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Davide De
Paoli
Gioielli,
Sculture, Cancelli artistici 1972-2007
Presentazione in catalogo di
Chiara
Gatti e Alessandra Quattordio
Inaugurazione Giovedì 24 Novembre ore
18.00
Fino al 12 gennaio 2012
Lastre
metalliche su cui vengono praticati tagli e piegature. Percorsi
topologici. Centinature su cui appoggiano involucri invisibili.
Costruzioni reversibili che se ripiegate su sè stesse rivelano la
matrice piana. Sono ricerche sulla successione dei ritmi di pieno e
vuoto, di modulazioni raffinate, di verifica di rapporti euclidei. Ma
questa constatazione non ci fa avanzare di molto nella comprensione di
una esperienza artistica complessa come quella di Davide De Paoli.
Le sue opere sono interrogazioni: cosa è il vuoto, cosa nascondono le
cavità, cosa è il protendere e il ritirarsi delle forme. L’intera sua
produzione, dai gioielli alle sculture ai cancelli-sculture, è infatti
contrassegnata, oltre che da strategie realizzative (modularità,
massimo sviluppo della minima superficie), anche da tensioni
metafisiche che si esprimono, ad esempio, nello svuotamento dei volumi
pieni. |
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La
scultura svuotata suggerisce il tuttotondo ma segnala anche lo
spalancarsi di interminati spazi di là da quella. E
rafforza questa impressione proprio l’assenza di ogni
riferimento ontologico nelle dichiarazioni discrete dell’artista
che, parlando di sè e della sua esperienza, pare come attenersi
controllatamente alla sfera del pronunciabile e del
comunicabile. "Oggi rimangano varie tracce del mio lavoro, in
parte inedite, sparse in vari studi di amici, avendo io chiuso
il mio laboratorio da due anni. Tutte le opere che presento in
questa mostra sono di mia proprietà, salvo alcuni degli anni
‘70, ‘80 e recenti concessimi da amici o collezionisti a me
molto vicini. Una piccola antologica, piccola per ragioni
pratiche dato lo spazio relativamente limitato della galleria,
ma anche trovando molto complesso ristabilire contatti con vari
collezionisti per chiederne il prestito. Nei vari periodi ho
affrontato diversi materiali, dal metallo al legno alla
terracotta. Mentre nel gioiello, attraverso la fusione la
laminatura la saldatura si assiste ad un processo integrale,
nella scultura ho sempre attinto a materiali semilavorati
industriali, in particolare lamiere da me tagliate in forme
prevalentemente geometriche e trasformate in forme
bi-o-tridimensionali. Nel discorso della percezione ottica c’è
spesso un inganno: dove si sottende il pieno, esiste il vuoto
proiettato dall’ombra di una forma piegata.
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Le mie opere sono in gran
parte così: volumi virtuali, percorsi topologici,
composizione di moduli prefissi calcolando pieni e
vuoti, ritmi alternati o simmetrie. Oggi il mio compito
è di riordinare, archiviare, fotografare, esporre i vari
temi e forme ricavate nei diversi periodi, in base a
criteri innovativi e sperimentali. Le sculture spesso
sono taglienti, simili ad armi arcaiche o volumi
riferiti alla sfera e al quadrato, geometrie elementari
da me predilette."
GALLERIA OSTRAKON
via Pastrengo 15, Milano
Tel.
3312565640,
dorino.iemmi@fastwebnet.it
Orari: da martedì a
sabato dalle 15.30 alle 19.30 |
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