Irina
Vinter presenta a Roma trentacinque lavori, tra bianco e
nero e colore, con diverse tecniche fotografiche e
diversi formati, raccolti in un suggestivo allestimento
creato dalla curatrice della mostra Alinda Sbragia in
sospensione tra le presenze artistiche di Pietro
Canonica. Un dialogo interessante e sorprendente
arricchito dai versi dell' Artista che accompagnano ogni
opera.

Irina Vinter
parla di se stessa: "Un giorno finalmente hai la fortuna
di sentire da qualche parte dentro di te quel sussurro
della tua anima, la voce della tua vita, tanto coperta
dai rumori delle regole. Finalmente la senti e sei
abbastanza grande da seguirla. Ti porta in un mondo che
hai lasciato perdere da bambino, un mondo dove tutto e
possibile, un mondo del "chiedi e ti sarà dato", un
mondo puro e magnificamente semplice. E così inizi a
creare, hai la sensazione di essere collegato a qualche
fonte meravigliosa. Prendi, per la prima volta, la
macchina fotografica, appaiano inquadrature, oggetti,
forme... sono un esplosione di emozioni, ricordi dal
molto lontano, lacrime, urla, ira... Liberazione, la
poesia dell'attimo, l'arte... Che cos'è l'arte? Perché
il sistema cerca sempre di complicarla? L'arte non può
essere definita e sistematizzata. E’ semplicemente il
riflesso della propria emozione".
Irina Vinter
Nata a
Mosca alla fine degli anni sessanta da una famiglia
appartenente alla nomenclatura Sovietica, il padre era
il direttore dell’ Agenzia Spaziale, si è dedicata da
sempre all' arte iniziando come architetto nella
progettazione e nella cura di interni. Ha due lauree, in
Affari Esteri, carriera subito abbandonata, e in
Fotografia. Figura eclettica e dinamica ha viaggiato
molto per seguire la sua creatività e i suoi progetti.
Nell' ultimo decennio ha approfondito il suo rapporto
con la fotografia dedicandosi ad essa esclusivamente. Ha
tre figli e viva tra Mosca, dove ha il suo studio,
Londra e il sud della Francia. Tra i suoi collezionisti
figurano il museo di Arte Contemporanea di Mosca, Fiodor
Bondarchuk, Arkadi Novikov.
Alinda Sbragia
Moscovita di nascita, ma residente a Roma, è curatrice
di mostre e organizzatrice di eventi culturali
internazionali. Cura in particolar modo relazioni
artistiche tra la Russia e l' Europa. Tra gli eventi più
importanti ricordiamo "Unconditional Love", "One of a
thousand ways to defeat entropy" per la Biennale di
Venezia 2009 e 2011.
dal
19 novembre 2011 al 10 dicembre 2011
Museo Pietro canonica a Villa Borghese.
Via Pietro canonica, 2 ( Piazza di Siena-
Villa Borghese)
Dal martedì al sabato dalle 10 alle 12,30
e dalle 15,30 alle 18
Informazioni: tel.
060608 065815223
Il
Museo Pietro Canonica a Villa Borghese.
Indicata dai documenti seicenteschi come “Gallinaro”,
dove venivano allevati struzzi, pavoni e anatre per le
battute di caccia della famiglia Borghese. L’attuale
denominazione di Fortezzuola deriva dalla caratteristica
cinta turrita di stampo medievale che risale a un
intervento di fine Settecento, attribuito ad Antonio
Asprucci.
Nel corso di questi lavori, Felice Giani
decorò la facciata con otto teste di Cariatidi sopra
porte e finestre, nel 1793.
Nel 1919, utilizzato per uffici amministrativi,
l’edificio subì un incendio che ne decretò l’abbandono.
Nel 1926 fu ceduto in uso allo scultore Pietro Canonica,
che provvide alla sistemazione del fabbricato e alla
trasformazione delle stalle ad uso espositivo. Dopo la
sua morte (1959) la raccolta delle sue opere ha
costituito il primo nucleo del Museo dedicato
all’artista. La moglie, scomparsa nel 1987, volle donare
al Comune di Roma anche gli arredi di pregio
dell’appartamento da loro abitato.
