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MOSTRA: IRA NELL'ANIMA - Roma

Anno 2011


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Museo Pietro Canonica Villa Borghese

IRA NELL' ANIMA

opere di

IRINA VINTER

a cura di

ALINDA SBRAGIA

preview per la stampa e incontro con l' artista

sabato 19 novembre 2011 dalle ore 11

 

inaugurazione sabato 19 novembre ore 12.30

alla presenza dell' Assessore alle politiche Culturali e al Centro Storico

Dino Gasperini

e il Sovraintendente ai beni Culturali

Umberto Broccoli

 

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Non è un caso che per la sua prima intensa personale italiana, in provenienza dalla Saatchi Gallery di Londra, Irina Vinter, artista moscovita vezzeggiata da grandi curatori come Natalia Ilynskaya, direttore del Museo di arte Moderna e contemporanea di Mosca, abbia scelto proprio il Museo Pietro Canonica. L' intimità del luogo e il confronto con uno spazio dedicato all'arte ancora presente, immerso nel grande parco di Villa Borghese, sembrano infatti essere una metafora dell' arte della Vinter.

 

Un' arte complessa che stravolge con intelligenza l' uso della fotografia donandole pittoricità sempre alla ricerca del nocciolo formale delle cose. Vinter letteralmente scava con il suo obiettivo gli oggetti che l' attraggono sino a trovare visioni di un subconscio narrativo pronto a svelare incubi o sogni di una realtà presente e segreta, profondamente intima come un io lontano molto femminile e sensuale. " Le proprietà della sua ottica interiore" Dice Ilynskaya" le permettono di liberare l' emozione pura, il desiderio, scevri dal tempo come delle allegorie". La sua fotografia sembra pittura a episodi che trova vita tra le rughe del legno o le onde del fiume ricreando il gioco delle ottiche galileiane.

 

Irina Vinter presenta a Roma trentacinque lavori, tra bianco e nero e colore, con diverse tecniche fotografiche e diversi formati, raccolti in un suggestivo allestimento creato dalla curatrice della mostra Alinda Sbragia in sospensione tra le presenze artistiche di Pietro Canonica. Un dialogo interessante e sorprendente arricchito dai versi dell' Artista che accompagnano ogni opera.

 

 

Irina Vinter parla di se stessa: "Un giorno finalmente hai la fortuna di sentire da qualche parte dentro di te quel sussurro della tua anima, la voce della tua vita, tanto coperta dai rumori delle regole. Finalmente la senti e sei abbastanza grande da seguirla. Ti porta in un mondo che hai lasciato perdere da bambino, un mondo dove tutto e possibile, un mondo del "chiedi e ti sarà dato", un mondo puro e magnificamente semplice. E così inizi a creare,  hai la sensazione di essere collegato a qualche fonte meravigliosa. Prendi, per la prima volta, la macchina fotografica, appaiano inquadrature, oggetti, forme... sono un esplosione di emozioni, ricordi dal molto lontano, lacrime, urla, ira... Liberazione, la poesia dell'attimo, l'arte... Che cos'è l'arte? Perché il sistema cerca sempre di complicarla? L'arte non può essere definita e sistematizzata. E’ semplicemente il riflesso della propria emozione".

 

 

Irina Vinter

 

Nata a Mosca alla fine degli anni sessanta da una famiglia appartenente alla nomenclatura Sovietica, il padre era il direttore dell’ Agenzia Spaziale, si è dedicata da sempre all' arte iniziando come architetto nella progettazione e nella cura di interni. Ha due lauree, in Affari Esteri, carriera subito abbandonata, e in Fotografia. Figura eclettica e dinamica ha viaggiato molto per seguire la sua creatività e i suoi progetti. Nell' ultimo decennio ha approfondito il suo rapporto con la fotografia dedicandosi ad essa esclusivamente. Ha tre figli e viva tra Mosca, dove ha il suo studio, Londra e il sud della Francia. Tra i suoi collezionisti figurano il museo di Arte Contemporanea di Mosca, Fiodor Bondarchuk, Arkadi Novikov.

Alinda Sbragia

Moscovita di nascita, ma residente a Roma, è curatrice di mostre e organizzatrice di eventi culturali internazionali. Cura in particolar modo relazioni artistiche tra la Russia e l' Europa. Tra gli eventi più importanti ricordiamo "Unconditional Love", "One of a thousand ways to defeat entropy" per la Biennale di Venezia 2009 e 2011.

 

dal 19 novembre 2011 al 10 dicembre 2011

Museo Pietro canonica a Villa Borghese.

Via Pietro canonica, 2 ( Piazza di Siena- Villa Borghese) 

Dal martedì al sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18

Informazioni: tel. 060608  065815223

 

 

Il Museo Pietro Canonica a Villa Borghese.

