Come
afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di
Catanzaro, "è motivo di orgoglio che il MARCA prenda
parte ad un progetto di così ampio significato. Questa è
un'ulteriore conferma del ruolo di primo piano assunto
dal museo in ambito nazionale. La transavanguardia e
l'opera di Cucchi, in particolare, hanno avuto la
capacità d'incidere profondamente sul nostro territorio
sdoganando la pittura di molti giovani artisti." La
mostra non si sviluppa secondo un percorso cronologico o
tematico, ma come verifica costante di un processo che
si determina nelle sale del museo in base ad una
costante tensione emotiva evidenziata da un allestimento
particolarmente sofisticato.
Cucchi aggrega forme e materiali eterogenei uscendo da
ogni forma di schematismo e lo spettatore viene accolto
da Morsa, una grande composizione di quasi
quattro metri sormontata da una rete metallica anch'essa
dipinta che interferisce con la pittura sviluppando
un'ipotesi costruttiva che prende le distanze da ogni
forma di rappresentazione tradizionale potenziando
l'autonomia dell'immagine.
Poco più in là è esposto Robin Wood, una grande
opera inedita di oltre tre metri che viene presentata al
MARCA per la prima volta. In questa circostanza è
possibile rintracciare l'immagine di Vincent Van Gogh in
un contesto naturale dove il volto del maestro olandese,
impigliato tra le fronde degli alberi, è un'apparizione
quasi clandestina che sottolinea il significato mitico
della pittura.
Ciascun ambiente del museo viene reinterpretato in
termini spaziali e architettonici e nella sala centrale
si trova la Grande Porta, lamiera in metallo di
oltre quattro metri dove si aggancia una serie di idoli
in bronzo. "Sono sculture con le gambe che vanno in
processione", afferma Cucchi che ancora una volta
traghetta le immagini creando opere plastiche
imprevedibili da appendere che esprimono un bisogno
ancestrale e primitivo.
Nelle sale del MARCA Cucchi sceglie d'intensificare
l'immagine in un continuo rimescolamento dei generi dove
le ceramiche (alcune nate in occasione di questa
rassegna) appaiono reificate: gli elementi
caratteristici della sua pittura si fanno presenza e
s'identificano soggetti quali cani, galli, case, teschi,
oltre ad architetture immaginarie come le Cattedrali,
tutti inseriti all'interno di un'unica installazione. Il
lavoro di Cucchi abbraccia la creazione nella sua
totalità in una continua elaborazione e sovrapposizione
di segni dove convivono suggestioni e ricordi differenti
provenienti dalla storia dell'arte, dalle leggende, così
come dalla cultura popolare.
Attratto dalla sinergia tra elementi in apparenza
inconciliabili, la ceramica si presenta sotto altre
forme nella serie dei Quadri politici svizzeri
esposta in quest'occasione che si possono osservare
attraverso una particolare struttura a cannocchiale. In
queste opere, dove viene messa in discussione il punto
di vista dell'osservatore, la ceramica è parte
integrante della pittura determinando uno scavalcamento
prospettico che investe le due tecniche. Sono miniature
preziose che si sviluppano come estensione della memoria
permettendo che si affaccino visioni impreviste di
paesaggi o di figure.
Una mostra, dunque, dove Cucchi ha riorganizzato gli
spazi del museo attraverso un progetto che apre nuovi
interrogativi sul processo artistico e creativo.
In quest'ottica va collocata anche La Galleria di
Enzo. Appunti di Pittura, una mostra che Enzo
Cucchi, nella veste inedita di curatore, ha voluto
realizzare insieme a Arianna Rosica nell'ambito del suo
progetto proposto al MARCA.
Dal 17 dicembre al 29 gennaio 2012 un piano del museo è
dedicato ad una riflessione sull'attualità del mezzo
pittorico attraverso l'esposizione collettiva di un
gruppo di giovani artisti tra i più promettenti della
scena nazionale scelti dai due curatori: Lorenza Boisi,
Gianluca Di Pasquale, Ivan Malerba, Angelo Mosca,
Pesce-Khete e Michele Tocca. Tra loro s'intrufola anche
Cucchi con un suo dipinto. Lo scambio generazionale
prosegue e la rassegna è accompagnata da una specifica
pubblicazione con un lungo dialogo tra gli artisti e i
curatori dove si tenta di rispondere alla domanda
ineludibile e urgente: "Ma che cos'è la pittura?".
Enzo Cucchi nasce a Morro d'Alba, un paese contadino
nella provincia di Ancona, il 14 novembre 1949.
Considerato l'artista più visionario tra gli esponenti
della Transavanguardia, Cucchi ha, sin dagli anni
Ottanta, un riconoscimento internazionale. Già dalla
fine degli anni Settanta l'artista, trasferitosi a Roma,
entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e
Sandro Chia, con i quali instaura uno scambio dialettico
ed intellettuale.
La pittura è per Cucchi mezzo di aggregazione di forme,
concetti, attraverso cui assorbire immagini e pensieri.
La perdita delle coordinate spazio temporali e
l'incursione continua nel territorio culturale e in
quello delle emozioni, coincide con un uso personale dei
colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati,
e con una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche
artistiche, dalla pittura alla ceramica, dal mosaico, al
bronzo. La sinergia tra le arti lo ha condotto a
muoversi in ambiti differenti (dalle arti visive
all'architettura, al design, alla moda). Così nascono le
collaborazioni con Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e
Mario Botta.
Negli ultimi anni, quattro opere permanenti sono state
appositamente realizzate dall'artista per quattro
diverse città: il mosaico per il Museum of Art di Tel
Aviv, la ceramica monumentale per l'Ala Mazzoniana della
Stazione Termini a Roma, i due lavori in ceramica per la
Stazione Salvador Rosa, progettata da Mendini, nella
metropolitana di Napoli e il mosaico per l'aula delle
udienze del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara.
Lavori che dimostrano come l'attualità di un linguaggio
fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno
e seduzione formale della materia, possa rapportarsi con
la complessità dello spazio urbano e con i singoli
contesti culturali con i quali questo entra in
comunicazione. Tra i lavori più significativi in questa
direzione vanno citati gli affreschi della Cappella di
Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata
dall'architetto Mario Botta (1992 - 1994) e l'ideazione
del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali e ha
preso parte a mostre collettive nei più importanti spazi
espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di
Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate
Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi,
il Castello di Rivoli, Palazzo Reale di Milano, il Sezon
Museum of Art di Tokyo, l'Accademia di Francia a Roma -
Villa Medici, Il Musée d'art modern di Saint- Etienne
Metropole, il Museo Correr di Venezia, la Triennale di
Milano. Ha partecipato, inoltre, alle rassegne d'arte
contemporanea più significative a livello internazionale
tra cui la Biennale di Venezia e Documenta di Kassel. Le
sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali
del mondo e nelle più prestigiose collezioni private
nazionali e internazionali.
Enzo Cucchi. Catanzaro, MARCA, a cura di
Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz
17 dicembre 2011-1° aprile 2012.
Catalogo Prearo
La Galleria di Enzo. Appunti di Pittura,
MARCA, a cura di Enzo Cucchi e Arianna Rosica
17 dicembre 2011-29 gennaio 2012
Mostre promosse dalla Provincia di Catanzaro-Assessorato
alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria,
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Calabria e della Fondazione Rotella.
Inaugurazione: sabato 17 dicembre 2011 ore 18,30
MARCA
Catanzaro
Via Alessandro Turco 63
da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797
info@museomarca.com
www.museomarca.com
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