Il Museo Pietro
Canonica, immerso nel verde di Villa Borghese,
costituisce un importante testimonianza del modello
museografico delle case d’artista, e nella sua
integrità, può essere considerato uno dei pochissimi
esempi in Italia.
La collezione del Museo è costituita principalmente
dalle opere di Pietro Canonica: marmi, bronzi, e modelli
originali, oltre ad un gran numero di bozzetti, studi e
repliche che costituiscono un itinerario completo della
evoluzione di questo artista e allo stesso tempo sono di
grande interesse da un punto di vista didattico per la
conoscenza dei processi creativi ed esecutivi nel campo
della scultura. La particolare tipologia di questo
Museo offre al visitatore, oltre al normale percorso
espositivo lungo le sette sale al piano terra, anche un
percorso più “intimo” e privato che si snoda attraverso
l’atelier e, al primo piano, l’appartamento privato
dell’artista. In questa ala del Museo sono raccolti
arredi di pregio, oggetti d’arte, arazzi fiamminghi e
perfino una armatura da samurai risalente al secolo XVII.
Molto importante è anche la collezione di dipinti di
proprietà dello scultore, sono soprattutto quadri
dell’ottocento piemontese, di particolare pregio le
opere di Enrico Gamba, Giovan Battista Quadrone, Antonio
Fontanesi, Vittorio Cavalleri.
Il
Parco di Villa Borghese occupa un'area di circa 80
ettari nel cuore della città tra le Mura Aureliane e i
quartieri Pinciano, Parioli e Flaminio. Racchiude al suo
interno edifici, sculture, monumenti e fontane, opera di
illustri artisti dell'arte barocca, neoclassica ed
eclettica, contornati da alberi secolari, laghetti,
giardini all'italiana e grandi spazi liberi.
Il nucleo più antico della villa, proprietà dei Borghese
dal 1580, fu ampliato nei primi anni del Seicento per
volere del cardinale Scipione Caffarelli Borghese che
acquisì una serie di vigne e di terreni limitrofi con
l'intenzione di crearvi una "villa di delizie", simbolo
dello status sociale della famiglia.
Nel 1606 il cardinale Scipione affidò la realizzazione
della villa agli architetti Flaminio Ponzio e Giovanni
Vasanzio affiancati dal giardiniere Domenico Savini da
Montepulciano e a diversi artisti tra cui Pietro e Gian
Lorenzo Bernini.
Nel 1633 la villa fu pressoché completata e non subì
sostanziali modifiche fino al 1766, quando il principe
Marcantonio IV intraprese consistenti lavori di
trasformazione che interessarono i principali edifici,
in particolare il Casino nobile (attuale Galleria
Borghese) ed il Casino dei Giuochi d'acqua (attuale
Aranciera- Museo Carlo Bilotti), ed in modo sostanziale
il parco. L'intervento di maggiore rilievo fu la
realizzazione del Giardino del Lago, per opera degli
architetti Antonio e Mario Asprucci. I giardini furono
ornati con preziosi arredi: fontane e piccole fabbriche,
che dotarono il parco di nuovi e suggestivi scorci
prospettici.
Nei primi anni dell'Ottocento, Camillo Borghese, figlio
di Marcantonio, completò l'ampliamento della villa con
nuove acquisizioni di terreni verso Porta del Popolo e
Porta Pinciana. Il compito di armonizzare le nuove
proprietà fu affidato all'architetto Luigi Canina .
L'accoglienza dei principi Borghese era ben nota al
popolo romano. Durante tutto l'Ottocento infatti la
villa veniva aperta al passeggio festivo ed era teatro
di spettacolari manifestazioni e feste popolari, con
canti e balli.
Nel 1901 lo Stato italiano acquistò l'intero complesso
monumentale e nel 1903 lo cedette al Comune di Roma che
lo aprì al pubblico.
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