|
TRIESTE E IL LIBERTY -
Trieste
ex Pescheria -
Salone degli Incanti
5 marzo - 19 giugno 2011
Trieste e il
Liberty: un unicum in Italia.
In una città che all'alba del '900, gli anni dell'esplosione della
modernità, è al crocevia culturale, artistico ed economico tra
l'Impero asburgico, a cui era soggetta, e l'Italia, da cui si sente
fortemente attratta, la forte crescita demografica ha come
conseguenza la costruzione di nuovi edifici abitativi, commerciali e
di rappresentanza, in parte connotati dal tradizionale stile
storico, di sapore classicista, ancora imperante, in parte
aggiornati sulle novità di uno stile nuovo e moderno: il Liberty.
Quello che rende assolutamente unico il "caso Trieste" è la
coesistenza, non sempre facile, delle più diverse declinazioni del
Liberty, che nell'architettura locale vede convivere lo stile
floreale "all'italiana" con presenze della Secession
austriaca e del tedesco Jugendstil, e che si apre nel
contempo al manifestarsi di un'anima "protorazionale", anticipatrice
di nuove espressioni.
|
|
Il nuovo stile
non si limita, come accade altrove, a diffondersi nell'area di
un preciso quartiere, in ambiti circoscritti, ma permea la città
intera: è proprio questo carattere diffuso all'interno del
tessuto cittadino a renderlo forse più difficile da cogliere ma
sicuramente più affascinante da scoprire.
Di qui una mostra frutto di un'ampia ricognizione - ove sono
stati censiti quasi 250 edifici - che intende fare il punto sul
Liberty a Trieste, come paradigma, punto di riferimento e
confronto con ciò che negli stessi anni accade in altre città
italiane e europee.
La mostra si propone di indagare i modelli culturali che si sono
affermati in città all'inizio del XX secolo e sulle modalità con
cui sono stati importati, scegliendo come filo conduttore il
tema del costruire e dell'abitare, illustrato attraverso una
vasta serie di preziosi documenti d'archivio - disegni e
progetti, fotografie d'epoca, plastici - utili a descrivere non
solo il percorso progettuale ma anche quello formativo di
professionisti e maestranze.
Al sottile confine fra arte e decorazione, tra progetto
architettonico e manufatto artigianale si colloca l'arredamento
degli interni abitativi: la mostra è arricchita da una sezione
che, attraverso mobili, progetti, disegni di artigiani triestini
e album di modelli e di esposizioni europei, aiuta a
visualizzare gli spazi in cui si muoveva la vita quotidiana di
inizio '900.
|
Ad emergere sono innanzitutto le
vicende intellettuali: storie di architetti di matrice culturale
italiana o centro-europea che in città esprimono, con convinzione, idee
diversissime. Sono anche gli anni in cui i nuovi materiali, e in
primis la pietra artificiale, consentono di modellare facilmente ciò
che fino a quel momento richiedeva l'attività di scultori e lapicidi e
tempi molto più lunghi e quindi costi infinitamente maggiori. Accanto al
bianco e al grigio degli austeri edifici del potere si assiste
all'esplosione di tinte pastello e di apparati decorativi tendenti ad
animare le facciate degli edifici, creati per i ceti imprenditoriali e
professionali, con effetti disegnativi che soppiantano le tradizionali
strutture classicheggianti.
È comunque un "nuovo" mediato dalle istituzioni preposte ad autorizzare
la costruzione di nuovi edifici - le Commissioni delle fabbriche e
dell'ornato - che spesso si mostrano prudenti, se non passatiste. Lo
stile secessionista, per le sue caratteristiche di rottura, è infatti
guardato con diffidenza dai poteri costituiti. Di conseguenza, per gli
edifici a carattere pubblico e istituzionale - come le stazioni
ferroviarie e le sedi delle istituzioni, collocati nel centro della
città - vengono chiamati gli architetti più fedeli e vicini alla volontà
auto-celebrativa dell'impero asburgico.
Quindi è nel progetto della casa di abitazione che si reperiscono le
espressioni più aperte alla sperimentazione formale e materica e che si
assiste a una maggiore libertà compositiva, aperta ai nuovi linguaggi. |
Vengono importati i modelli moderni degli edifici a carattere
commerciale, con grandi vetrine e ampie superfici espositive, ma
si definisce anche una tipologia della casa d'affitto, che si
diffonde in molte parti della città riprendendo i canoni
compositivi del Mietshaus centro-europeo.
I protagonisti di questo rinnovamento sono alcuni nomi celebri:
Max Fabiani e Josip Costaperaria, allievi e collaboratori del
noto architetto viennese Otto Wagner, il milanese Giuseppe
Sommaruga, esponente di peso dello stile floreale italiano, i
triestini di formazione viennese Giorgio Zaninovich, Romeo
Depaoli e Giacomo Zammattio. Ad essi si affiancano numerosi
progettisti triestini, meno noti al grande pubblico ma non per
questo di minore spessore, come Umberto Fonda, Giovanni Maria
Mosco, Nicolò Drioli, Augusto Bachschmidt, Giovanni Widmer,
Luigi Dompieri.
Grazie a questa compresenza di idee e di atteggiamenti
progettuali il Liberty triestino risulta così un coacervo di
accezioni che sembrano rispecchiare tutte le contraddizioni
storico-politiche vissute dalla città all'alba del '900,
connotandone un lato ancora poco conosciuto del suo ricco
patrimonio artistico.
La grande mostra, promossa dall'Assessorato alla Cultura del
Comune di Trieste, curata da Federica Rovello dell'Università
degli Studi di Trieste con la collaborazione di Michela Messina
e Lorenza Resciniti (Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste)
e dell'Ordine degli architetti della Provincia di Trieste per il
progetto di allestimento, sarà visitabile nell'ex Pescheria -
Salone degli Incanti dal 4 marzo al 19 giugno 2011.
Il catalogo, edito dal Comune di Trieste, a cura di Federica
Rovello con Michela Messina e Lorenza Resciniti.
Con il sostegno di: Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di
Trieste, Fondazione CRTrieste, Fondazione Foremann Casali,
Gasnatural, Assicurazioni Generali, Fondazione Antonveneta,
Unicredit, Autovie Venete, Trieste Marine Terminal, Greensisam,
T.O. Delta, GSI Logistic, Silos, Tbs Group, Banca di credito
cooperativo di Staranzano, Pasta Zara, Trieste Trasporti, Siot e
Esatto.
Aperto tutti i giorni orario 10-20
info: tel +39 040 3226862
www.triestecultura.it
Biglietto unico: euro 3, gratuito fino ai 14 anni
|
|