Occhiolà, un presepe dei monti Erei
è un omaggio alla città distrutta dal terremoto dell'11 gennaio
del 1693 e ricostruita in un altro sito con il nome di
Grammichele.
Si tratta di un viaggio nel tempo,
tra le case basse, le vie tortuose e il castello del piccolo
centro situato alle pendici dei monti Erei, dove il tempo si è
fermato a quella mattina di gennaio, quando la terrà tremò. Tre
secoli dopo, gli archeologi ritrovano fra le macerie e i detriti
di quella “città fantasma” tracce di vite interrotte: un piccolo
presepe modellato a mano, sigillo dell’ultimo palpito di vita
del villaggio.
«Dopo aver realizzato due
documentari con la Scuola di Specializzazione in Beni
Archeologici - racconta il regista - abbiamo voluto sperimentare
una forma di linguaggio filmico insolita per le produzioni di
genere. La strada della divulgazione archeologica già intrapresa
dalla Scuola di Catania attraverso i documentari, parallela alle
pubblicazioni scientifiche, si è arricchita di un nuovo
strumento di comunicazione, il docufilm. Alle informazioni
tecniche provenienti dagli scavi dell'archeologo Andrea Patanè e
da alcuni allievi della Scuola abbiamo affiancato la fiction
di un carusu e del vecchio ceramista, suo maestro, in cui
Greci e Indigeni assumono la fisionomia del mito. In questo modo
il linguaggio accademico si trasforma in una narrazione dal
forte impatto emozionale destinata a un pubblico più ampio
rispetto a quello degli archeologi». |
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