           

Indicata dai documenti seicenteschi come “Gallinaro”, dove venivano allevati struzzi, pavoni e anatre per le battute di caccia della famiglia Borghese. L’attuale denominazione di Fortezzuola deriva dalla caratteristica cinta turrita di stampo medievale che risale a un intervento di fine Settecento, attribuito ad Antonio Asprucci. Nel corso di questi lavori, Felice Giani decorò la facciata con otto teste di Cariatidi sopra porte e finestre, nel 1793.
Nel 1919, utilizzato per uffici amministrativi, l’edificio subì un incendio che ne decretò l’abbandono. Nel 1926 fu ceduto in uso allo scultore Pietro Canonica, che provvide alla sistemazione del fabbricato e alla trasformazione delle stalle ad uso espositivo. Dopo la sua morte (1959) la raccolta delle sue opere ha costituito il primo nucleo del Museo dedicato all’artista. La moglie, scomparsa nel 1987, volle donare al Comune di Roma anche gli arredi di pregio dell’appartamento da loro abitato.

Il Museo Pietro Canonica, immerso nel verde di Villa Borghese, costituisce un importante testimonianza del modello museografico delle case d’artista, e nella sua integrità, può essere considerato uno dei pochissimi esempi in Italia.
La collezione del Museo è costituita principalmente dalle opere di Pietro Canonica: marmi, bronzi, e modelli originali, oltre ad un gran numero di bozzetti, studi e repliche che costituiscono un itinerario completo della evoluzione di questo artista e allo stesso tempo sono di grande interesse da un punto di vista didattico per la conoscenza dei processi creativi ed esecutivi nel campo della scultura.  La particolare tipologia di questo Museo offre al visitatore, oltre al normale percorso espositivo lungo le sette sale al piano terra, anche un percorso più “intimo” e privato che si snoda attraverso l’atelier e, al primo piano, l’appartamento privato dell’artista. In questa ala del Museo sono raccolti arredi di pregio, oggetti d’arte, arazzi fiamminghi e perfino una armatura da samurai risalente al secolo XVII. Molto importante è anche la collezione di dipinti di proprietà dello scultore, sono soprattutto quadri dell’ottocento piemontese, di particolare pregio le opere di Enrico Gamba, Giovan Battista Quadrone, Antonio Fontanesi, Vittorio Cavalleri.

Il Parco di Villa Borghese occupa un'area di circa 80 ettari nel cuore della città tra le Mura Aureliane e i quartieri Pinciano, Parioli e Flaminio. Racchiude al suo interno edifici, sculture, monumenti e fontane, opera di illustri artisti dell'arte barocca, neoclassica ed eclettica, contornati da alberi secolari, laghetti, giardini all'italiana e grandi spazi liberi.
Il nucleo più antico della villa, proprietà dei Borghese dal 1580, fu ampliato nei primi anni del Seicento per volere del cardinale Scipione Caffarelli Borghese che acquisì una serie di vigne e di terreni limitrofi con l'intenzione di crearvi una "villa di delizie", simbolo dello status sociale della famiglia.
Nel 1606 il cardinale Scipione affidò la realizzazione della villa agli architetti Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio affiancati dal giardiniere Domenico Savini da Montepulciano e a diversi artisti tra cui Pietro e Gian Lorenzo Bernini.
Nel 1633 la villa fu pressoché completata e non subì sostanziali modifiche fino al 1766, quando il principe Marcantonio IV intraprese consistenti lavori di trasformazione che interessarono i principali edifici, in particolare il Casino nobile (attuale Galleria Borghese) ed il Casino dei Giuochi d'acqua (attuale Aranciera- Museo Carlo Bilotti), ed in modo sostanziale il parco. L'intervento di maggiore rilievo fu la realizzazione del Giardino del Lago, per opera degli architetti Antonio e Mario Asprucci. I giardini furono ornati con preziosi arredi: fontane e piccole fabbriche, che dotarono il parco di nuovi e suggestivi scorci prospettici.
Nei primi anni dell'Ottocento, Camillo Borghese, figlio di Marcantonio, completò l'ampliamento della villa con nuove acquisizioni di terreni verso Porta del Popolo e Porta Pinciana. Il compito di armonizzare le nuove proprietà fu affidato all'architetto Luigi Canina .
L'accoglienza dei principi Borghese era ben nota al popolo romano. Durante tutto l'Ottocento infatti la villa veniva aperta al passeggio festivo ed era teatro di spettacolari manifestazioni e feste popolari, con canti e balli.
Nel 1901 lo Stato italiano acquistò l'intero complesso monumentale e nel 1903 lo cedette al Comune di Roma che lo aprì al pubblico.

 

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