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Il tema affrontato dalla magnifica
mostra che la Società Arti Doria Pamphilj, presieduta dalla Principessa
Gesine Pogson Doria Pamphilj, propone per la prossima stagione
espositiva nel Palazzo di famiglia in via del Corso, a Roma, è di
innegabile, assoluta attualità.
"Vanitas", questo il titolo della rassegna ideata da Massimiliano
Floridi e curata da Francesca Sinagra, racconta, infatti, per mano di
grandissimi artisti, aspetti diversi di una unica certezza: quella della
caducità delle cose terrene. Quaggiù, sembrano voler indicare con i loro
capolavori Caravaggio, Lotto, Ribera, Fetti, Guercino, Preti e gli
altri, la Vanitas ha comunque sempre ragione di qualsiasi vanità.
Una riflessione che è molto moderna e che diversi membri del principesco
Casato ebbero ben presente. Lo conferma, nella loro collezione, la
ricchezza di opere, spesso commissionate a sommi artisti, sul tema. Sono
capolavori di pittura, scultura, oggetti decorativi, libri e musica, che
nei secoli sono entrati a far parte del patrimonio di Famiglia e che
offrono spazio ad una specifica riflessione interdisciplinare su un
aspetto tutt'altro che minore della cultura europea in età moderna. |
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È un particolare sguardo
trasversale che permette di seguire lo sviluppo del tema in
diversi contesti storici e culturali, a partire dalle sue
origini cristiane e dalla riflessione filosofica fino alle
manifestazioni allegoriche in pittura e in oggetti d'uso come
gli orologi settecenteschi che, coronati dall'immagine del Tempo
armato di falce, ricordano la natura effimera della vita
terrena.
Dal 21 maggio 2011 al 8 gennaio 2012 l'evento offre l'occasione
di ammirare un gran numero di capolavori della storia dell'arte
italiana europea. Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Caravaggio,
Mattia Preti, Domenico Fetti, Andrea Sacchi sono solo alcuni dei
nomi degli autori che straordinariamente vengono messi a
confronto.
L'esposizione presenta, quale 'campione' famigliare del tema, il
cardinale Benedetto Pamphilj, che, noto quale fortunato mecenate
di artisti e musicisti, fu poeta egli stesso e scrisse, tra gli
altri, il celeberrimo oratorio "Il Trionfo del Tempo e del
Disinganno" musicato per lui da Georg Friedrich Händel nel 1707.
Del resto, la riflessione del cardinale sulla Vanitas non si
manifesta esclusivamente nella sua produzione di librettista, ma
anche nella collezione artistica che egli raccolse e di cui
ancora oggi si conserva testimonianza. |
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Sarà,
quindi, il cardinale Benedetto ad accogliere ed
accompagnare virtualmente il visitatore alla mostra,
affidandolo poi ad una contestualizzazione storica
finalizzata a orientare lo spettatore nell'analisi del
tema.
Quattro le sezioni tematiche che rappresentano la
molteplicità di questioni legate alla Vanitas.
La prima sezione è dedicata alla pittura di genere e
presenta una selezione di nature morte che, come noto,
costituirono un espediente simbolico sovente adottato
dai pittori per alludere alla caducità della vita. In
collezione Doria Pamphilj sono innumerevoli i brani di
pittura di questo tipo e le carte d'archivio confermano
la particolare propensione del cardinale Benedetto e
degli altri membri della dinastia per questi soggetti.
Tavole imbandite, vassoi di frutta matura, cacciagione
accatastata e minuziosamente descritta dal naturalismo
della pittura sei e settecentesca sono soggetti che con
efficacia svolgevano il compito di ricordare allo
spettatore la precarietà dell'esistenza.
Passando alla seconda sezione si abbandonano i soggetti
profani per affrontare le origini religiose del tema.
Vengono infatti esposte numerose immagini di san
Girolamo, il santo studioso che traducendo l'Ecclesiaste
importa nel mondo latino il concetto di Vanitas.
Rispettando la disposizione settecentesca delle
collezioni Doria Pamphilj nel palazzo di famiglia a
Roma, si presentano, come pendant a san Girolamo, le
immagini barocche della Maddalena che con la sua
rinuncia ai valori effimeri della vanità femminile
incarna una diversa sfumatura del trionfo sulla caducità
delle cose mondane. Spiccano capolavori come il san
Girolamo di Ribera e la Maddalena di Caravaggio.
Segue una sezione, dedicata al ritratto, che è anche la
più ricca e presenta una scelta di dipinti con elementi
allegorici quali teschi, orologi, fiori e sarcofagi. La
rassegna è arricchita anche da una serie di ritratti e
busti di filosofi antichi che, testimoniando della presa
che il tema della Vanitas aveva anche in relazione alle
sue presunte radici filosofiche, rendono conto di un
vero e proprio genere in voga nel Seicento.
Ad accompagnare l'esposizione, oltre alle arie delle
composizioni händeliane e ai testi del cardinale
Benedetto, sarà una selezione di orologi, reliquie,
piccoli oggetti decorativi, stampe e libri che da secoli
svolgono la funzione di memento mori nei palazzi
e nelle cappelle di famiglia.
Ma proprio perché nulla dura in eterno, la vita quaggiù
deve dare gioia, bandendo tristezze e afflizioni.
"Vanitas" potrebbe, infatti, essere letta come l'invito
a vivere appieno il Presente, cogliendo il meglio che
esso ci offre, come lo stesso Benedetto Pamphilj fece,
dedicando la sua vita alle arti, alla musica, alla
letteratura di intrattenimento. L'ultima sezione
tematica è quindi dedicata proprio al cardinale e alla
sua poetica dell'effimero. Una passione condivisa del
resto con molti membri del Casata, com'è confermato
dalle splendide collezioni d'arte che fanno di Palazzo
Doria Pamphilj la più importante "casa-museo" privata di
Roma.
Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione
Doria Pamphilj, Roma, Palazzo Doria Pamphilj, 21
maggio - 8 gennaio 2012. Orario: tutti i giorni dalle 10
alle 18. Catalogo Silvana Editoriale.
Informazioni e prenotazioni:
arti.rm@doriapamphilj.it
tel. 06 6797323
www.dopart.it
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