Le opere esposte sono state selezionate dal
curatore Flaminio Gualdoni che, insieme a Netta
Vespignani, ha voluto contribuire a ricostruire la storia di
una forma d’arte, a lungo ritenuta minore, che ha impegnato
nella sua ricerca e nella sua sperimentazione alcuni dei
maggiori artisti del Novecento.
Il filo conduttore nella scelta degli artisti è
stata proprio la ceramica e la sperimentazione di questa materia
come elemento prevalente, o quasi esclusivo, della loro ricerca.
Si inizia con le opere di Duilio Cambellotti
e Arturo Martini, proseguendo con quelle di
Pietro Melandri, Salvatore Meli, Leoncillo,
Fausto Melotti, Lucio Fontana, Sebastian Matta. E ancora gli
autori protagonisti della grande stagione avviata negli anni
Sessanta, tra i quali figurano Nanni Valentini, Carlo Zauli,
Nedda Guidi, Nino Caruso, Pino Castagna, Alessio Tasca, Pompeo
Pianezzola. Le generazioni successive sono rappresentate da
Giacinto Cerone, Pasquale (Ninì) Santoro, Massimo Luccioli,
Claudio Palmieri, Maria Cristina Carlini, Giancarlo Sciannella,
Bertozzi & Casoni. Il più ampio orizzonte di contaminazione
inventiva della ceramica è raccontato dalle esperienze di
artisti come Luigi Ontani, Elisa Montessori con
Riccardo Monachesi e Giosetta
Fioroni.
La scelta degli artisti presenti in mostra non
pretende di essere esaustiva, ma rappresenta una selezione di
alcuni tra i più importanti scultori italiani che hanno scelto
la terra e il fuoco per realizzare le proprie opere.
In occasione della mostra sarà pubblicato un
catalogo con testo di Flaminio Gualdoni |
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