecchio rinvenuto tra le macerie di Norimberga, dove
si trovava deportato.
Presenta la
sua prima mostra personale nel 1948 a Milano, dove vive e lavora
e nel 1953 entra a far parte della redazione di Epoca, con cui
realizza, in più di trent’anni, 132 copertine e innumerevoli
reportage da tutto il mondo a dimostrazione del poliedrico e
versatile punto di vista attraverso il quale ha toccato più temi
con formidabile resa narrativa. |
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