Questa affascinante esposizione, attraverso una
selezione di preziose testimonianze archeologiche provenienti da
oltre 50 musei e soprintendenze italiane ed estere, racconta dei
contatti, degli scambi e delle relazioni a largo raggio che
hanno segnato gli sviluppi delle civiltà in Europa con la
trasmissione di saperi, al contaminazione di modelli e stili di
vita. Una fitta ragnatela si vie tra il Mediterraneo e il Centro
Europa, le cui trame si intrecciano, si separano in un continuo
divenire che hanno portato territori e culture lontani e diversi
a trovare una serie di elementi in comune.
Di questa immensa e complessa trama la mostra segue i fili
millenari a partire da quando si diffusero, a sud come a nord
delle Alpi, le espressioni dell'arte e le figure delle
cosiddette dee madri, fino ai tempi del cosmopolitismo e della
globalizzazione dell'impero romano.
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A transitare lungo le diverse "Vie della
Civiltà" non sono solo merci, sono uomini con le loro
credenze, linguaggi, talvolta nati in ambiti locali
talvolta giunti nel "Vecchio Continente" dall'Oriente.
Accanto alle concrete tracce dei commerci documentati da
materie prime e manufatti esotici, la mostra segue i
percorsi avventurosi di innovazioni idee che hanno
comportamenti e abitudini.
Già in epoca preistorica materie prime e manufatti
percorrono, sulle spalle degli uomini, sulle
imbarcazioni, sulle some degli animali o, inventata la
ruota, sui primi carri, distanze impressionanti. E'
sulla base di scambi
e commerci si consolidano le prime differenziazioni
sociali.
Il rango ben presto richiede segni esteriori di
appartenenza, ed ecco la ricerca di status symbol tanto
più preziosi quanto esclusivi ed esotici.
Ma eccessi di ricchezza richiamano anche razzie,
invasioni e migrazioni, talvolta calmierate da matrimoni
diplomatici e da alleanze strategiche.
La diffusione di nuovi saperi, dall'agricoltura, alla
metallurgia ma anche alla cucina e aspetti legati
all'ideologia del banchetto percorrono l'Europa.
Forme ed idee contaminano popolazioni diverse. Siano
archetipi come quello della fertilità femminile o quello
dell'uomo eroe-guerriero dell'atleta. |
Ma sono anche figure di animali,
espressione di un'arte animalistica che fiorisce in diverse
aree, o iconografie di barche, il carro solare, l'albero della
vita, le immagini del Signore e della Signora degli Animali che,
fissati su diversi supporti, stupiscono per la loro potenza e
bellezza. Poi le enigmatiche tavolette dell'età del bronzo, i
dischi solari in oro, le maschere funerarie, i doni votivi, gli
astragali. Testimonianze di contaminazioni di culti e di
influssi.
Infine la diffusione della scrittura alfabetica, dai fenici, ai
greci, agli etruschi, ai popoli alpini, sino all'egemonia del
latino.
Gli eccezionali reperti esposti in questa irrepetibile mostra
raccontano una storia fatta di attinenze ma anche di contrasti,
di forme di "alterità" che delineano singoli territori. Il
global di cui si discute tanto oggi, alla fine, non è un
concetto del tutto nuovo.
Gli oggetti, più di 800 provenienti da 72 musei e
soprintendenze, 52 italiani e 19 stranieri, saranno esposti in
18 sale del Castello del Buonconsiglio su una superficie di 1800
meri quadrati. Il catalogo della mostra, curata da Franco
Marzatico, Rupert Gebhard e Paul Gleirscher, vedrà l'intervento
di 80 studiosi. Michelangelo Lupo curerà l'allestimento mentre
le scenografie saranno di Gigi Giovanazzi.
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