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TEATRO: SOGNO DI UNA
NOTTE DI MEZZA ESTATE - Roma
Dal 24 febbraio al 5 marzo
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
Una produzione TEATRO ARVALIA - DINAMO TEATRO
Regia Daniele Nuccetelli
Con Valentina Marcialis, Luigi Di Fiore, Svetlana Kevral, Viviana
Lombardo, Igor Mattei, Diego Migeni, Pietro Naglieri, Giacomo Peddis,
Emanuela Ponzano, Davis Tagliaferro, Ida Vinella
Costumi Tiziana Recupero
Scene Federica Mugnai
Disegno luci Danilo Facco
Movimenti scenici Ambra Crocellà
Grafica Giuseppe Prasti |
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Teatro Arvalia - Via Quirino Majorana 139 - 00146 Roma
Tel. 0655382002 – Cell. 3334366182 - e-mail:
arvalia.lofficinadelteatro@gmail.com
www.teatroarvalia.it
Orario Spettacoli: ore 21 – Domenica ore 17
Biglietti: Intero € 12 – Ridotto € 10 + tessera associativa € 2
Mettere in scena un testo di Shakespeare è come tentare di
risolvere una formula di algoritmi: il testo come una sequenza
logica di istruzioni che, se eseguite in un ordine stabilito,
permettono la soluzione di un problema.
Shakespeare più di chiunque altro costruisce le sue trame
partendo da “istruzioni teatrali” semplici e lineari intorno a
una qualche condizione umana irrisolta (problema), solo in
apparenza di facile soluzione.
Nel Sogno di una notte di mezza estate questa circostanza
è rappresentata da una convulsa, inquieta e misteriosa
esaltazione del desiderio, tanto incontrollabile da generare una
sorta di corto circuito della volontà razionale nei protagonisti
della storia.
E’ come se si assistesse a un ammutinamento di cuori contro il
potere della ragione in quell’unico campo di battaglia dove tale
rivolta potrebbe svolgersi: il sogno.
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Ma che succede quando non è più possibile riconoscere e
trattenere le più intime inquietudini?
E cosa si prova a danzare sull’orlo di una spaventosa metamorfosi senza
più distinguere la realtà dall’illusione?
I personaggi principali, le due coppie di innamorati che fuggono e si
rincorrono in uno strano bosco popolato da curiosi e magici esseri e
costretti dal loro affanno d’amore a inseguire un sogno, precipitano
invece in una realtà interiore, immaginaria, allucinatoria capace di
trasformare quel sogno in un incubo.
Il desiderio è l’aspirazione ad uno stato ideale mancante e al tempo
stesso un atto di ribellione contro la morte.
E’ uno dei temi ossessivi del teatro di Shakespeare; e anche se lo stile
e il contesto in cui la trama si sviluppa hanno le caratteristiche di
una commedia dal gusto ironico e fantasioso, nondimeno se ne sottolinea
il suo lato più oscuro e mostruoso.
Così come l’idea del teatro nel teatro, drammaturgicamente necessaria
per la sua doppia valenza, va riletta non solo per il significato di
quell’arte popolare rappresentata da un improbabile gruppo di attori,
antesignani di certa comicità stile fratelli Marx, che si trova
realmente a provare uno spettacolo nello spettacolo ma soprattutto come
occasione per condurre attori e pubblico a provare l’inarrestabile corsa
dei sogni sul filo dell’immaginazione.
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Tutti diventano così architetti e abitanti della propria fantasia,
capaci di costruire e modificare “manualmente” la scena in un infinito
labirinto senza uscita creato dalle loro stesse visioni.
Una dimostrazione di forza per attori esperti.
In particolare per le coppie di innamorati, che non sono giovani
romanticamente timidi alle prese con le prime crisi ormonali ma attori
maturi costretti a compiere imprese oltre le proprie capacità fisiche e
intellettive e continuamente impegnati in un’aspra lotta contro insoliti
desideri mascherati da allucinazione… e loro malgrado comicamente
tragici.
Un sogno? Forse. Ma pericoloso, come lo sono i sogni quando ci appaiono
veri.
E allora in alto i cuori.
Poiché davvero nulla può riuscir male in un dramma quando il senso del
dovere e la sincerità s’uniscono a offrirlo.
Daniele Nuccetelli
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